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Associazione “Ragioni del socialismo” sulla bretella Sassuolo-Campogalliano

bretella_campogalliano_sassuoloLa bretella Campogalliano –Sassuolo? Serve a nulla. Servono i Transit Point e i collegamenti intermodali già previsti, da finanziare gli uni e gli altri coi soldi resi disponibili per la bretella. Appello a Sel, 5 Stelle , esponenti del PD, cittadini, imprenditori fuori dal coro.

Confindustria Ceramica (e la quasi totalità del PD e del sistema istituzionale locale), avvertiti che esiste nel territorio una contrarietà diffusa alla realizzazione della bretella , continuano ad affermare che “ la bretella resta fondamentale per la competitività del settore”. Affermazione priva di fondamento, frutto di miopia e degli interessi dell’autotrasporto e dei costruttori di infrastrutture (i quali andrebbero aiutati in ben altro modo). In questa commedia degli inganni viene taciuto che le cause dei problemi ,derivanti dalla movimentazione delle merci (inquinamento, movimentazione irrazionale ,perdita di competitività) si realizzano quasi esclusivamente all’interno del perimetro del distretto (360 Kmq ) e non fuori di esso (dove invece opererebbe la “bretella”). Lo dicono i numeri (fonte: Facoltà d’ingegneria dei trasporti della Sapienza di Roma, anno 2011): 350 milioni di mq/anno prodotti ed esportati ; materie prime importate per 1.300.000 tonnellate/anno;350mila camion/anno in uscita dal distretto;13 mila operazioni/giorno di ritiro/consegna; 70% delle partite ,in spedizione dalle aziende , inferiore ai 3 pallets; 1/3 della produzione ceramica di altre parti d’Italia che viene parcheggiata nel distretto e che produce spostamenti equivalenti al 28% del totale dei km percorsi nel distretto; fino a 40 “prese” per comporre un carico da 30 tonnellate; un costo non competitivo del prezzo trasporto/ton. In questo scenario, i cui caratteri sono all’origine dei noti fenomeni di inquinamento, danni alla salute, diseconomie industriali e di territorio, emergono i seguenti elementi strutturali: 1) la movimentazione delle merci nel distretto che si muove per l’85% su gomma, il 15% su ferrovia (buoni ultimi in Europa); 2) la grave arretratezza del settore trasportistico (miriade di piccole aziende, pochi investimenti, alti costi, presenza di criminalità organizzata) 3) l’assenza di scelte da parte del sistema istituzionale ed imprenditoriale riguardo alla logistica del distretto (groupage, transit points da costruire a Dinazzano, a Fossa e a Maranello (oppure a Campogalliano) imposizione di soglie minime di carico in uscita dalle singole aziende ; 4) l’incapacità delle imprese ceramiche di favorire il sistema di resa Franco Destino rispetto a quello Franco Fabbrica (scelta che obbligherebbe l’autotrasporto a rinnovarsi ed a ridurre il kilometraggio ed il numero di spostamenti entro il distretto). La bretella non offre quindi alcuna risposta ai problemi di inquinamento, alti costi di trasporto, irrazionale e insostenibile movimentazione delle merci entro il perimetro del distretto. Con la sua costruzione tutto questo rimarrebbe inalterato (a parte 10 minuti guadagnati dai Tir) con enorme incremento del consumo di suolo in un territorio vulnerabile. Il finanziamento di questa inutile strada e la contestuale crisi del trasporto pubblico locale, ferroviario e su gomma, illustrano bene la cecità delle classi dirigenti. E’ la stessa logica con la quale in Sardegna, invece di fare manutenzione idrogeologica del territorio, si è data priorità a cementificazione delle coste. Le uniche infrastrutture utili, che vanno quindi realizzate, riguardano i collegamenti diretti, stradali e ferroviari, tra Rubiera /Dinazzano/Marzaglia/Autostrada/attuale Strada Sassuolo-Modena. Oggi l’innovazione logistica e la tutela del territorio vanno di pari passo mentre la bretella nasce già fuori tempo (si produce la metà di mq di 15 anni orsono!) . Cosa fare con le risorse finanziarie disponibili? Costruire, invece che la bretella, i Transit Points ed i collegamenti intermodali. E’ importante che SEL,Mov 5 stelle, parte del PD sensibile al tema, movimenti , semplici cittadini, imprenditori fuori dal coro, si oppongano alla costruzione (ormai prossima) di questa inutile e dannosa strada, sostenendo l’adozione di scelte più responsabili verso il territorio e verso le esigenze della stessa industria ceramica. Vicende Coopsette a parte.

 

(Mauro Sentimenti, Associazione “Ragioni del socialismo”)

 

 

















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