“Occorre tenere alta l’attenzione sul rischio di riduzione/cancellazione di servizi pubblici essenziali nei comuni dell’Area nord colpiti dal sisma del maggio 2012”. E’ la preoccupazione/denuncia di Erminio Veronesi coordinatore Cgil Area Nord, e Massimo Tassinari funzionario FP/Cgil Area Nord, a fronte del rischio concreto di vedere sparire dal territorio interi pezzi di servizio pubblico, ancora più essenziali in un territorio reso più fragile dal sisma.
A cominciare dall’ospedale di Mirandola che rischia di vedere cancellati 60 posti letto, con il rischio di prefigurare una eccessiva migrazione di servizi sull’ospedale di Carpi.
“Inoltre – spiegano Veronesi e Tassinari – siamo preoccupati del rallentamento rispetto al potenziamento dei servizi territoriali, vera scommessa per la sanità del futuro. Non ci sono infatti certezze sull’avvio entro l’anno della Casa della Salute di Mirandola e anche quella di Finale Emilia, inaugurata a giugno, è operativa solo in minima in parte”.
Preoccupazione anche per la qualità e la tenuta di servizi essenziali come le strutture protette per anziani a causa di una ridotta assistenza infermieristica.
Inoltre, è della settimana scorsa la denuncia della FP/Cgil sul rischio di chiusura dell’Agenzia delle Entrate di Mirandola. Oltre alla possibilità di veder spostato un servizio importante per il territorio e per i cittadini, la chiusura dell’ufficio non andrebbe nella direzione di rafforzare la lotta all’evasione fiscale, anche in relazione ad un prevedibile aumento del contenzioso legato alle pratiche per la ricostruzione.
Nelle settimane scorse, inoltre, la Cgil ha avviato un confronto con gli amministratori dell’Unione Area Nord, confronto che deve rafforzarsi anche in virtù di temi emergenti come l’accelerazione delle assunzioni di nuovo personale negli Enti locali, in particolare negli uffici tecnici e nei servizi sociali, per affrontare nel modo più efficiente le pratiche e le risposte ai cittadini legate alla ricostruzione.