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Il sindaco di Bologna, nella seduta odierna del Consiglio comunale, ha illustrando le “Proposte sulla sicurezza urbana”

virginio-merola-5Il Consiglio comunale sulla sicurezza nasce dalla richiesta dei consiglieri Michele Facci, Valentina Castaldini, Marco Lisei, Lorenzo Tomassini, Daniele Carella (Pdl), Manes Bernardini, Paola Francesca Scarano, Mirka Cocconcelli, Lucia Borgonzoni (Lega nord), Massimo Bugani, Marco Piazza (M5S).

Di seguito, l’intervento del sindaco Merola. In allegato, le “Proposte sulla sicurezza urbana”.

“Credo sia necessario partire da una premessa, quella della necessità di condividere il significato di sicurezza urbana. Vale a dire la tutela di un bene pubblico, attraverso le attività poste a difesa nell’ambito della città del rispetto delle norme che regolano la vita civile per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile, la coesione sociale, la qualità della vita urbana. Il tema della sicurezza urbana si conferma essere di valenza trasversale a tutta l’Amministrazione, non riducibile ad un unico aspetto ed ha una chiara distinzione nel nostro ordinamento rispetto alla questione specifica dell’ordine pubblico che, come sapete, è regolata attraverso il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza al quale le istituzioni locali partecipano e fanno presenti i problemi della comunità, e promuovono il coordinamento delle forze dell’ordine per quanto riguarda i temi di valenza cittadina.

Viviamo un periodo nel quale l’insicurezza non è dovuta solo alla criminalità vera e propria, ma anche a tutto ciò che rende poco vivibile un luogo. Il concetto di sicurezza va quindi inteso in questo senso oggettivo, ampio, descritto dai dati e dalle statistiche certamente sull’andamento degli atti criminosi, ma anche in termini soggettivi, dando al termine la valenza concreta che ha, perché non è che una cosa soggettiva sia meno reale dei dati statistici, quindi legato a quella che viene definita la percezione soggettiva di rischio, di disagio, di paura che viene espressa dagli abitanti della città nel muoversi sul proprio territorio o abitare determinate zone. Questo concetto è molto importante, e a questo concetto le Amministrazioni comunali possono dare un contributo forte, appunto ragionando sull’intero spettro delle attività che sono necessarie per la qualità urbana.

Viviamo una fase nel nostro Paese dove la percezione di rischio e di insicurezza è in aumento. Questo avviene in tutte le città anche come conseguenza, è noto, della crisi economica e delle difficoltà che da questo punto di vista si creano nelle città, anche nella nostra. Qui c’è un punto che fa parte della premessa: noi siamo abituati da tempo a comprendere che la paura può avere sempre due aspetti, un aspetto positivo che consente di ragionare sui rischi a cui è esposta la popolazione e cercare insieme le risposte perché questi rischi siano affrontati. La sicurezza, da questo punto di vista è basata su questo ragionamento sulla paura che è fondativa dei nostri stati nazionali. Dobbiamo evitare un utilizzo della paura cercando soluzioni dove queste non sono date, ma aumenterebbero la conflittualità e aumenterebbero i problemi. Mi riferisco al fatto che è anche compito della politica, e quindi anche di questo Consiglio comunale, prestare molta attenzione al fatto di non utilizzare la paura per la ricerca di un capro espiatorio. I cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge, su questo si basa il patto fondativo, si tratta di rassicurare e di eliminare e ridurre i pericoli contro la sicurezza dei cittadini.

Sicuramente siamo di fronte a fenomeni nuovi, che riguardano il cambiamento demografico della nostra popolazione e credo che sia opportuno su questo che ciascuno di noi si interroghi sull’uso migliore della paura e sull’uso politico della paura. In termini più chiari, non credo che noi possiamo affrontare questo tema politicamente, individuando in determinate etnie o fasce della popolazione il capro espiatorio delle paure dei cittadini, ma dobbiamo a questo sapere accompagnare un’arte della distinzione che insista nel fatto che per noi contano le persone. E qualsiasi persona commetta un reato o non rispetti il regolamento di polizia urbana o abbia questi tipi di comportamenti antisociali, per noi va perseguita nei termini di legge.

Questa chiarezza concettuale la dobbiamo avere, perché se non l’abbiamo e non la pratichiamo, io credo che veniamo meno a una nostra responsabilità politica, prima di tutto. Credo ci siano due forme di eventuale xenofobia e razzismo: la prima consiste nel fatto di identificare in un determinato gruppo sociale un problema in quanto gruppo sociale o etnia; la seconda consiste in una specie di razzismo indiretto che porta a ritenere che per determinate categorie, per esempio la situazione che si sta creando introno ai Prati di Caprara, l’atteggiamento debba essere quello di giustificare, in nome di una malintesa idea di politiche sociali. Sostenere che per determinati gruppi di cittadini l’unica cosa da fare sia quella di seguire la logica dei sussidi e dell’intervento sociale, equivale a dire che queste persone le riteniamo irrecuperabili ad una effettiva integrazione e assunzione di responsabilità personali. Quindi, dobbiamo trovarlo questo equilibrio, perché non può essere giustificata, per esempio nella zona Prati di Caprara, l’idea che in quanto appartenenti a una determinata etnia, per quel gruppo di persone sia tutto giustificabile dalle politiche sociali. Chi delinque, chi non rispetta il Regolamento di polizia urbana va considerato una persona e non parte di un gruppo, e tanto meno si può giustificare con l’appartenenza ad una etnia il non rispetto delle regole esistenti di convivenza civile nella nostra città. So che è un equilibrio difficile, ma è un equilibrio efficace che ci consente di intervenire.

