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“Il concordato in continuità: i protagonisti si confrontano” a Modena

convegno-ungdcecL’appuntamento è promosso dall’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. Mille partecipanti al convegno di Modena, inaugurato questa mattina alla presenza dei sindaci Pighi e Silvestri.

Più di mille accreditati da tutta Italia, relatori ed esperti di primissimo piano (dal Procuratore di Modena Vito Zincani ad Alberto Bombassei, dall’onorevole Enrico Zanetti ai professori Sido Bonfatti e Vincenzo Calandra Bonaura, solo per fare qualche nome). Il convegno nazionale promosso dall’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili “Il concordato in continuità: i protagonisti si confrontano” è sicuramente di grande interesse e tratta di un tema di bruciante attualità come quello, appunto, del concordato in continuità.

La presidente nazionale, Eleonora Di Vona, spiega: “La legge fallimentare ha subito ripetute modifiche fondamentali che hanno condotto ad una sua profonda mutazione genetica. Si è passati da una normativa orientata al procedimento e ai caratteri pubblicistici, ad una normativa orientata al contratto e ai caratteri privatistici. Dopo i primi anni di applicazione, da più parti, vengono rivolte critiche anche feroci a questo impianto interpretato come una forma con la quale imprenditori senza scrupoli possono ripartire pensando di ‘potersela cavare’ senza far fronte agli impegni contratti con i creditori. Non c’è dubbio che vi siano stati casi, anche numerosi, di utilizzo improprio delle norme, ma come spesso accade, si rischia di andare da eccesso ad eccesso. Si pensi alla questione relativa ai poteri dei Tribunali, tema sul quale è intervenuta recentemente anche la Suprema Corte. Stesso riferimento può essere fatto per il sistema bancario che dimostra spesso un approccio culturale non efficace, al punto che il ricorso a procedure quali il piano di risanamento è richiesto a prescindere dalla sua effettiva necessità e troppo spesso volto a garantirsi da eventuali responsabilità nei confronti della banca stessa o dei terzi, quando non anche a guadagnare tempo per andare al rientro durante il tentativo di accordo, con effetti comprensibilmente distruttivi per il tentativo e lesivi della par condicio dei creditori.

Appare al tempo stesso profondamente sbagliato puntare il dito contro la norma in sé, magari appellandosi all’italica incapacità di operare secondo canoni di legalità. Un abuso nell’utilizzo della norma è uno dei problemi, ma non l’unico”.

Di Vona prosegue: “Le cause delle difficoltà nell’applicazione nascono piuttosto nella necessità di imparare ad utilizzare uno strumento estremamente duttile e complesso da parte dei professionisti, dei giudici, del sistema bancario, insomma di tutti gli operatori economici e giuridici coinvolti. Il tempo di apprendimento non può essere breve; va considerato che la prima applicazione della norma è caduta nel periodo economico più drammatico dal dopoguerra. Non è certo semplice far rinascere dalle ceneri di un dissesto una nuova impresa, quando si opera in un contesto di crisi che perdura da anni e da cui non si vede ancora l’uscita. Resta la verità che ultimamente una colpevole amnesia sta nascondendo, e cioè che sessanta anni della precedente legge fallimentare non avevano certamente aiutato a sopravvivere le aziende, né si può sostenere che abbiano condotto a grandi risultati sul piano della tutela dei creditori. Sostenere il contrario sarebbe una vera mistificazione”.

Proprio a partire da queste considerazione l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili si trova a Modena per presentare e formulare proposte concrete. Proposte di Legge, per superare i problemi e per riportare le questioni nel loro alveo naturale.

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Alla conferenza stampa di apertura al Forum Monzani di Modena sono intervenuti anche due interlocutori istituzionali, il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Area Nord e sindaco di San Felice Alberto Silvestri e il primo cittadino di Modena Giorgio Pighi.

“Scuola, lavoro e impresa, casa: sono state queste – ha sottolineato Silvestri – le priorità su cui siamo intervenuti per mettere in moto la macchina della ricostruzione. E’ un percorso complicato ma la strada è avviata e non vogliamo certo fermarci. La scommessa vera è cogliere l’opportunità che, paradossalmente, una tragedia come quella del sisma ci offre: riprogettare e ridisegnare meglio le nostre comunità”.

“I sindaci del cratere – ha rimarcato Pighi – hanno fatto del loro meglio per far ripartire il territorio, facendo rete coi cittadini e le imprese. Un modello da riproporre in futuro, anche in contesti “normali”, soprattutto in un momento di enorme difficoltà per le finanza degli enti locali. Soprattutto per i comuni, vincolati dai rigidi parametri del Patto di Stabilità, che, soltanto a Modena, impedisce di sbloccare oltre 23 milioni e 600mila euro destinati al pagamento delle imprese”.

 

 

















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