Faceva parte di una banda che schiavizzava giovani ragazze – in alcuni casi minorenni – facendole prostituire in due case in Sardegna. Reati perpetrati per lungo tempo fino all’arresto, avvenuto nel luglio dello scorso anno, quando l’uomo, un 27enne rumeno, venne localizzato unitamente alla compagna arrestata nel medesimo contesto, in un appartamento del centro di Reggio. La localizzazione dell’uomo è stata frutto di una vasta operazione contro lo sfruttamento della prostituzione, partita in Sardegna e giunta fino in Emilia. Le indagini hanno rivelato che le ragazze, trattate come schiave, venivano fatte prostituire in due case, una affittata a Nuoro e l’altra di proprietà di un sardo membro della banda. Spesso le giovani venivano anche portate “a domicilio” in vari ovili del Nuorese. Le tariffe variavano dai 60 ai 150 euro, di cui il 40% andava alla prostituta mentre il resto veniva spartito tra gli sfruttatori. I clienti contattavano la banda chiedendo una ragazza «per pulire casa». Un escamotage che portava invece lauti guadagni nelle tasche dei componenti della banda, quattro persone in tutto, accusate di sfruttamento della prostituzione, anche minorile. Per quei fatti il 27enne successivamente ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari in un abitazione del capoluogo reggiano. Tuttavia, durante i controlli, i Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli hanno riscontrato una violazione delle prescrizioni da parte del malvivente, motivo per cui hanno segnalato la condotta al GIP del Tribunale di Cagliari che aveva concesso il beneficio. Il magistrato cagliaritano, concordando con gli esiti dei controlli e le richieste dei Carabinieri, ha revocato il beneficio dei domiciliari emettendo un provvedimento che ripristinava la custodia cautelare in carcere a carico del cittadino rumeno. Ricevuto il provvedimento, l’altro pomeriggio i Carabinieri di Reggio Emilia vi hanno dato esecuzione rintracciando l’uomo a casa da dov’è stato condotto in carcere.
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Reg. Trib. di Modena il 30/08/2001
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