Tornerò sulla questione dei Prati di Caprara, l’ho voluta riprendere in premessa per esemplificare una valutazione del Consiglio comunale che, secondo me, inutilmente si divide su questo tema e per valutare, sulla base della chiarezza di queste premesse, gli interventi necessari.

In termini generali, quanto ci comunica la Prefettura per quanto riguarda i fenomeni di criminalità nel nostro Pese, si registra, come in tante altre città, un aumento in percentuale di un determinato tipo di criminalità che incide sulla vita quotidiana dei nostri concittadini, relativa ai fenomeni predatori, ovvero borseggi, furti con destrezza, le questioni che davvero incidono sulla vita quotidiana. Si tratta di un incremento reale, comparabile a quello di altre realtà metropolitane, che non crea una situazione di allarme in termini statistici e la situazione di intervento delle Forze dell’ordine e della polizia municipale è costante, però crea un problema di insofferenza e di sensazione di effettiva solitudine in alcune zone della città, da parte di alcuni gruppi di cittadini. Il nostro problema è quindi dare un segnale: non lasciamo sole queste persone, e se la massa degli interventi che abbiamo fatto è notevole, questo non ci deve indurre ad allentare la presa, ma a continuare, intensificare e migliorare gli interventi.

Il confronto che abbiamo avviato fra noi, anche con il documento che vi ho inviato, che abbiamo condiviso e discusso nella Conferenza dei capigruppo – continua il Sindaco Merola – ci deve mettere nella situazione di condividere soprattutto le informazioni sulle idee e le ipotesi di lavoro e quindi di trovare un metodo di lavoro, che è molto importante per cercare di migliorare le iniziative che possiamo intraprendere in questo campo. Il documento vi è stato consegnato, ve lo aggiornerò in corso d’opera rispetto ad alcune date che vi sono indicate, ma credo che sia una importante base di discussione tra noi, nel senso che il documento esprime anche una valutazione su questioni che sono state poste da alcuni dei Gruppi che hanno una tendenza all’iniziativa politica nazionale. Cosa che, secondo me, è nel compito pieno del Consiglio, qualora decida di attivare la Giunta su alcuni temi segnalati come temi nazionali, cioè che non possono essere risolti a livello locale, per vedere quali modifiche possiamo costruire.

Questo vale anche per il Patto per la sicurezza per la città di Bologna.

Come sapete non tutte le città hanno questo patto, noi lo stiamo sperimentando, l’abbiamo recentemente aggiornato, credo che sia un metodo di lavoro che possiamo giudicare positivo, ciò non toglie che possiamo anche proporre delle modifiche e dei miglioramenti rispetto alla situazione per aggiornarlo. Vorrei richiamare la vostra attenzione, sia rispetto a quel documento, sia su alcune cose che stiamo facendo in città anche con il contributo con le forze consiliari, per continuare nel migliorare il nostro impegno in questa direzione. Innanzitutto, rispetto al documento siamo in grado di aggiungere un aspetto fondamentale per quanto riguarda il tema, a proposito di tutte le cose che concorrono alla sicurezza urbana, del sistema di illuminazione pubblica. Come sapete, avendo fatto l’accordo con Enel Sole, noi siamo in grado di completare entro il 2016 il rifacimento completo del sistema di illuminazione pubblica della nostra città. Questa operazione, però, ci dà una possibilità: innanzitutto abbiamo cominciato a pianificare i cantieri, e dalla prossima primavera ne partiranno 20 in tutta la città, per rifare gli impianti. Una priorità che abbiamo già indicato, in accordo con il presidente del quartiere Santo Stefano, riguarda l’illuminazione dei Giardini Margherita. Un tema che ci aveva già coinvolto nella discussione con i Capigruppo e che abbiamo ripreso nel documento, è la possibilità con questo nuovo sistema di illuminazione pubblica, di predisporre questi nuovi impianti per un sistema di telecontrollo, quindi per l’installazione di videocamere. Da questo punto di vista le normative prevedono che presso il Comitato per l’ordine pubblico, dove è attivato un gruppo di lavoro per la revisione del sistema di telesorveglianza, sarà necessario concordare l’effettiva installazione delle telecamere. C’è un tema di privacy, ma anche di valutazioni che riguardano la Prefettura e la Questura e norme nazionali, per cui l’installazione effettiva deve essere concordata in sede di Comitato.

Ovviamente, avendo noi questa innovazione tecnologica alle porte, è arrivato il momento di fare il punto su questo tema, sia per quanto riguarda i venti cantieri previsti, sia rispetto alle segnalazioni fatte da ogni gruppo consiliare, quindi da riportare nel Comitato per l’ordine pubblico.

Sul tema degli assistenti civici, il comandante della Polizia municipale mi assicura che dall’1 novembre sarà fatto il bando per la selezione delle persone. Questo è stato un punto che abbiamo discusso, anche con qualche confusione, ora il tema degli assistenti civici viene finalmente applicato nella nostra città secondo la legge regionale dell’Emilia-Romagna, che prevede, appunto, che sugli assistenti civici che operano alle dirette dipendenze e in appoggio alla Polizia municipale ci sia una procedura di selezione tramite bando che abbiamo condiviso con l’approvazione in Consiglio comunale, in modo poi da avere una selezione delle persone che decidono di operare volontariamente alle dipendenze della Polizia municipale che sia accorta, adeguata e utile per i temi che possono concorrere all’applicazione del Regolamento di polizia municipale.

