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‘Diamo voce al silenzio’, domenica scorsa a Castelvetro

Castelvetro-10Immerso nella meravigliosa cornice del centro del Comune di Castelvetro di Modena, domenica 17 novembre si è tenuto l’evento dal titolo “Diamo voce al silenzio”; come riconoscere l’amore malato” organizzato dal Comune di Castelvetro di Modena in collaborazione con i-care, associazione italiana di supporto vittimologico.

Un intenso pomeriggio fatto di brividi, commozione, forza, coraggio, sostegno e tanta empatia da parte di tutti i presenti.

Alle 15.30 presso lo spazio espositivo “PAKE” e’ stata inaugurata la mostra dal titolo “VITA E LIBERTÀ NON SONO PIÙ NOSTRE” della pittrice reggiana Elisabetta Manghi.

Toccante e sentita la presentazione da parte della giornalista Stefania Ferrari; è riuscita, in modo forte, a tradurre in parole opere che entrano nell’anima non solo di chi ha attraversato ogni forma di violenza, ma anche delle tante persone presenti.

Le opere esposte trasmettono un impatto certamente positivo per la loro bellezza, oltre a dare la possibilità di percepire quali possano essere i sentimenti di una donna vittima di violenza.

Importante ricordare che la mostra sarà aperta sabato 23 novembre e domenica 24 dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.

Tutti i presenti sono poi stati accolti nella Sala consigliare del Municipio del Comune dove l Assessore alle Pari Opportunità Federica Franchini ha presentato l’evento nonché le motivazioni per cui è stato organizzato, dando poi la parola a Daniela Franchini.

Daniela ha riportato la notizia appena sentita della tragica morte di una donna nelle Marche, uccisa in casa dal marito con decine di coltellate e che si e’ poi suicidato; invece di chiedere un minuto di silenzio per tutte le donne uccise, proprio perché si vuole combattere il silenzio che le avvolge, Daniela ha chiesto un forte applauso in memoria di tutte loro.

Ha preso poi la parola Marzia Schenetti, che leggendo una lettura dal titolo SILENZIO tratta dal cd DALLA LORO PARTE edito da Sony music per I-CARE ha dato inizio agli interventi degli esperti.

Il Dott Monzani, criminologico e giurista, ha spiegato ampiamente e chiaramente quali siano le difficoltà di una vittima che trova la forza di uscire allo scoperto e denunciare; difficoltà nel trovare aiuto, nel l’essere creduta,nell’affrontare un processo spesso in totale solitudine e con il suo persecutore magari seduto accanto. Ha evidenziato quanto i centri anti violenza siano insufficienti per sostenere ed aiutare una vittima, soprattutto in virtù di orari specifici, dalle 9 alle 12, o come sia impossibile ad esempio trovare qualcuno disposto ad aiutare nel mese di agosto, quando tutti sono in ferie; Ha spiegato come le vittime di reato non siano assolutamente tutelate e sostenute rispetto a chi invece il reato lo commette evidenziando come ad esempio esistano fondi per il recupero degli autori di reato mentre non esiste assolutamente nulla per le vittime di reato.

La parola e’ passata al Dott Tettamanti, presidente di i-care, che ha spiegato come sia nata associazione italiana di supporto Vittimologico, inserita a pieno titolo all’ interno del progetto europeo VICTIM SUPPORT EUROPE, e come opera sul territorio italiano; da gennaio 2013 sono state rese operative 7 case rifugio, naturalmente in luoghi segreti, proprio per dare la possibilità alle vittime di sentirsi sicure; tutte le case rifugio sono gestite da vittime che sono disponibili 24 ore su 24, 7giorni su 7, all’ accoglienza, all’ascolto, al sostegno di tutte le donne che chiedono aiuto. Ha evidenziato la difficoltà nel trovare fondi a sostegno delle vittime di reato e quindi quanto il progetto i-care si basi essenzialmente sul volontariato degli operatori che ne fanno parte.

A seguire l’ intervento della Dott.sa Ameya Canovi, psicologa specializzata in dipendenza d’amore, che ha messo in evidenza i segnali di un non amore, segnali presenti purtroppo già nell ‘età dell adolescenza; essendo anche insegnante ha spiegato ad es di quante siano le ragazzine succubi di un fidanzato che si sente in diritto di chiamare anche durante le ore scolastiche e di quanto loro siano spaventate se non rispondono “perché lui poi si arrabbia”.

Ha spiegato l’ importanza del rispetto, del saper accettare un NO, di quanto lavoro ci sia da fare da parte di tutti, genitori per primi, per far capire e spiegare ai figli l’accettazione delle regole nel rispetto di chi si ha di fronte; se dico NO dev essere NO! Mettendo in evidenza il sentimento da “crocerossina” che vive nell’anima di quasi tutte le donne, ha fatto capire quanto sia impossibile “curare” un uomo abusante che purtroppo non cambia e soprattutto noi donne, pur con tutto l’amore che proviamo per lui, non potremo mai guarire.

