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Modena, analisi Confesercenti: “Dall’inizio dell’anno 617 imprese in meno nei settori commercio, alloggio e pubblici esercizi”

negozio-alimentari“Inarrestabile” così Confesercenti Modena definisce la pesante crisi che ha investito il commercio e il turismo. Nei primi 10 mesi del 2013 sono oltre 60mila le chiusure, registrate a livello nazionale per un saldo negativo di poco superiore alle 22mila unità. Situazione che si rispecchia anche in Emilia Romagna, che rientra tra le prime 10 regioni italiane col maggior numero di imprese cessate. E Modena non fa eccezione. In regione, se raffrontata con le altre realtà territoriali, la nostra provincia occupa i primi posti per numero di attività cessate nel periodo gennaio-ottobre 2013. A fronte di 409 nuove attività imprenditoriali avviate nel commercio e nel turismo si sono registrate 617 cessazioni con un saldo negativo negli ultimi dieci mesi di 208 imprese. Quel che è peggio è che la media di imprese cessate nel modenese è superiore a quella regionale. Unica nota positiva il settore dell’e-commerce che continua a segnare un constante incremento.

“L’emorragia – commenta Confesercenti – non si ferma, anche se qualche piccolo segnale di speranza c’è. Commercio e turismo sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni che, insieme a una deregulation degli orari e giorni di apertura delle attività commerciali che favorisce solo le grandi strutture, sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale. La crisi però sta portando anche un rapido rinnovamento generazionale: molte nuove imprese sono avviate da giovani che investono in nuove tecnologie. E’ la dimostrazione della voglia di non arrendersi, soprattutto delle giovani generazioni che, anche a fronte di un tasso di disoccupazione da record, scelgono la via dell’auto-impiego. Fondamentale quindi tenerli sul mercato e agevolarli, così come sostenere tutte le imprese in difficoltà con una politica economica volta a supportare la crescita e i consumi, recuperando risorse con interventi coraggiosi tesi ad abbassare in modo strutturale la spesa pubblica improduttiva. Così come è necessario evitare ulteriori batoste fiscali, sia a livello nazionale che locale”.

Sono i numeri ancora una volta a definire in modo oggettivo la situazione di delle imprese. Lapidari quelli che riguardano il settore del commercio al dettaglio modenese. Male il comparto alimentare e non alimentare. Da gennaio ad ottobre 2013, sul territorio a fronte a 207 nuove aperture sono state ben 370 le cessazioni (di cui 112 solo nel capoluogo) con un saldo complessivo negativo di -163 imprese. Da questi dati poi emerge il perdurare del grave momento vissuto dal settore moda/tessile/abbigliamento: contro le 53 nuove iscritte ci sono 112 cessazioni con un saldo negativo di -59 imprese dall’inizio dell’anno.

Leggermente più positivo, pur contrassegnato da dati negativi risulta essere l’andamento nel settore del turismo, o meglio tra le imprese di alloggio e pubblici esercizi della provincia. 247 le attività cessate (74 nel capoluogo), contro le 202 avviate in questi 10 mesi: il saldo negativo ammonta a -45 unità. Il conto più salato va alla ristorazione che evidenzia 141 attività in meno di fronte a 94 nuove; stabile invece – per ora – il comparto delle attività ricettive: 6 quelle iscritte da gennaio 2013 contro le 5 cessate.

Anche il commercio al dettaglio ambulante risulta sofferente alla crisi. Sul territorio modenese, dall’inizio dell’anno sono state 90 le imprese che hanno cessato l’attività e solo 53 nuovi avviamenti.

L’indagine consegna poi un andamento decisamente positivo per le imprese che operano nel commercio via internet, un trend che riguarda un po’ tutti gli ambiti commerciali. Il settore dell’e-commerce che conta 171 imprese totali, nel corso dei primi dieci mesi dell’anno ha registrato 31 nuove attività, e 16 cessazioni con un saldo positivo di 15 nuove imprese. Si tratta di sistemi innovativi per la commercializzazione dei propri prodotti, che si vanno via affermando e che riguardano soprattutto le nuove generazioni; molto attente ai cambiamenti e propense ad utilizzare modo appropriato la strumentazione tecnologica, avvalendosi anche di modalità innovative tra cui anche i social media.

 

 
















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