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Le cooperative scrivono al sindaco Merola: si attivi in tutte le sedi per impedire che l’IVA applicata alle prestazioni delle cooperative sociali passi dal 4 al 10%

Il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Italiane di Bologna, Gianpiero Calzolari, ha indirizzato una lettera al sindaco Virginio Merola invitandolo ad attivarsi presso tutte le sedi istituzionali, a partire dall’ANCI e dalla proposta di un ordine del giorno al Consiglio Comunale, per far sì che venga emendata la Legge di stabilità 2013 laddove prevede che, a partire dal prossimo anno, l’aliquota IVA per servizi di asili nido, case di riposo e RSA, servizi di assistenza domiciliare, comunità per minori, centri per disabili, ecc. forniti dalle cooperative sociali passi dal 4 al 10%.

A Bologna oltre 100 cooperative sociali aderenti all’Alleanza delle Cooperative Italiane Bologna vedono impiegati circa 7.600 dipendenti, di cui 7.500 soci, e sono pienamente integrate nel sistema di welfare pubblico nel quale giocano un ruolo di estrema importanza per il volume di servizi svolti: 276 milioni di euro di fatturato globale ottenuto operando nella gestione dei servizi per il disagio adulti, nei nidi, nelle strutture per anziani e l’assistenza domiciliare, nei servizi per l’handicap, nel sostegno scolastico e nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

La nuova aliquota del 10% si applicherà alle prestazioni socio-sanitarie ed educative rese dalle cooperative sociali in esecuzione di contratti di appalto pubblico e di convenzioni in generale, così come verso privati e famiglie. Su un fatturato di 276 milioni di euro, il 6% di aumento IVA comporterebbe un maggiore esborso per enti pubblici e privati di oltre 16,5 milioni di euro.

«Con l’aumento del 150% dell’IVA – denuncia Calzolari -, una quota del 6% del costo dei servizi di welfare resi a persone svantaggiate affidati dai Comuni alle cooperative sociali finirà alle casse statali: la sussidiarietà al contrario! È evidente che gli enti locali per far fronte a questo aumento disponendo delle stesse risorse del 2013, forniranno nel 2014 meno servizi sociali ai loro cittadini: si taglieranno i servizi di inclusione sociale proprio alle fasce più deboli della popolazione. Inoltre, se tale aumento dovesse verificarsi, si metterebbero in ginocchio centinaia di cooperative del settore socio-sanitario ed educativo con l’effetto di una considerevole perdita di posti di lavoro. A livello economico non vi sarà alcun aumento del gettito dall’incremento dell’IVA: l’unico effetto sarà quello di spostare risorse dagli enti locali alle casse statali senza alcun vantaggio reale».

«Per essere più espliciti – chiosa Calzolari – con 16,5 milioni di tagli al welfare, è come se venissero a mancare – pensiamo al Comune di Bologna per esempio – buona parte dell’assistenza domiciliare, dei dormitori, dei centri diurni per anziani, oppure che chiudessero alcuni dei nove nidi gestiti dalle cooperative sociali, oppure che rimanessero a casa circa 700 operatori sociali. Non si tratta di un problema della cooperazione sociale – conclude Calzolari, annunciando una serie di mobilitazioni – ma deve venire percepito per quella che è: una battaglia comune che deve vedere uniti Amministrazioni pubbliche, famiglie e comunità per la difesa del welfare locale».

 

















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