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Mirandola, riduzione uffici dell’Agenzia delle entrate: no del Consiglio provinciale

Mantenere a Mirandola l’ufficio territoriale dell’Agenzia delle entrate. È quanto chiede l’ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari e approvato all’unanimità nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale di Modena.

Il documento, presentato da Ivano Mantovani (Pd), chiede all’Agenzia delle entrate di evitare lo spostamento a Carpi dei servizi più complessi e a “maggior valore aggiunto” dell’ufficio mirandolese, deciso nel corso dell’estate, in quanto la riduzione alla sola funzione di front office «crea un notevole disagio ai cittadini, una popolazione di 82 mila abitanti, e alle imprese del territorio già colpiti dal terremoto e che anzi proprio per questo hanno necessità di ulteriore assistenza da parte degli uffici. Senza contare – ha aggiunto il consigliere – che sono già partiti i lavori di messa in sicurezza dell’edificio che ospitava gli uffici che quindi potranno essere ripristinati in tutte le loro funzioni, come era prima del sisma». Mantovani ha inoltre ricordato che lo stesso ordine del giorno è già stato approvato dal Consiglio comunale di Mirandola e che se ne stanno occupando anche tutti i parlamentari modenesi.

«Il trasferimento è una decisione assurda – ha commentato Mauro Sighinolfi (Pdl) – che nel nome di un malinteso risparmio penalizza una comunità che ha già subito il terremoto. Tra l’altro è una decisione che, per ora, sposta a Carpi una serie di funzioni che nelle intenzioni dovranno essere trasferite addirittura a Modena». Secondo Dante Mazzi (Pdl) «questi sono tagli che dovrebbero essere conseguenti a innovazioni, come quella dei servizi digitali, che ci sono state promesse per agevolare i cittadini. Ma le innovazioni non sono state realizzate e i tagli, a questo punto indiscriminati, invece sì».

Per Sergio Pederzini (Idv) si tratta di «un’ulteriore penalizzazione di un territorio ancora disastrato dopo il sisma. Se proprio l’Agenzia delle entrate non può evitare il trasferimento che almeno lo rinvii per il tempo necessario a far sì che il territorio si riprenda».

 

 

 

















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