Troppo poco facciamo presente ai cittadini, e qui lo voglio ricordare, che noi ci occupiamo anche di assistenza alle vittime. E’ uno dei temi che abbiamo ripreso e in questa sede voglio ricordare l’esistenza di un Protocollo d’intesa tra il Comune, Hera e Tper, per promuovere la stipula di una copertura assicurativa su alcuni rischi in materia di sicurezza personale per cittadine e cittadini con più di 65 anni. In caso di scippo, borseggio, rapina, furto o raggiro potranno ottenere gratuitamente un risarcimento attraverso questa polizza che copre anche eventi avvenuti sull’autobus. L’assistenza fornita all’assicurato copre le spese sostenute per il rifacimento dei documenti personali e prevede anche, se necessario, l’invio all’abitazione di una guardia giurata, di un tecnico, fabbro, elettricista eccetera, di una collaboratrice domestica per sistemare la casa e infine di pagare le spese d’albergo qualora l’abitazione risultasse inagibile. L’assistenza alla persona include, se necessario, l’invio di un medico o di un infermiere. Ho voluto citarlo perché il tema di non lasciare soli i cittadini è praticato, in particolare sulla popolazione anziana, comprensibilmente perché più esposta alla solitudine, verso la quale è necessario mantenere alta l’attenzione in caso di reati predatori.

Ci siamo occupati anche del tema dei Prati di Caprara, sul quale, dopo la premessa, che ritengo fondamentale, dobbiamo agire di conseguenza.

Innanzitutto lavorando, d’intesa con la presidente di quartiere, su quel quadrante che non è solo i Prati di Caprara. Vedere da subito, e su questo ci siamo già attivati, quali sono i miglioramenti possibili in quella zona per quanto riguarda le aree verdi e le strade. Nello stesso tempo, credo che sia necessario andare avanti con quanto è possibile decidere e fare: mantenere il controllo della polizia e della municipale sulla zona, trovare un più stretto coordinamento con l’Ospedale Maggiore, per una maggiore collaborazione e poi affrontare di petto il tema delle aree dismesse dei Prati di Caprara. Il che significa lavorare innanzitutto per affidare, in accordo con l’Agenzia del demanio, gli orti e i prati di Caprara definitivamente al Comune, avviando la bonifica di quegli orti, come presidio di quella zona e lavorare sull’idea di una consegna anticipata di parte delle aree dei Prati di Caprara. Questo per avviare in questo mandato, in attesa del Piano Operativo Comunale e delle discussioni con l’Agenzia che comunque, come informerò in altra sede, stanno andando avanti in modo positivo sul tutte le aree militari dismesse, una concreta riqualificazione di una parte di quella zona della città, che come sapete il Piano urbanistico destina a parco. Stiamo lavorando, in accordo con l’Agenzia del demanio, per sbloccare la situazione degli orti in modo da avviare un processo di riqualificazione sia degli orti che della sistemazione a verde di parte di quell’area. Sarà necessario valutare i termini di Bilancio, ma questo lo terremo strettamente connesso alla discussione che stiamo iniziando sul Patto di stabilità, sui bilanci dei comuni. E’ annunciato un allentamento del Patto di stabilità e insieme a voi, sono sicuro, staremo molto attenti che ci sia. E’ uno degli impegni nel confronto con il tavolo del Governo per sbloccare da questa via gli investimenti che il Comune ha la potenzialità di fare su quell’area, in modo da arrivare anche qui a dare un segnale di intervento, che trasformi quella zona in un cantiere.

Per quanto riguarda l’attuale, a breve riprendono i lavori che si erano interrotti per creare quelle corsie di pattugliamento delle Forze di polizia, si è ritrovata un’intesa con l’Agenzia del demanio sulle modalità operative. Quindi verranno realizzati questi stradelli che permetteranno un pattugliamento diretto delle forze di polizia. Con il Prefetto, come era stato chiesto dai consiglieri, mi sono attivato per richiedere che siano impiegate anche pattuglie dell’esercito, ci sta lavorando e pensa di poter rispondere positivamente a questa richiesta.

Quindi, in questa zona noi dobbiamo insieme, e sottolineo insieme, poi se non sarà possibile ognuno procederà, attuare un intervento complessivo, che parta come primo punto dal non lasciare soli gli abitanti di quella zona, mantenendo e accentuando questo livello di presenza e intervento dei Carabinieri, Forze di polizia e vigili urbani. Il secondo punto è lavorare sui dati strutturali della questione, affrontare il tema dei Prati di Caprara giocando sul fatto di anticipare il più possibile i lavori in quella zona; il terzo è occuparsi della qualità urbana nel quadrante, penso ad esempio ai giardinetti di via Baracca, usati dai tossicodipendenti per consumare, che sono già oggetto di interventi. Anche lì, sono comprensibili e legittime tutte le iniziative delle forze politiche, ma tutte le forze politiche in quella zona sanno che in quel quartiere si può contare su un tessuto di associazioni e di persone disponibili a fare la propria parte, che vanno assolutamente coinvolte in questo tavolo per la sicurezza in quel quadrante. Quindi bisogna accelerare il più possibile il recupero del degrado urbanistico. Da questo punto di vista, siamo d’accordo con la presidente di quartiere, che l’intervento su quella zona è coordinato direttamente dal Gabinetto del Sindaco assieme alla Presidenza di quartiere, in modo da avere una efficacia di intervento e di riferimento alle forze consiliari adeguato. Credo che uno dei temi sia l’informazione tra di noi in tempo reale sulle iniziative che in quella zona si fanno. Ma il messaggio, ripeto, ha bisogno di condividere quella premessa: la premessa è che non possiamo tollerare quei comportamenti nei Prati di Caprara, nel senso che quelle persone devono comprendere che noi parliamo di Regolamento di polizia urbana e di regole dell’ordine pubblico. Le altre questioni in quella zona non ci riguardano, perché in quella zona non abbiamo il problema delle Politiche sociali, ma quello di persone, singole o in gruppo, che non hanno capito e non vogliono capire come si deve convivere in una città. Sulle politiche sociali state tranquilli che tutti quelli che ne hanno diritto in questo Comune vengono seguiti, ma dobbiamo chiarezza ai cittadini su questo punto, perché, ripeto, si può essere razzisti a contrario. Se noi assumiamo il fatto che i rom in quanto tali non possono mai cambiare e quindi dobbiamo essere tolleranti dal punto di vista delle regole, facciamo un grave errore, così come faremo un grande errore ad assecondare il fatto, comprensibile in cittadini isolati e oggetto quotidianamente di questi comportamenti illegali e fastidiosi, a identificare i rom in quanto tali come naturalmente portati a essere illegali. Vi chiedo questo equilibrio e ci metto il fatto che noi siamo pronti ad applicare la necessaria durezza d’intervento. Credo che trovare tra di noi questo equilibrio sia un’assunzione di responsabilità politica forte: e credo che abbiamo le condizioni per fare un intervento condiviso.