L’intervento del Dott Gianni Casale, avvocato penalista nonché legale di i-care per Emilia Romagna, ha messo in evidenza le difficoltà nel fare applicare la legge ma soprattutto la diffidenza iniziale delle vittime che si rivolgono a lui. Le vittime, per lo più donne, sono confuse, spaventate, non sanno cosa vogliono e questo rende ancora piu’ complesso il suo ruolo in un primo colloquio con la vittima, che certamente sente di avere bisogno di aiuto, ma ha mille dubbi che le impediscono di ragionare con la lucidità necessaria ad affrontare un percorso spesso molto lungo e tortuoso.

L’intervento della prima vittima/testimone Daniela Franchini, delegata di i-care per le regioni Emilia Romagna e Toscana e’ iniziato con la lettura HO SCELTO sempre contenuta nel cd DALLA LORO PARTE edito da Sony music per i-care. Da vittima di gravi violenze domestiche prima (per 4 anni) e di stalking poi (dal 2007 ad oggi) ha cercato di spiegare, anche attraverso il racconto di alcuni episodi della sua storia, i segnali di un amore malato; partendo dalla totale assenza di rispetto, il possesso e’ alla base dell’amore malato, passando per una gelosia ossessiva che sfocia poi in violenza di ogni tipo, da quella fisica a quella verbale fino a quella,forse ancor più grave, psicologica. Ha spiegato l’alternanza di periodi positivi e negativi, che confondono le vittime e che invece,per l’uomo abusante, sono necessari per raggiungere proprio lo scopo di tenere in costante stato di paura e quindi sottomissione la preda “prescelta”. Le botte prima, seguite dalle scuse, spesso accompagnate dal mazzo di rose, fanno credere alla vittima che si sia trattato di un episodio a se stante che non si ripeterà. Nulla di più falso. Chi abusa una prima volta continua, e aumenta sempre di più questi episodi, stordendo la vittima, sottoponendola alla totale perdita di fiducia in se stessa, della propria autostima, convinta di essere lei stessa la causa di quanto stia capitando. Infatti, se all’inizio di questo tipo di storie di NON amore, tutto fila liscio e la donna si sente amata e felice, quando inizia la violenza non riesce a capirne i perché e crede fermamente di essere LEI quella che l’ha provocata facendo proprio il “gioco” dell’abuser.

A chiusura l’intervento di Marzia Schenetti, testimone/vittima di Stalking e scrittrice; e’ infatti autrice dei libri IL GENTILUOMO prima e EVIL, L’UOMO DEL MALE, due libri che raccontano il NON AMORE e cosa si celi DENTRO la mente/la vita di un abuser.

Marzia ha parlato della difficoltà di RICOSTRUZIONE di una donna che arriva a denunciare, subendo ogni tipo di sopruso; dall’interrogatorio di quattro ore durante una delle tante udienze del suo percorso legale, al ritrovarsi addosso il “marchio” di vittima, al dover accettare le infinite udienze rinviate “ad altra data”. Questo rende infinito un percorso già difficile, che vede di nuovo la vittima di reato senza diritti e tutela, mentre l autore del reato vive liberamente senza doversi mai guardare alle spalle, come invece deve continuamente fare chi il reato lo subisce. Ha parlato poi della necessità e della difficoltà per una vittima, di ritrovare la propria autostima, l’amore per se stessa, percorso altrettanto difficile. Cercare di tornare alla “normalità” e’ un percorso complicato tanto quanto quello legale, se non di più.

Dopo circa due ore di interventi forti e significativi, capaci di tenere bloccati alle sedie o in piedi circa 70 persone, l’incontro si è chiuso con la speranza che le parole degli intervenuti al tavolo possano dare la forza di reagire a chi purtroppo subisce o la possibilità di non cadere “nella rete” di questi NON UOMINI a tutte le persone presenti o agli amici/familiari.

Gli intervenuti si sono poi spostati nella sala accanto dov’era stato allestito un meraviglioso e ricco buffet offerto dalla Rosticceria Modenese di Modena in via Buon pastore. Risate e brindisi hanno chiuso un pomeriggio importante che certamente lascerà il segno in tutti i presenti.

 

“Grazie a tutti gli intervenuti. Grazie agli esperti. Grazie alle testimoni.

Un ringraziamento particolare e dal cuore va all’assessore alle Pari Opportunità del Comune di Castelvetro di Modena, Federica Franchini, che seppur nella sua giovane età che può far pensare inesperienza e difficoltà nell’affrontare certi argomenti, e’ stata l’unica figura istituzionale che ha creduto in me in tutti questi 12 anni di NON VITA. Mi ha ascoltata dimostrando forte empatia e sostegno, ha voluto fortemente questo evento esattamente come me. Preciso che ci conosciamo dal mese di maggio 2013 e non siamo parenti nemmeno da lontano.

Ringrazio il Sindaco del Comune di Castelvetro, Sig Giorgio Montanari per aver messo a disposizione i bellissimi locali del Municipio e lo spazio espositivo PAKE; ringrazio la moglie del Sindaco, presente in sala tra il pubblico.

Ringrazio l’ufficio cultura del Comune di Castelvetro per la disponibilità dimostrata.

Per finire ringrazio il Sindaco di Marano nonché Assessore servizi sociali Unione Terre di Castelli, sig.ra Emilia Muratori, che oltre ad essere presente, e’ intervenuta spiegando come l’Unione Terre di Castelli sia sensibile al grave problema della violenza alle donne”. (Daniela Franchini)

 

















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