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Salute mentale, Modena: “una vita senza discriminazioni”

salute-mentale“Un mondo in cui la salute mentale è un valore che viene promosso attivamente, in cui sono applicate strategie di prevenzione dei disturbi psichiatrici, nel quale le persone con disagio psichico sono messe in condizione di esercitare a pieno i propri diritti umani e di accedere ad un’assistenza sanitaria e sociale appropriata e di alta qualità in tempi utili a favorire la guarigione, tutto al fine di raggiungere i migliori livelli di salute e di partecipare pienamente ad una vita sociale libera da stigmatizzazioni e discriminazioni”.

E’ la visione del Piano d’azione per la salute mentale mondiale recentemente approvato dall’Assemblea delle Nazioni Unite, che Shekhar Saxena, direttore del Dipartimento di Salute mentale e Abuso di sostanze dell’Organizzazione mondiale della sanità, ha delineato in occasione della seduta di oggi, giovedì 17 ottobre, del Consiglio comunale di Modena, dedicata a “Fragilità e salute mentale”. La speciale seduta, a cui ha preso parte anche un nutrito pubblico, anticipa la terza edizione di Màt, la Settimana della salute mentale che si terrà a Modena e provincia dal 18 al 25 ottobre.

Dopo l’apertura dei lavori della presidente Caterina Liotti e il saluto del direttore generale Ausl Mariella Martini, sono intervenuti anche l’assessore comunale alle Politiche sociali, sanitarie e abitative Francesca Maletti e il direttore del Dipartimento di salute mentale di Modena Fabrizio Starace, mentre la chiusura dei lavori è affidata al sindaco Giorgio Pighi.

Saxena ha evidenziato che il Piano d’azione per la salute mentale mondiale, di cui ha presieduto il gruppo di lavoro, è stato firmato da 194 ministeri della Salute di Paesi partecipanti all’Organizzazione mondiale della sanità e che, per la prima volta in 66 anni di attività, è stato definito un Piano di intervento per questo settore. “In situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo tende ad aumentare il numero di persone in situazione di disagio psichico – ha aggiunto – è quindi importante che i Governi aumentino gli investimenti nell’ambito della salute mentale”.

Il rappresentante dell’Oms ha illustrato, inoltre, i sei principi e approcci trasversali del documento: “L’accesso universalistico ai servizi sanitari dedicati, secondo il principio dell’equità, indipendentemente da età, genere, posizione sociale, razza e orientamento sessuale – ha affermato – e il rispetto dei diritti umani, secondo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità e di altri strumenti internazionali e regionali sui diritti umani”, ha affermato. “Gli interventi devono essere fondati sulle evidenze scientifiche e sulle best practice – ha proseguito – le politiche, i piani e i servizi per la salute mentale devono tenere conto dei bisogni sanitari e sociali in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, l’approccio deve essere multi-settoriale, in collaborazione tra politiche sanitarie, sociali, dell’istruzione, del lavoro, dell’abitare, della giustizia, e anche in relazione con il settore privato. Infine, le persone con disturbi psichiatrici devono essere responsabilizzate e coinvolte direttamente nelle politiche di programmazione, organizzazione dei servizi, monitoraggio, ricerca e salute”.

Sull’applicazione di tali principi si è concentrato anche l’ordine del giorno illustrato dalla presidente del Consiglio e firmato da Pd, Sel, Udc, Lega nord, Modenasaluteambiente.it, Etica e legalità, Modena futura e Movimento per cambiare insieme per Modena. La mozione invita la Giunta a tradurre tali linee nei documenti di indirizzo e programmazione che l’Amministrazione comunale adotterà per garantire i diritti delle persone con fragilità e disagio psichico.

 

APPROVATA ALL’UNANIMITÀ UNA MOZIONE

Il Consiglio comunale ha chiesto alla Giunta di tradurre i principi fondamentali del Piano d’azione per la salute mentale mondiale elaborato dall’Organizzazione mondiale della sanità nei documenti di indirizzo e programmazione che l’Amministrazione comunale adotterà per garantire i diritti delle persone con fragilità e disagio psichico.

Lo ha fatto nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 17 ottobre, dedicata alla “Fragilità e salute mentale a Modena”, approvando all’unanimità l’ordine del giorno illustrato dalla presidente Caterina Liotti e firmato da Pd, Sel, Udc, Lega nord, Modenasaluteambiente.it, Etica e legalità, Modena futura e Movimento per cambiare insieme per Modena.

Il Consiglio ha infatti condiviso la definizione di salute mentale dell’Oms intesa come “uno stato di benessere nel quale il singolo è consapevole delle proprie capacità, sa affrontare le normali difficoltà della vita, lavorare in modo utile e produttivo ed è in grado di apportare un contributo alla propria comunità” e, nel documento, ha evidenziato che “nonostante la medicina e i servizi sociali abbiano compiuto grandi passi avanti nel settore, molte persone affette da disturbi mentali ancora non ricevono il tipo di trattamento, riabilitazione o aiuto alla partecipazione sociale necessari dal punto di vista etico e tecnico”. La salute mentale “è spesso esclusa dalla lista delle priorità in materia di politica della salute. Soprattutto in tempi di crisi e di difficoltà finanziarie – si legge ancora – anziché un potenziamento delle strutture assistenziali si assiste a un loro smantellamento o a un aumento dei costi dei servizi indispensabili e delle possibilità di trattamento. Proprio in tempi di crisi sono necessari investimenti a favore della partecipazione e della formazione, nonché dell’economia sociale – insiste la mozione – è proprio in simili congiunture che la Pubblica Amministrazione non può ritirarsi dal settore dei servizi sociosanitari”.

I principi fondamentali del Piano d’azione per la salute mentale mondiale ripresi nell’ordine del giorno vanno dal rispetto dei diritti umani, secondo la Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, all’accesso universalistico ai servizi sanitari dedicati, secondo il principio dell’equità, senza limiti per età, genere, posizione sociale, razza e orientamento sessuale. Gli interventi devono essere fondati sulle evidenze scientifiche e sulle best practice; politiche, piani e servizi per la salute mentale devono inoltre tenere conto dei bisogni sanitari e sociali in tutte le fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, e l’approccio deve essere multi-settoriale, in collaborazione tra politiche sanitarie, sociali, dell’istruzione, del lavoro, dell’abitare, della giustizia, e anche in relazione con il settore privato. Le persone con disturbi psichiatrici, inoltre, devono essere responsabilizzate e coinvolte direttamente nelle politiche di programmazione, organizzazione dei servizi, monitoraggio, ricerca e salute.

 

Immagine: il direttore Divisione salute mentale dell’Oms Shekhar Saxena interviene in Consiglio comunale. A fianco il direttore del Dipartimento di salute mentale Fabrizio Starace, dietro la presidente Liotti, il sindaco Pighi e la direttrice generale Ausl Martini

 

















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