“Vi diamo il benvenuto in questo luogo, dove si lavora anche per affermare la cultura della legalità”. Con queste parole la presidente della Provincia Sonia Masini ha aperto il suo saluto ai giovani riuniti oggi pomeriggio a palazzo Allende per l’incontro di inizio del progetto didattico nelle scuole superiori “I talenti per la legalità democratica”.
“Molto è stato fatto, ma tanto resta da fare in un Paese, dove l’illegalità pare allargare il proprio raggio d’azione – ha aggiunto la Presidente – Dobbiamo mettere in campo una “resistenza”, tutti, adulti e ragazzi. Anche dal fronte del giornalismo si può e si deve combattere la mafia, denunciando e informando. A Reggio Emilia in questi anni sono nati tanti gruppi per contrastare le infiltrazioni mafiose. Sono convinta che con la freschezza delle vostre idee e del vostro impegno si potranno cambiare tante cose”.
Rosa Frammartino, curatrice del progetto, ha quindi ringraziato “la Provincia per la sensibilità che ha dimostrato e che ci ha consentito di portare avanti questo percorso sulla cultura della legalità”.
“Mi piace ricordare oggi che in questa città nulla e più come prima, sono sette anni che lavoriamo a questo progetto – ha proseguito – e negli ultimi quattro abbiamo lavorato in modo strutturato e riconoscibile, coinvolgendo 10 scuole. Grazie anche agli insegnanti, alle scuole che hanno aderito al percorso educativo. C’è sempre più interesse a capire e a leggere con i propri occhi il contesto sociale in cui viviamo”.
Il progetto vedrà quest’anno, oltre alla partecipazione di numerosi esperti, due novità significative: un corso di teatro civile contro le mafie in sei lezioni, “Fuori dal silenzio”, organizzato in collaborazione con Alessandro Gallo di Caracò, e un laboratorio di giornalismo d’inchiesta “Sulle tracce della notizia”, sempre in sei lezioni, in collaborazione con i ragazzi di Cortocircuito.
“Il teatro di impegno civile – ha spiegato Alessandro Gallo, nella presentazione del laboratorio “Fuori dal silenzio” – è un fenomeno che nasce negli anni ‘90 per denunciare e raccontare cosa succede in questo paese. Da allora questa ondata non si è mai fermata, pur con tutte le difficoltà. Il teatro di impegno civile è uno strumento che cambia la vita ai ragazzi. Il tema su cui lavoreremo è quello della mafia e dell’antimafia. Insieme individueremo chi ha denunciato le mafie, racconteremo la storia dei testimoni di giustizia”.
“Il laboratorio di giornalismo – ha spiegato Elia Minari di Cortocircuito – nasce dal bisogno di rispondere a una crisi del giornalismo, legata, spesso, anche alla mancanza di tempo e quindi di approfondimento. Insieme cercheremo di imparare a capire e interpretare documenti, le sentenze, usciremo anche a fare delle interviste. Il giornalismo di inchiesta spesso si occupa di temi sgraditi – ha aggiunto – quindi occorre essere disposti a correre qualche piccolo rischio. Si vanno a toccare poteri forti, occorre quindi essere consapevoli anche delle responsabilità che gravano sui giornalisti”.
Agli interventi di presentazione è seguita la prima lezione del laboratorio di giornalismo con lo scrittore e giornalista Antonio Nicaso, che da anni collabora con la Provincia, con una relazione su “Le 5 W: la bussola del giornalista”.
Al progetto nelle scuole “I talenti per la legalità democratica”, che proseguirà nel corso di tutto l’anno scolastico, partecipano l’Associazione nazionale Testimoni di giustizia, l’Associazione “Giorgio Ambrosoli” di Milano, Solidaria Onlus di Palermo, Associazione Cortocircuito, Giovani reggiani contro le mafie, Caracò Bologna, Comitato Addiopizzo junior e young (Palermo), Associazione “Padre Puglisi. Sì, ma verso dove?” di Palermo.