A noi no, agli altri sì. È questa la provocazione lanciata da Confagricoltura Modena, nel corso della conferenza stampa organizzata per discutere il tema della ripresa dei pagamenti dei contributi previdenziali per le aziende colpite dal terremoto.
«Le aziende colpite dal terremoto del 2012 – ha esordito Paolo Sordo, direttore Confagricoltura Modena – dovranno iniziare a pagare i contributi previdenziali personali e per il proprio personale dipendente. In questo modo le aziende dell’Emilia Romagna non solo non saranno aiutate, ma dovranno sostenerne altre che hanno subito danni di pari intensità, come l’Abruzzo, o addirittura inferiori. Denunciamo il rischio di tenuta dell’occupazione nel 2014 e di chiusura per diverse aziende, private della liquidità necessaria per far fronte alle esigenze imprenditoriali in un periodo molto difficile».
«Le imprese agricole delle aree terremotate – precisa la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi – non hanno avuto lo stesso trattamento rispetto ad altre aree territoriali. In più, ad oggi, gli imprenditori agricoli non sanno ancora se dovranno pagare la seconda rata dell’Imu. Così è sempre più difficile fare impresa. L’incertezza è tanta, la mia preoccupazione è che non ci siano le condizioni per creare posti di lavoro e dare opportunità per far ripartire il nostro territorio. Dal Governo ci aspettiamo risposte chiare per continuare a fare impresa».
Alla conferenza stampa era presente anche Maria Luisa Caselli, responsabile dell’Ufficio Legale di Confagricoltura Modena: «Le aziende associate maggiormente colpite dal terremoto sono circa 200, e rappresentano 9 milioni di euro di imponibile consuntivo. In Abruzzo, le aziende colpite e non colpite dal sisma hanno ottenuto una sospensione del periodo contributivo e la possibilità di restituire soltanto il 60 per cento del debito, con una dilazione della restituzione in dieci anni con rate mensili senza interessi. A Catania, in occasione delle eruzioni dell’Etna del 2001 e del 2002, gli interventi del Governo sono stati molto più incisivi, perché è stata concessa la possibilità di restituire il debito tributario in rate mensili di durata ventennale. Ci chiediamo – prosegue la Caselli – perché per l’Emilia Romagna il Governo ha concesso solo la sospensione per un certo periodo di tempo dei contributi e la possibilità di restituirli tutti e subito mediante dei semplici finanziamenti garantiti dallo Stato della durata di due anni? Confagricoltura Modena ha chiesto al Governo per le aziende colpite dal sisma la sospensione del pagamento dei contributi tributari, previdenziali, assistenziali e la restituzione del carico tributario sospeso con una decurtazione del 40 per cento e la restituzione del residuo in dieci anni in rate mensili, come successo per L’Aquila. In alternativa, di restituire l’intero carico tributario in venti anni con rate mensili senza oneri aggiuntivi. In più, per le aziende che hanno acceso i finanziamenti garantiti dallo Stato, chiediamo che si trovino a restituire solo il 60 per cento del debito acceso attraverso il finanziamento in dieci anni o un allungamento della restituzione, che attualmente è di due anni, in almeno 6 anni».