Sul tema generale delle aree dismesse, abbiamo concluso accordi sul loro uso temporaneo, in particolare la caserma Sani e su questo andremo avanti.

Dobbiamo sapere che l’utilizzo temporaneo delle aree vale di volta in volta per un anno, perché abbiamo novità che si annunciano sul tema, di cui avrete letto sui giornali. C’è l’intenzione del Governo di accelerare la dismissione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare e questo avrà, credo, delle conseguenze anche per la nostra città. Stiamo intensificando per questo i contatti con l’Agenzia del demanio, stiamo lavorando nell’ipotesi di consegnare alla Cassa Depositi e Prestiti la caserma Sani e la caserma Masini. Questo dovrebbe permettere una accelerazione di interventi sulle due caserme che, come sapete, sono già incluse nei Piani Operativi Comunali, quindi sono pronte dal punto di vista urbanistico alle trasformazioni. Stiamo anche stringendo i contatti con la nuova SGR, che è diventata operativa da lunedì, domani incontrerò la responsabile della nuova SGR che fa capo al Ministero dell’Economia che insieme a noi vuole lavorare sulle aree dismesse per l’idea di costituire il primo fondo italiano di investimento sulle aree dismesse. Anche qui lavoriamo per un’accelerazione generale sul tema delle aree dismesse.

Molti dei problemi che abbiamo ai Prati di Caprara e ad alcune zone della Bolognina sono legati ai ritardi che abbiamo dovuto accumulare nelle trasformazioni urbanistiche con la crisi economica che ci è capitata addosso. Avviare processi di riqualificazione urbana insieme a iniziative delle associazioni, come quelle che stanno ottenendo buoni risultati al quartiere Navile, è il modo per affrontare questa questione in termini complessivi. Mi riservo, finiti questi incontri, di ritornare in Consiglio sulle prospettive per quanto riguarda il tema generale delle aree dismesse.

Per quanto riguarda la Polizia municipale, domani la Giunta approverà la delibera che dà il via alla procedura per l’assunzione dei primi 25 nuovi vigili. Come sapete, l’obiettivo nel triennio è di assumerne 75. In questa fase difficile di decremento del personale abbiamo deciso che l’unico settore sul quale si farà un concorso per assumere direttamente alle dipendenze del Comune sarà quello della Polizia municipale, che come sappiamo ha bisogno di essere rafforzata e ringiovanita nei propri organici.

Contestualmente, dalla prossima settimana, il Comandante presenterà alle organizzazioni sindacali il testo definitivo del Piano di riorganizzazione della Polizia municipale, che prevedrà una diversa articolazione nei quartieri e nel centro storico, per quanto riguarda l’impiego delle forze di Polizia municipale.

C’è un tema che volevo riprendere che riguarda l’interconnessione tra le forze di polizia. Ho fatto presente al Ministero dell’Interno una situazione che è stata segnalata: primo la possibilità di un maggiore coordinamento tra le Forze di polizia a partire dalla diversa organizzazione all’interno delle stesse Forze di polizia in particolare per quanto riguarda il poliziotto di quartiere, ci sono infatti organizzazioni diverse tra i diversi corpi di polizia per come si fa questo pattugliamento e per il personale dedicato a questo pattugliamento. Credo che su questo dobbiamo avere e richiedere insieme degli interventi, e questo ci permetterà anche di migliorare questa situazione: come si fanno questi servizi congiunti e quale personale viene dedicato dalle Forze di polizia a questi servizi congiunti, è un tema che dobbiamo affrontare anche nel rapporto con il Ministero dell’Interno per gli eventuali rinforzi che saranno necessari. Ci sono anche questioni di dettaglio organizzative, per esempio i Carabinieri possono fare il carabiniere di quartiere con un altro carabiniere, la Polizia di Stato può solo con due agenti, i vigili come sapete girano in tre, quindi c’è un tema, di dettaglio se volete, ma che va affrontato da questo punto di vista per rendere più efficace il coordinamento a partire dalla necessità di un rinforzo delle Forze dell’ordine sulla nostra città, che ho già fatto presente e sul quale sono avviate delle discussioni che riferirò al Consiglio.

