Soddisfazione per un provvedimento giudicato positivamente dalla Corte de Conti, ma – dicono le opposizioni – si può fare di più. È quanto emerge dal dibattito dell’Aula sul rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2012, approvato con i voti della maggioranza (contrati Pdl, Ln, Udc, M5s).
-La relazione di maggioranza. Vecchi (Pd): “Alta virtuosità della gestione e ed efficacia della spesa”
“Come messo in rilievo dal positivo giudizio di parificazione recentemente rilasciato dalla Corte dei Conti – ha detto Luciano Vecchi (Pd), relatore di maggioranza – l’analisi dei dati del rendiconto, attesta l’alta virtuosità non solo della gestione finanziaria, ma anche del rapporto tra risorse impiegate e obiettivi realizzati”. E tutto ciò in un “contesto difficile”, caratterizzato dalla recessione economica, da incertezza sull’ammontare delle risorse statali disponibili, dai tagli introdotti pesantemente a carico delle Regioni dalle manovre di governo (per l’Emilia-Romagna, -390,15 milioni di trasferimenti).
Da non dimenticare poi l’emergenza terremoto che ha richiesto “uno sforzo straordinario all’amministrazione regionale impegnata a fornire risposte per le esigenze abitative, la messa in sicurezza del territorio, il ripristino di scuole, municipi e strutture sanitarie, oltre agli interventi per il sistema produttivo”.
“Nonostante tutto, nel 2012 – ha ancora riferito Vecchi – la Regione Emilia-Romagna ha mantenuto invariata la propria leva fiscale e non ha aumentato la pressione fiscale, ha proseguito con l’azione di razionalizzazione, evitando la logica dei tagli lineari e concentrando le risorse per lo sviluppo economico, mantenendo una attenzione particolare agli interventi di carattere sociale e socio-sanitario”. Inoltre, sempre nel 2012 non è stato contratto nuovo indebitamento ed è stato rispettato il tetto previsto dalla legge stabilità. Altro importante obiettivo raggiunto è quello del rispetto del Patto di stabilità interno.
Perché mancare questo obiettivo – ha ricordato il consigliere – “comporta l’applicazione di una serie di misure sanzionatorie”. La Regione Emilia-Romagna invece non solo ha osservato le regole del Patto di stabilità interno, ma ha autorizzato il superamento dei saldi finanziari del Patto di stabilità di Comuni e Province per un importo di 99.193.113,21 euro per gli impegni e 30.000.000 per i pagamenti rideterminando il proprio obiettivo programmatico per il medesimo importo. Inoltre, nel 2012 la Regione ha autorizzato per un importo complessivo di 40.000.000 di euro una distribuzione degli spazi finanziari, in deroga agli obiettivi del Patto, ai Comuni colpiti dal sisma. Anche con riferimento alla gestione del personale complessivo di Giunta e Assemblea legislativa, i limiti posti dal legislatore statale in merito alle assunzioni di nuovi dipendenti sono stati rispettati. Così come sono stati contenuti entro i rispettivi tetti di spesa gli incarichi professionali a soggetti esterni.
-La relazione di minoranza, Marco Lombardi (Pdl): “Conti in ordine, ma preoccupano le prospettive”
Dall’analisi del rendiconto 2012 emergono “segnali che destano preoccupazione per il futuro e dati che disegnano un trend negativo e pericoloso, non tanto per la situazione di oggi, quanto per ciò che ci può riservare il futuro non troppo lontano”.
È quanto, in sintesi, ha dichiarato Marco Lombardi (Pdl), relatore di minoranza del provvedimento. Quello del 2012 è il primo bilancio della Regione che denuncia “una effettiva, reale sofferenza dei conti regionali, determinata dalla crisi economica dai tagli della spesa pubblica e non saranno certo migliori i dati assetati del 2013 e quelli previsti per il 2014”.
Tra i dati messi sotto osservazione dall’esponente del Pdl: la riduzione dell’avanzo di amministrazione passato da 941.326.831,62 dell’esercizio 2011 ai 668,695 milioni di fine 2012 e l’avanzo di cassa (passato da 660 milioni di euro di fine esercizio 2011 ai 224,456 milioni di euro a fine 2012). Tutti indicatori – ad avviso di Lombardi – del fatto che “si sta assottigliando pericolosamente quella ‘dote’ su cui la Regione ha sempre potuto contare negli anni passati, con il rischio di mettere a repentaglio la possibilità di offrire sostegno e servizi ad imprese e cittadini dell’Emilia-Romagna”.
Un ulteriore punto critico segnalato da Lombardi, l’operazione di finanza derivata sottoscritta dalla Regione nel 2004 in riferimento al mutuo contratto nel 2002 con la Cassa depositi e prestiti per il debito della sanità. Nel 2012, a fronte di un onere per la Banca intermediaria di 4,76 milioni di euro pari agli interessi da questa versati alla Cassa deposito e prestiti, la Regione ha dovuto corrispondere la somma complessiva di 13,89 milioni di euro con un’evidente “perdita” di 9,13 milioni di euro. “Un’emorragia- ha commentato Lombardi- di fronte alla quale dovremmo pensare anche soluzioni diverse”.
