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Ordine del giorno sulla sanità approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale di Fiorano

Il Consiglio Comunale di Fiorano Modenese ha approvato alla unanimità l’ordine del giorno presentato dal Gruppo del Partito Democratico, a titolo ‘E’ ora di incidere sul Servizio Sanitario Nazionale’, nel quale è scritto: “Il Servizio Sanitario Nazionale nel 2012 ha registrato oltre nove milioni di ricoveri e ha fornito circa un miliardo di prestazioni specialistiche. I dati sono in perenne crescita e ad essi si contrappongono i continui tagli del finanziamento statale. Il ddl di stabilità varato nel Consiglio dei Ministri dello scorso 15 ottobre non contiene ufficialmente tagli al finanziamento della sanità. Ma solo per il 2014.

Il Commissario straordinario Carlo Cottarelli ha trasmesso il 12 novembre scorso al Comitato interministeriale per la Revisione della spesa il proprio programma di lavoro con gli obiettivi e gli indirizzi metodologici dell’attività di revisione della spesa pubblica.

Rispetto al ddl di stabilità i risparmi da ottenere con la revisione della spesa pubblica saranno molto più alti e partiranno già dal 2014: si punta infatti a un recupero di 2 punti di Pil nel triennio 2014/2016, per un totale di 32 miliardi di euro, in aggiunta a quanto previsto dalla legge di stabilità, e nel capitolo riduzione della spesa vi è anche la sanità.

I nuovi tagli del Governo si sommano ai tagli decisi con le manovre varate dai Governi precedenti, che arrivano cosi a più di 30 miliardi nel periodo 2011-2016.

Il finanziamento del Ssn ha ormai superato il livello di guardia e ulteriori tagli non sono neanche immaginabili.

E’ innegabile che la trasformazione del diritto alla salute per tutti in privilegio per pochi stia avvenendo dietro la spinta di chi ha tutto l’interesse a smontare il sistema universalistico delle cure e della promozione del benessere a favore della sanità privata, che alimenta un giro di affari miliardario rispondendo alla logica del profitto a qualunque costo come tanti scandali ci hanno raccontato.

Una delle ragioni fondanti dell’esistenza di un sistema sanitario pubblico è la riduzione degli effetti delle disuguaglianze sociali sulla salute.

Gli Italiani si mostrano molto sensibili nei confronti del tema sanità e dei rischi ad essa collegati. Ma oggi il gioco è cambiato. Non si tratta più di risparmiare su un sistema pubblico che non è in discussione. Oggi la novità è che il sistema pubblico è in discussione a partire dai suoi fondamenti. Oggi è come se fossimo più vicini di ieri alla sua fine. Siamo al definanziamento a scalare che attacca due valori portanti: il diritto di essere curati e il lavoro per curare.

L’art. 32 della Costituzione resta ovviamente un riferimento ma sappiamo bene che la sua interpretazione alla lettera potrebbe addirittura essere penalizzante.

Il nostro sistema dovrebbe garantire il perfetto equilibrio tra la tutela del diritto alla salute dei cittadini e il controllo della spesa socio sanitaria. Invece la spesa e l’economia sovrastano il sistema delle tutele come se l’unico obiettivo del SSN fosse quello di far quadrare i conti e non anche garantire il benessere della popolazione e l’equità di accesso alle prestazioni su tutto il territorio nazionale, che in altre parole vuol dire assicurare a tutti le stesse opportunità terapeutiche.

L’unica strada da percorrere per vedere garantito nei prossimi anni il Diritto alla Salute dei cittadini deve essere quella di scegliere innanzitutto “politicamente” di sostenere il diritto alla Salute, ma anche di riprogettare veramente il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

La politica della riduzione della spesa e del finanziamento e qualche altro tipo di strumento hanno dimostrato chiaramente in questi anni tutto il loro limite e la pericolosità per i diritti dei cittadini. Quindi o interveniamo subito e in modo profondo o credo che questa volta potremmo perdere la partita.

Per intervenire considero necessario un vero e proprio “compromesso storico” tra tutti gli attori del SSN. Dobbiamo tirare una linea, voltare pagina e riprogettare il sistema sanitario di sana pianta ..

E’ necessario riformare il titolo V della Costituzione, rivedere i rapporti e i poteri tra stato centrale, regioni, aziende, operatori e cittadini. I tagli lineari delle ultime manovre preludono alla centralizzazione dei poteri. La riforma potrebbe preludere ad un federalismo autentico e cioè ad una diversa redistribuzione dei poteri tra istituzioni operatori e cittadini”.

 
















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