Ho fatto sopratutto presente che i ritardi del settore urbanistico, non attribuibili al Comune di Bologna, ma a questa crisi economica, ci hanno innanzitutto portato quest’idea dell’utilizzo temporaneo delle aree dismesse e, allo stesso tempo, queste richiedono maggiore sforzo di presenza e di controllo da parte delle forze della Polizia municipale e della Polizia di Stato sul quale è necessario fare una verifica, anche del personale dedicato, da parte delle Forze di polizia. Sono certo, su questo, di avere il vostro interessamento perché su questo credo che sia necessario, premessa la situazione di aumento della criminalità nella nostra città, non in cifre che fanno pensare ad un allarme, ma abbiamo il problema e il dovere di assicurare un maggiore presidio del territorio.

Quindi facciamo la nostra parte cominciando a rafforzare il Corpo dei vigili e anche avviando la riorganizzazione che non attenderà l’arrivo di tutti i vigili, ma che partirà entro quest’anno. Allo stresso tempo, però, credo che sia necessario aggiornare le politiche di sicurezza urbana in relazione al Ministero dell’Interno su aspetti di particolare unicità che vanno tenuti in considerazione contando sul fatto che questa città sarà la prima in Italia, perché abbiamo tutto pronto, dal punto di vista urbanistico, ad investire fortemente sulle aree dismesse. Ci sono proposte interessanti in campo, e attengono anche al fatto di utilizzare le aree dismesse su progetti di housing sociale. Direi che siamo la prima città metropolitana interlocutrice credibile sul Governo per avviare, da questo punto di vista, progetti concreti di cui vi relazionerò appena abbiamo fatto il punto su alcune risposte e situazioni.

Noi non possiamo – e scusate se facciamo questa carrellata, ma è sempre così perché quando si parla di sicurezza si corre il rischio di parlare di tutto, ma di tutto bisogna parlare, quindi mi aiuterete voi a vedere quello che ho trascurato – ma io sento al necessità di sottolineare il fatto che questa legge sul femminicidio che è stata approvata contiene molto dell’esperienza del comune di Bologna. I centri antiviolenza, il finanziamento dei centri antiviolenza, il fatto di educare nelle scuole a una diversa relazione tra le persone, tra uomini e donne, il fatto di prevedere, come noi abbiamo già previsto e realizzato il servizio di pronto intervento sociale per far fronte alle emergenze di estremo disagio sociale quando si verifichi la condizione di persona, donna o minore che necessiti di protezione immediata. Da questo punto di vista sono anche stati stanziati dei finanziamenti ai quali concorreremo ma, come sapete, su questo tema, abbiamo un’attività avviata con l’intera provincia e ci fa piacere che, oltre ad una legge che ha previsto – anche se finalmente ascoltando anche gli esperti – alcune norme più severe dal punto di vista delle norme di repressione, si sia anche accennato e riconosciuto, per la prima volta, che questa attività va finanziata e non vanno lasciati soli i comuni a promuoverla.

Quindi resterà al centro della nostra azione politica il rafforzamento del “Centro delle donne per non subire violenza”, il tema del pronto soccorso, il tema che stiamo già affrontando con la rete che abbiamo già costruito per la promozione dell’educazione nelle scuole, sicuramente noi potremmo essere la prima città ad occuparsi del fatto che questi reati li fanno gli uomini, e quindi a trarne delle conseguenze, non solo dal punto di vista delle campagne di opinione che stiamo facendo e che vanno continuate, ma anche dal punto di vista di pensare a questi soggetti che sono talmente impotenti da ricorrere alla violenza, alcune forme di assistenza ed educazione psicologica che credo siano necessari da questo punto di vista.

Permettetemi anche se non c’entra nulla – sicuramente il tema del femminicidio non si risolve con norme più severe – mi ha fatto piacere che sia stato limitato in alcuni casi il tema del ritiro del procedimento d’ufficio. Credo che sia stato bene accogliere quella richiesta che veniva dal mondo delle donne e delle associazioni femminili, di non rendere sempre e comunque obbligatorio il procedimento d’ufficio, ma di lasciare l’autonomia, in molti casi alle donne, di revocare la querela una volta fatta. Anche perché si è data molta attenzione – giustamente – di fronte ai dati delle donne vittime di questi reati, di mettere nelle migliori condizioni la nostra magistratura di agire e la polizia di intervenire, ma non deve andare a discapito della conquista necessaria in questo campo dell’autonomia. Credo che noi dovremo nei prossimi mesi e nei prossimi anni affiancare sempre di più al Centro delle donne per non subire violenza, progetti di reinserimento al lavoro di queste donne perché l’autonomia, come mi insegnate, parte da quello: sono molto positive le esperienze nate nel “Centro delle donne per non subire violenza” ma da questo punto di vista dovremo accentuare il nostro intervento come amministrazione.

L’altra nota a margine anche, per alleggerire un po’ il nostro dibattito, è che si è voluto inserire nel decreto sul femminicidio un provvedimento che riguarda i commissariamenti delle Provincie. Di questo parleremo anche in altre sedi. Siamo in un periodo della vita del nostro Paese in cui nei decreti entra di tutto, sicuramente non mi fa piacere il fatto che si preveda che i commissariamenti terminino a fine anno e non che si faccia chiarezza su cosa succeda dopo. Ma questo è un altro problema, riguardo a quello di cui ci occupiamo oggi. Sicuramente credo che dovremo, da questo punto di vista, lavorare molto all’approvazione del progetto sulla città metropolitana perché se c’è una cosa sulla quale prenderei le distanze, come Sindaco di questa città, è che questo paese si riducesse al giugno del prossimo anno a ritornare all’elezione diretta delle Provincie e a rifare le elezioni. Questo, permettetemi, era un passaggio per attirare la vostra attenzione su un tema che è in discussione alla Camera proprio in questi giorni.

