In media due persone su mille, in Italia, vengono colpite da un ictus. A Modena, in particolare, sono più di 1.600 gli ictus registrati ogni anno, l’80% dei quali è di natura ischemica (provocato dalla chiusura di un’arteria cerebrale a causa di un grumo di sangue). La patologia può essere mortale e causa spesso invalidità permanenti.
Modena, secondo i dati del Registro Europeo SITS-ISTR (Safe Implementation of Thrombolysis), presentati al Congresso Nazionale della Società Italiana di Neurologia, è tra le province italiane con il più alto tasso di sopravvivenza a tre mesi dall’ictus (93% dei casi) e oltre il 53% dei pazienti, dopo lo stesso periodo di tempo, torna a essere completamente autonomo (la media italiana è del 44%). Un risultato positivo raggiunto anche grazie allo straordinario lavoro svolto, dal 2006, dalla ‘Stroke Unit’ della Clinica Neurologica del Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino-Estense di Modena che, a oggi, è il primo centro a livello nazionale per numero di trombolisi effettuate ogni anno (più di 150 nel 2012).
La terapia trombolitica endovenosa (o trombolisi) è tra gli interventi più efficaci in caso di ictus ischemico e ha lo scopo di sciogliere il grumo di sangue che ha chiuso l’arteria cerebrale. Il successo di questa particolare metodologia, però, dipende in buona parte dalla sua tempestività. La trombolisi, infatti, è un intervento che va eseguito entro un determinato tempo dalla comparsa dei primi sintomi dell’ictus, per evitare che il cervello venga danneggiato dalla mancanza di flusso sanguigno. “Gli ultimi dati d’attività – spiega il Responsabile della ‘Stroke Unit’ della Clinica Neurologica Andrea Zini – confermano l’efficacia del modello organizzativo che prevede la forte integrazione tra personale del 118, Pronto Soccorso, Neuroradiologia e Neurologia. Attualmente il sistema multidisciplinare della ‘Stroke Unit’ consente di trattare, entro quattro ore e mezza dall’esordio ischemico, oltre il 45% dei pazienti provenienti da tutto il territorio provinciale”.
L’equipe multidisciplinare
La ‘Stroke Unit’ fa parte della Clinica Neurologica diretta dal professor Paolo Nichelli. È dotata di quattordici letti, di cui sei monitorati 24 ore su 24 per permettere un controllo continuo della pressione arteriosa, dell’attività cardiaca, dell’ossigenazione del sangue e della temperatura nel paziente. Lo staff è composto da sei neurologi, un medico specializzando, infermieri esperti nel trattare i pazienti colpiti da ictus, un logopedista, due fisioterapisti e un fisiatra.
L’ictus e i suoi sintomi
I sintomi più frequenti dell’ictus sono la comparsa improvvisa di una paralisi o debolezza e formicolio al viso, braccio, gamba dello stesso lato del corpo; la visione annebbiata o diminuita in entrambi gli occhi riguardante la metà del campo visivo, la difficoltà a parlare, a pronunciare o comprendere frasi ma anche un mal di testa violento e improvviso, mai provato prima e senza cause apparenti.
Questi disturbi talvolta si risolvono spontaneamente in pochi minuti. In questo caso è probabile che il paziente sia stato colpito da un Attacco Ischemico Transitorio (TIA), importante campanello d’allarme a cui è opportuno far seguire un accesso in pronto soccorso per accertamenti. Il rischio di avere un ictus dopo un TIA, infatti, è molto alto. L’ospedale di Baggiovara è stato tra i primi in Italia ad attivare un protocollo d’urgenza del pronto soccorso che prevede l’osservazione intensiva dei TIA per 24 ore.