E così, se in sintonia con quanto sostenuto dalla Corte dei conti Lombardi riconosce che si tratta di un bilancio consuntivo che testimonia una “buona gestione, grazie all’attività combinata di chi governa e di chi controlla” e pone i conti “al riparo da rischi di sforamento del deficit sanitario e dall’indebitamento complessivo”, tuttavia “sono le prospettive a preoccupare”.
“La strada obbligata- ha concluso- è quella dei finanziamenti mirati e dei risultati misurabili in economia, della immissione di dosi massicce di sussidiarietà nel rapporto con la società civile, e del passaggio dalla cultura del sospetto verso i cittadini e le imprese a quella dei rigorosi controlli successivi per ciò che attiene la burocrazia”.
-Il dibattito
Per Mauro Manfredini (Ln) questo documento non fa prevedere significative inversioni di tendenza, in un contesto gravemente condizionato dalla crisi e dagli effetti del terremoto. Una gestione virtuosa, certo, ma si sarebbe potuto far meglio, come ha fatto notare la Corte dei Conti con alcuni, precisi rilievi. Molto c’è ancora da fare sulle società partecipate dalla Regione ed è ancora insufficiente l’impegno per la semplificazione burocratico-amministrativa. Infine, Manfredini ha segnalato che uno degli strumenti di verifica sugli effetti della spesa sostenuta – la clausola valutativa prevista su alcune leggi – si è finora concretizzato in inutili elenchi compilativi.
Una fotografia di quanto è stato fatto in un anno terribile, il 2012, e dal Rendiconto emergono molti mortivi di soddisfazione, ha invece detto Tiziano Alessandrini (Pd). Restano un consistente “avanzo netto” e un giudizio complessivamente positivo della Corte dei Conti. Molto apprezzabili, ha aggiunto, modi e tempi in cui sono state impegnate le risorse disponibili, coerentemente a quanto previsto dal Piano per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il consigliere ha voluto inoltre sottolineare l’ulteriore diminuzione dei costi gestionali dell’Ente e dei costi della politica, evidenziando che gli episodi di cronaca di questi giorni offrono argomenti al neo-centralismo, all’attacco in corso contro le autonomie regionali.
Da Andrea Pollastri (Pdl) è venuto un giudizio positivo sulla sensibile riduzione dell’avanzo di amministrazione, ma nonostante lo sforzo restano ancora margini per accelerare i pagamenti ai fornitori. È poi possibile ottenere significativi risparmi ottimizzando gli acquisti e la gestione degli appalti in Sanità. Il consigliere ha poi ricordato le difficoltà in cui versano le Aziende di trasporto locale, e anche in questo ambito sembra possibile migliorare l’efficienza della spesa. Serve più coraggio, infine, per rendere più rigorosa la spesa pubblica nelle società partecipate dalla Regione.
“I conti 2012 della Regione sono in ordine”. Lo ha ribadito la vicepresidente della Giunta, Simonetta Saliera, riportando anche il giudizio “puntuale, nel merito,” espresso dalla Corte dei Conti. Le risorse sono calate – ha aggiunto – ma, contestualmente, la Regione ha attivato misure per diminuire le spese di funzionamento, recuperando mezzi da immettere nel territorio, da indirizzare a politiche attive per contenere la crisi. Il 2012 è stato anche un anno cruciale per il “grande processo culturale” attivato dalla Regione sul fronte del riordino della pubblica amministrazione. Si tratta di politiche – ha spiegato – che non danno visibilità immediata, ma che nel giro di pochi anni consentiranno di ristrutturare il sistema della spesa pubblica riversando le risorse risparmiate sul territorio. Un altro processo di riduzione del capitale investito – ha detto – è stato avviato sul fronte del sistema delle società partecipate, comparto su cui si sta attuando un continuo e puntuale monitoraggio. A fronte di un periodo difficile, sia per la crisi, sia per la mancanza di risorse, sia perché non si intravvedono politiche forti verso la crescita, sia, infine, perché non ci sono politiche di inversione rispetto a “un centralismo sempre più forte”, la Regione – ha concluso – ha cercato di attivare “processi virtuosi” sia al proprio interno, ma anche dal punto di vista culturale coinvolgendo tutte le amministrazioni sul territorio.
In dichiarazione di voto, Liana Barbati (Idv) ha sollevato il problema della trasparenza e della necessità di attivare una pratica di rendicontazione delle spese regionali che sia più a portata dei cittadini. “La Regione – ha detto – ha fatto passi in avanti sul tema della trasparenza, ma bisogna fare di più, entrando più analiticamente nel merito dell’uso dei fondi”.