Abbiamo avuto questo caso, e forse non abbiamo avuto l’occasione come Consiglio di rifletterci, e per quanto riguarda la nostra iniziativa rivolta agli adolescenti e ai giovani sicuramente nei nostri accordi di programma per la sicurezza urbana contro il bullismo si sta lavorando in diverse zone della città per la prevenzione dello sviluppo di bande giovanili. L’ultimo caso che è capitato, senza enfatizzarlo perché poteva capitare in qualsiasi città, è capitato però nella nostra città e ci deve far riflettere sul fatto che qui è necessaria una maggiore azione e una maggiore capacità di tenere sotto i riflettori quanto avviene nel modo dell’adolescente a Bologna. Io ho avuto modo di dichiarare che credo che non esista una Bologna “feccia” e una Bologna “bene”, credo che sia nostro compito, stiamo già lavorando su questo, in particolare per quanto riguarda il quartiere Santo Stefano, ma anche l’assessore Frascaroli e l’assessore Pillati sui temi educativi e di supporto alle famiglie, in accordo con il Tribunale dei Minori, stanno già operando. C’è bisogno di riaccendere il faro su questa situazione, e anche qui, quello che dobbiamo assolutamente evitare, è che passi l’idea, negli adolescenti, in una parte degli adolescenti, che questi fatti si possono sottovalutare o si possano ridurre a fenomeni da prendere sottogamba. Non si tratta di farne una tragedia, ma sicuramente bisogna intervenire sul ruolo genitoriale e bisogna intervenire sul tema più generale delle attività educative e sociali e dell’attenzione in particolare agli adolescenti in questo campo.

Noi, tra l’altro, come Comune, facciamo molti interventi di educazione alla legalità svolti con i giovani e con il mondo delle associazioni, abbiamo creato uno sportello di primo ascolto, informazione e orientamento per persone che si trovano ad affrontare situazioni di intimidazione e oppressione gestito dall’associazione Libera, ed è stato realizzato un centro di iniziativa e analisi sull’infiltrazione mafiosa nel tessuto sociale del territorio bolognese per la diffusione della cultura della legalità.

Ho ripreso questo tema perché questo tema innanzitutto ci dice che noi dobbiamo certamente tenere contro della percezione soggettiva nei cittadini e sul fatto di questi reati predatori che invadono la vita quotidiana delle persone, ma non possiamo smarrire, come Consiglio comunale, la consapevolezza di alcuni temi di fondo che dobbiamo continuare ad affrontare: il tema del contrasto alle infiltrazioni mafiose è un tema decisivo – che non significa che siamo nella stessa situazione di altre parti del nostro Paese ma – sulla nostre regione incidono molto le infiltrazioni del tessuto dal punto di vista economico ed è per questo che bisogna tenere altro il livello di guardia.

E’ necessario, anche su questo tema della legalità, sapere mantenere una direzione chiara anche nelle premesse, in modo che ci sia appunto un’iniziativa costante verso le nuove generazioni, ma rivolta in termini generali a una riscossa civica della nostra città.

Noi abbiamo diversi temi sui quali nei prossimi mesi interverremo che richiedono che ci sia questa capacità di riscossa civica e di coinvolgimento maggiore delle persone e delle situazioni. Stiamo partendo con la ripulitura dei muri, stiamo facendo incontri con le associazioni dei commercianti e dei piccoli proprietari, si sta condividendo un progetto per lavorare insieme sulle stesse parti della città che partirà in primavera e che riguarda la pulizia dei muri e interventi di riqualificazione urbana.

Come è stato detto da più parti il nostro problema non è che dobbiamo volere una città più pulita, il nostro problema è che dobbiamo convincerci tutti a non sporcare la nostra città. Non è un gioco di parole rispetto all’intervento massiccio che viene continuamente svolto per la pulizia della nostra città, ci sono zone della nostra città dove Hera passa quattro volte al giorno, questi risultati però non si raggiungono se oltre all’intensificazione di questi interventi noi non utilizziamo la grande disponibilità che c’è di associazioni di cittadini a fare la propria parte su questo tema, ma anche a richiamare la necessità-dovere da parte di tutti di tornare a comportamenti civici e urbani più corretti e quindi di intervenire anche su questo con maggiore decisione per l’applicazione del Regolamento di Polizia urbana.

Credo che stiamo assistendo infine, per quanto riguarda il tema più generale di politiche per la nostra città, anche a questioni nazionali che possono avere delle conseguenze sulla nostra vita urbana e che io troverei sbagliato oggi non riprendere qui, e quindi le segnalo al Consiglio comunale. Credo che noi dobbiamo – in questo senso mi sono già attivato presso il Ministero dell’Interno – su alcune delle politiche che facciamo per l’immigrazione, adottare comportamenti diversi dal passato. io credo che quello che sia successo con tutti i morti che ci sono stati ultimamente a Lampedusa, ci debba portare ad un indirizzo politico di questo consiglio sul fatto che sia necessario modificare la legge Bossi-Fini sul reato di clandestinità e credo che sia necessario, altrettanto, che facciamo presente – almeno questa è la mia intenzione e mi sto già attivando per farlo – che il tema del CIE è un tema che va assolutamente affrontato.

Basta andare a visitarlo. Oggi è chiuso in attesa di capire se si fa un appalto, però quello che succede nei CIE indica tutta la necessità di un piano serio, di un’organizzazione del nostro sistema carcerario perché i due terzi di quelli che vanno nei CIE escono dal carcere e siccome non sanno dove metterli, li mettono nel CIE. Un terzo sono, in alcuni casi badanti o altre persone che sono state trovate senza permesso di soggiorno.

