«C’è un impegno di Coop Estense a sbloccare la trattativa per arrivare al rinnovo del contratto integrativo dei dipendenti e c’è un’accoglienza positiva del segnale da parte delle organizzazioni sindacali. Prendiamo atto dell’impegno e ci auguriamo possa sfociare a breve termine in una riapertura del tavolo di contrattazione. La possibilità di ricostruire relazioni sindacali positive è a portata di mano». Lo ha affermato Francesco Ori, assessore al Lavoro della Provincia di Modena, rispondendo, durante il Consiglio provinciale di mercoledì 25 settembre, a un’interpellanza del consigliere Fausto Cigni (Pd) che sottolineava come altre cooperative del settore abbiano già raggiunto l’accordo.
Nella risposta, l’assessore Ori ha ripercorso le tappe di una discussione che riguarda oltre cinquemila lavoratori distribuiti in diverse regioni italiane e che quindi viene svolta a livello nazionale. La trattativa va avanti dal 2009 e, dopo diversi tentativi di rinnovo che si sono susseguiti in questi quattro anni e mezzo, si è aperta una nuova fase nel 2013. Diversi gli oggetti della discussione: relazioni sindacali, orari, effetti delle aperture domenicali, rapporto tra salario fisso e variabile, differenze contrattuali tra vecchie e nuove assunzioni. «Il 10 luglio di quest’anno – ha spiegato Ori – il Consiglio d’amministrazione di Coop Estense ha presentato un ordine del giorno per riaprire la trattativa con una proposta concreta e il sindacato ha risposto chiedendo di individuare una data di incontro per portarla sul tavolo della discussione avviata. Nel frattempo però c’è stata la riapertura della trattativa per il contratto nazionale e quindi la richiesta dell’azienda di aspettare i termini del nuovo accordo prima di discutere dell’integrativo. Come ente – ha proseguito Ori – non siamo titolati a intervenire ma abbiamo interesse a un miglioramento della qualità delle relazioni sindacali interne per ricostruire un rapporto di fiducia tra i lavoratori e l’azienda, precondizione per affrontare con maggiore efficacia le difficoltà del settore causate della crisi e della riduzione dei consumi».
Nella replica il consigliere Cigni, dopo aver sottolineato in particolare la gravità del problema che gli orari allargati e la flessibilità estrema imposti dalla liberalizzazione creano alle dipendenti, ha commentato che «vicende come questa sono particolarmente dolorose per chi, come me, crede nei valori che le cooperative esprimono. Purtroppo non è la prima volta che si verificano situazioni come questa e non è un segnale positivo perché da una cooperativa mi aspetto un comportamento migliore e più avanzato rispetto a quello di un’impresa privata».