L’atteggiamento della Amministrazione Comunale in ordine alla vicenda SGP non può essere condivisibile.
Che da parte di tutti i soggetti politici si debba tenere un approccio costruttivo, ricercando le strade le meno dolorose possibile, è ovvio, ma la cooperazione che le forze politiche debbono prestarsi non può mai significare chiudere gli occhi sulle responsabilità politiche, ed eventualmente d’altra natura, implicate nella gestione fallimentare di SGP, che si riverberano drammaticamente sulle tasche dei cittadini, già rastrellate a fondo dalle gravosissime tasse nazionali e locali, sui servizi pubblici (in termine di minori risorse per manutenzioni, istruzione, sicurezza etc.) e sul welfare (in termini di minori servizi alla persona). La buona gestione della cosa pubblica – la res publica– è sacra e richiede alta competenza ed alto senso di responsabilità, etica e politica, trattandosi di amministrare i beni dei cittadini e delle comunità. Che il debito già pesante di SGP sia pressoché raddoppiato durante la gestione di questa amministrazione è all’evidenza gravissimo, tanto più in considerazione del fatto che l’Amministrazione non si è curata durante la gestione sempre più in rosso di informare adeguatamente la cittadinanza e di cercare da subito le soluzioni più opportune ad evitare l’aggravamento del debito, ora divenuto voragine.
Che si vada verso una liquidazione il più possibile “pilotata” della società patrimoniale, riportando la gestione dei servizi al Comune, che il Comune stesso si accolli i debiti o che taluno (ma chi?) acquisti i crediti dei fornitori e delle banche verso SGP e li tratti poi con il Comune, o quale altra strada verrà adottata, in ogni caso saranno passaggi dolorosi per i cittadini. Da quanto risulterebbe, già nel prossimo bilancio saranno ben 4 i milioni di euro in termini di tagli ai servizi o di maggiori tasse ovvero di ambedue le poste combinate, con la concreta deriva di una destabilizzazione ulteriore del welfare.
Pasquale Del Neso – Sassuolo Res Publica