Le imprese sono spesso ambiziose, ma per andare lontano hanno bisogno di nuove risorse, nuove relazioni, nuovi capitali. In particolare quelle italiane, che spesso rischiano di non farcela a causa di limiti dimensionali rispetto alla portata del fenomeno di globalizzazione in atto.
Per aiutarle a realizzare i progetti di crescita, Borsa Italiana ha creato Elite, una piattaforma di servizi integrati che mette a disposizione le competenze industriali, finanziarie e organizzative per vincere le sfide dei mercati. In particolare, l’obiettivo è facilitarne l’internazionalizzazione, migliorare i rapporti col sistema bancario e imprenditoriale e avvicinarle ai mercati di capitali.
La selezione è severa e accurata. Entrare a far parte delle imprese scelte da Borsa Italiana per il progetto Elite, infatti, è una testimonianza del valore dell’azienda, non solo della sua solidità e qualità ma anche della concretezza delle prospettive di crescita a livello globale. Attualmente sono 131 le imprese che ne fanno parte, di cui 13 emiliano-romagnole.
Con la più recente fase del progetto Elite del 10 ottobre scorso, in cui sono state presentate le ultime 31 imprese “promosse” in Elite, della selezione fa parte anche USCO, il gruppo modenese specializzato nella produzione e distribuzione di componenti per macchine movimento terra destinati sia al primo montaggio che all’aftermarket.
“In Elite vediamo l’inizio di quel percorso che il nostro gruppo vuole intraprendere”, ha commentato Massimo Galassini, socio di maggioranza e presidente di USCO, che ha fondato nel 1989. “L’obiettivo è di cogliere al meglio le opportunità finanziarie necessarie per il nostro sviluppo e la nostra crescita in un settore in cui vi sono ancora grandi spazi e opportunità”.
E la volontà di crescita è testimoniata dall’articolato processo di evoluzione ed espansione a livello internazionale intrapreo dal gruppo metalmeccanico modenese.
L’assetto attuale del Gruppo USCO garantisce la capillare commercializzazione di un’ampia gamma di prodotti ITR, brand modenese da oltre trent’anni sinonimo di alta qualità e affidabilità. Già oggi USCO dispone infatti di una propria rete di aziende manifatturiere, che ha permesso di ampliare il tipo di clientela nel settore dell’aftermarket dei ricambi e i rapporti con le principali aziende produttrici di macchine movimento terra (Oem, “Original equipment manufacturer”).
L’internazionalizzazione per USCO è una realtà concreta: i centri produttivi in Cina e Corea del Sud sono dedicati alla produzione dei componenti sottocarro; i centri distributivi, tutti a marchio ITR, sono dislocati in modo baricentrico rispetto ai mercati di riferimento, al fine di ottimizzare tempi di consegna e costi; le attività sono dislocate su sedi proprie per una superficie complessiva di circa 310.000 metri quadrati, di cui 110.000 in Italia.
Il gruppo USCO conta oggi nel mondo oltre 1.000 dipendenti, di cui 280 nella provincia di Modena. Realizza un fatturato consolidato intorno ai 300 milioni di euro, per il 95% circa all’estero, con spedizioni in oltre 100 diversi Paesi.
USCO, secondo la filosofia del suo presidente, è la dimostrazione che internazionalizzare non sempre ha come contraltare la riduzione dell’attività nel proprio Paese. La scelta di questi decenni è stata una crescita attraverso un razionale e ponderato decentramento industriale e distributivo, che ha portato anche la componente modenese e italiana del gruppo a crescere in maniera costante e progressiva, fino a triplicare le proprie dimensioni locali, sia in termini di strutture sia sul piano occupazionale.