Le stesse Forze di polizia, non in documenti ufficiali, ma nella pratica e negli incontri di governo ci dicono: se uno non è stato identificato dopo due mesi, non è molto ragionevole pensare che lo sia nei sedici mesi successivi previsti dalla attuale regolamentazione. Quindi se volessimo affrontare questo tema con razionalità in questo Paese, a proposito del tema “amnistia/indulto”, io credo che sarebbe molto importante affrontare, rivedere, alla luce dei risultati cosa hanno prodotto i CIE e cosa ha prodotto il reato di clandestinità. Utilizzando anche nella comunicazione con i nostri cittadini – che vedo oggi sul Resto del Carlino – gli stranieri che nel 2011 hanno lasciato l’Italia sono stati 32 000, per l’Erario ha significato una perdita di 87 milioni, perché siamo tutti presi dai clandestini e dai rifugiati, ignoriamo il fatto che, per esempio, nella nostra città il 16% della popolazione lavora regolarmente venendo da altri Paesi del mondo e che contribuiscono massicciamente al nostro sistema pensionistico e previdenziale. Nello stesso tempo, i clandestini – ci dice il Carlino – nei primi otto mesi dell’anno, arrivati sulle coste italiane sono stati 21.241 e ci costano, se vogliamo proprio scendere a questo dettaglio – ma ci fa bene – 45 euro al giorno, quindi molto meno dei contributi che abbiamo perso e dei gran miliardi di euro che danno gli immigrati. Quindi è un tema di persone, non è un tema dei paesi di provenienza di questa gente, il tema dell’immigrazione è un tema di effettiva integrazione e di politiche di integrazione. Io non voglio assistere come sindaco di questa città a questa “schifezza” del CIE senza fare nulla e su questo ci dobbiamo mettere d’accordo, e se non ci mettiamo d’accordo, vado avanti lo stesso, perché prima di tutto come persona vi devo dire che è una “schifezza” questa roba a Bologna. Si vuole fare dei centri di accoglienza per questi rifugiati, si vuole finalmente avere una legge per il diritto d’asilo degna in questo Paese, si guardi l’effettivo utilizzo di questi CIE e una parte di questi si riconvertano a veri centri di accoglienza e di transito, perché, come sapete, il grosso di queste persone che è costretta a sbarcare qui, vuole andare in Germania, in Francia, in Belgio, non vuole trattenersi nel nostro Paese. Quindi bisognerà tirare fuori un po’ di razionalità e di determinazione e distinguere, usare le parole, per la civiltà che le parole hanno tra di noi. Così come sul tema dell’amnistia e dell’indulto.

Siccome penso che ci sia un Consiglio comunale che ha la rappresentatività politica della città, che quando accadono cose cruciali nella vita di un Paese, è deputato ad esprimere un’opinione. Si sta discutendo, a livello di Governo, dell’abolizione del reato di clandestinità. Io lo condivido e chiedo il parere di questo Consiglio comunale perché ha degli effetti sulla vita concreta e quotidiana della nostra città. Così come l’esistenza di un CIE, così come l’esistenza di un dibattito che ancora una volta si apre – e voglio dirlo nel pieno rispetto del nostro presidente Giorgio Napolitano – si apre perché costretti dopo sei anni a verificare che nulla è stato fatto per la nostra condizione carceraria, tanto che l’Unione europea ci accuserà di tortura se noi non prendiamo questo provvedimento. Nei sei anni che si sono succeduti dall’indulto di Prodi, i governi che si sono susseguiti al Governo di Prodi, ci hanno riconsegnato al condizione carceraria, se possibile, peggiorata rispetto a come l’avevamo lasciata. E’ legittimo perciò, piuttosto che aprire una discussione bizzarra, che ci si interroghi, oltre alla necessità del provvedimento dell’amnistia e dell’indulto, di cominciare a proporre come città cosa si può fare per migliorare e riformare il nostro sistema carcerario. Perché le due cose stanno insieme, non possiamo lanciare sempre al Paese il messaggio che l’unico modo per affrontare i problemi del sistema carcerario è ricorrere all’amnistia e all’indulto. C’è un’impotenza politica che va assolutamente posta da questo punto di vista, quindi io credo, rappresentando una città che ha molte aree dismesse, che ci siano tutte le condizioni perché anche la nostra città possa fare la propria parte nella riforma al sistema carcerario, e vi segnalo – so che non ve ne importa nulla – perché avete il problema di incitare all’odio i cittadini dei Prati di Caprara, che non esiste neanche nella nostra città, e della quale ci sarebbe un assoluto bisogno in termini di civiltà: le donne con bambini nei carceri, dove vanno? chi se ne occupa? E stiamo parlando di enormi aree dismesse nella nostra città sulle quali è previsto un intervento dello Stato: io intendo occuparmi di questo.

E intendo occuparmi di questo insieme al Ministero della Giustizia e a tutti quelli che sarà necessario coinvolgere insieme al tema del CIE, ma anche insieme al tema della necessaria durezza, guardando sopratutto ai banchi del centro sinistra, sui pericoli di un razzismo indiretto, come ho detto prima, e sul fatto che il giochino che c’è qualcuno più duro di qualcun’altro sulla repressione del crimine o del rispetto dei regolamenti di polizia municipale. Questo non lo lascio più passare, perché in un gioco indegno che alimenta solo paura tra le persone, tra l’altro, cari amici della Lega, non vi da neanche dei risultati in termini elettorali, malgrado tutti i vostri tentativi. Per cui è arrivato il momento di parlarci chiaro, perché non ci si lava la coscienza andando a fare una manifestazione e incitando all’odio, si deve collaborare per risolvere il problema. Noi su questo ci impegnamo, e ci impegnamo direttamente anche nella zona dei Prati di Caprara, però insieme, prendendo delle posizioni sui temi che riguarderanno la città e che sono aperti dal punto di vista di quanto sta avvenendo a livello nazionale. Insieme sapendo – per chi insieme poi ci vuole stare – qual è l’attenzione principale. Non è un modo per sviare da questa discussione, che so che assumerà tutti i toni previsti da una discussione sulla sicurezza, almeno in una parte delle forze consiliari, ma è capire come vogliamo lavorare insieme sul bilancio di questo Comune, su questa legge di stabilità. Perché su questo si giocano molte delle capacità di intervento del nostro Comune.

