Presentato questa mattina Nuovo Centro Destra modenese. Alla presenza del Senatore Carlo Giovanardi, dei consiglieri provinciali Luca Ghelfi e Bruno Rinaldi, di Luigia Santoro, consigliere modenese, e di diversi eletti nei consigli comunali della provincia. Sono state esposte le linee guida del programma politico che ha condotto alla scelta di non seguire chi ha preferito assecondare la rinascita di Forza Italia.
<Ci riconosciamo ancora nel centrodestra, e nella leadership carismatica di Silvio Berlusconi, ma ci separano due aspetti da chi ha fatto un’altra scelta. Innanzitutto l’idea di partito, che deve radicarsi e dialogare con territorio, la società civile, l’associazionismo. E poi c’è la deriva laicista che una parte del Pdl ha preso, su temi per noi fondanti del nostro essere in politica: la tutela della vita dal suo sorgere alla sua fine, e della famiglia così come definita dalla Costituzione. Abbiamo scelto nel 2007, dopo la svolta del predellino, un partito, costola italiana del partito popolare europeo, e lì siamo rimasti, talmente convinti dall’idea di allora del presidente Berlusconi, che oggi siamo ancora qui. Non vogliamo rifondare il centro, non siamo la terza via, rimaniamo alternativi alla sinistra, e nel centrodestra, ma non è una manovra alla Gianfranco Fini: non siamo contro nessuno nel centrodestra. Se l’Udc guarderà verso di noi, sarà perché loro torneranno dov’è il loro luogo naturale>.
Sullo strumento per la scelta dei candidati, si esprime invece Bruno Rinaldi: <Trovo positivo lo strumento delle primarie, per riavvicinare alla politica i cittadini che oggi si sono allontanati, e per ritrovare il consenso. Ed è importante tornare ai valori che avevano portato alla nascita del Pdl>.
Tutte posizioni condivise e confermate dal Senatore Carlo Giovanardi: <Preferiamo rimanere dove siamo sempre stati – spiega – e non andare nel partito dove decide tutto il capo. Sono amico di quel capo, e da mercoledì lo difenderemo dalla decadenza per l’applicazione retroattiva della legge Severino, ma divergiamo sull’idea di partito, e sul far cadere il governo e andare a elezioni in uno stato di cose che ci riporterebbe di nuovo all’ingovernabilità, sulla pelle dei tanti italiani che faticano. Ma sia chiaro: alle elezioni, quando ci saranno, spero tutti prendano molti voti: noi, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega Nord. Abbiamo quasi dimezzato i voti nell’ultimo turno, ed ora dobbiamo provare a raggiungere così tutti coloro che si sono astenuti. E poi dobbiamo lavorare sulla classe dirigente locale, perché non accada più, come recentemente, di perdere le elezioni proprio nelle nostre roccaforti del nord est. Dobbiamo pensare ad un partito che sopravviva ai suoi leader. Perché, quando ci saranno le prossime elezioni per il parlamento, avremo di fronte forse Renzi, e noi non potremo ricandidare Berlusconi: mi rifiuto di pensare ad un centrodestra che finisca con Berlusconi>.
Sulle questioni locali invece il senatore afferma: <siamo indietro a Modena come altrove perché le diatribe nazionali ci stanno condizionando. Come ho sempre detto, se dal centrodestra emergerà un nome di prestigio per la candidatura a Sindaco, riconosciuto da tutte le forze di questa parte politica, sarà buona cosa, ma se ognuno metterà in campo un nome diverso, allora le primarie possono essere lo strumento giusto per scegliere chi ha un consenso maggiore. Mentre per la formazione dei gruppi consigliari nei diversi enti locali, per il momento rimarranno tutti nel Pdl – dove il regolamento lo consente – perché lì sono stati eletti. Se altri vogliono darsi un nome diverso, sono liberi di uscire e fare un nuovo gruppo>.