Vedo segnali positivi, domani sarò a Roma per un incontro su questi temi, saranno annunciate dal Governo le linee di indirizzo del Patto di Stabilità, vedremo di entrare nel merito, noi siamo una città che sta dando molto al risanamento del nostro Paese. Abbiamo perciò anche il diritto/dovere di dire che continuare a tenere questa città bloccata dal Patto di Stabilità sugli investimenti che invece potrebbe fare, è una roba che grida vendetta e che questa situazione va assolutamente sbloccata, per le questioni che anche in termini di politica della sicurezza abbiamo visto fino ad oggi, in sostanza.

Quindi piena disponibilità da parte mia al confronto di merito, piena disponibilità ad aumentare tutti gli interventi che competono al Comune da questo punto di vista e chiarezza sugli obiettivi di fondo. In questa città, dove ci sono quelle difficoltà sopracitate, abbiamo bisogno di essere di guida. Penso che una guida per la nostra città debba dire chiaramente, dopo tutto questo brulicare di demagogie a cui abbiamo assistito in questi mesi, che il nostro destino sta nel fatto di sapere, pensare che la nostra città già adesso sia una città dove i bolognesi nati a Bologna sono il trenta per cento, e che il futuro di questa città sia essere tra le prime in città a costruire un nuovo modello di convivenza urbana. E lo sarà cominciando a coinvolgere le seconde generazioni, i giovani di questa città, quelli nati qui e quelli non nati qui, perché non esiste altra possibilità. Certamente va cambiata la politica di immigrazione nel nostro Paese, certamente è necessario l’intervento umanitario che è stato annunciato dal Governo, certamente è necessario riprendere un vero ragionamento sui flussi necessari di accoglienza programmati nel nostro Paese e chiedere una maggiore presenza dell’Unione europea da questo punto di vista, ma non dobbiamo smarrire la bussola nel confronto con i nostri cittadini. Non c’è la possibilità di un ritorno ai confini degli stati medioevali in questa Europa, al contrario c’è la necessità di una maggiore integrazione e lavoro di integrazione, anche dicendo le cose che ci convincono o non ci convincono rispetto ai provvedimenti del Governo che sono stati annunciati e che dobbiamo affrontare.

Ci sono molti altri punti, ha fatto molto discutere anche il tema della prostituzione nella zona della Pioppa, da tre mesi oggetto di intervento migliorativo da parte del Comune che ha riscontrato molta soddisfazione dei cittadini di quell’area; lo sappiamo perché ci hanno inviato lettere. Ciò dimostra – e se volete vi dettaglio gli interventi che sono stati fatti su quel tema coinvolgendo le aree private e le aree comunali – che è stato fatto un lavoro senza pubblicità e forse questo ci ha permesso di farlo meglio, nell’accordo con i cittadini della zona che abbiamo incontrato più di tre mesi fa a Villa Pallavicini; il fenomeno si sta ridimensionando e contenendo, abbiamo condiviso anche insieme ai cittadini quali sono i prossimi interventi che si faranno su quella zona. Molto ha fatto discutere il tema delle ordinanze sindacali, io credo che il tema delle ordinanze sindacali nel nostro ordinamento siano contingibili e urgenti. Il Ministro Maroni provò a introdurre nel nostro ordinamento l’addizione “anche” contingibile e urgente, la Corte costituzionale ha tolto “anche”, quindi le ordinanze contingibili e urgenti, come dice la legge, si fanno nei casi di emergenza, per i casi previsti dalla legge. Prima di arrivare ad un’ordinanza occorre vedere per non fare “trombonate” quali siano le azioni migliorative che vanno fatte.

Come sapete l’ordinanza fatta su piazza Verdi è ancora in vigore, l’ordinanza di piazza Verdi sarà oggetto di una discussione con i cittadini di questa zona, vedo qui il presidente del Quartiere San Vitale Milena Naldi che si avvia a un tavolo di confronto su questo punto. Quindi la possibilità di rivedere gli orari è legata unicamente alla possibilità di convergere fra quei cittadini sugli obiettivi di miglioramento di quella zona. Si è parlato, ed è anche nel documento che vi ho consegnato, di eventuali ordinanze contro la prostituzione di strada. Credo che siano strade già perseguite in passato e non hanno dato i risultati sperati, mentre questo lavoro si sta radicando nel territorio con il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati che hanno la sensazione, non solo di essere ascoltati, ma di dare un contributo. E’ questo che serve nella nostra città: ascoltare e dare un contributo.

Diverso è il tema sulla prostituzione, non tanto di pensare al ritorno delle case chiuse – che non sta ne’ in cielo, ne’ in terra – ma di continuare, da questo punto di vista, a fare quelle azioni migliorative necessarie per tutelare dallo sfruttamento della prostituzione le stesse prostitute. Poi, piuttosto che pensare alle case chiuse, occorre pensare a perché noi non riusciamo a parlare a quei cittadini che hanno bisogno di sesso a pagamento e vedere quali azioni si possono fare da questo punto di vista.

Grazie per l’intolleranza e la pazienza”-  ha concluso Virginio Merola

 

















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