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Dalle Pmi modenesi grande solidarietà e condivisione per l’intervento di Enrico Malagoli

Il problema esiste, non è ulteriormente eludibile. Sorpresa e punte di amarezza caratterizzano i molteplici messaggi che da più parti sono giunti, sia personalmente sia attraverso l’associazione Confimi, all’indirizzo di Enrico Malagoli, presidente delle Pmi meccaniche, dopo il suo intervento della settimana scorsa e le reazioni da esso suscitate.

“Io penso che la posizione ferma e decisa di Confimi meccanica Modena rappresenti in maniera totale e netta il disagio, e anche la disperazione, di centinaia di imprenditori piccoli e medi che nulla hanno a che fare con le grandi aziende che negli anni hanno vissuto e goduto di aiuti e agevolazioni. Così Francesco Aliano, titolare di AF Frigo clima impianti, che prosegue: “Ai nostri politici chiedo di tornare a svolgere la loro mansione con decisione e con spirito di iniziativa per riavviare il nostro Paese. Non ci sono alternative valide, fuori da questa opzione si corre il rischio di dover fare i conti con una marea montante di disagio che potrebbe trascendere da ogni senso di coesione sociale”.

“È anche per questo che, in collaborazione con il centro CEIS abbiamo istituito un gruppo di ascolto e un numero verde ai quali gli imprenditori si posso rivolgere per un aiuto e un sostegno morale e psicologico. Segnalo che, dall’istituzione del numero verde, anche durante il periodo di ferie abbiamo ricevuto numerose telefonate con richieste di aiuto”.

E a proposito delle recenti notizie e polemiche, un altro imprenditore dichiara: “Quando un titolare arriva a decisioni estreme è perché non ha più carte da giocare e vede la sua azienda (leggi la sua creatura), morire a causa di difficoltà che nessuno aiuta a risolvere”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Canova, della ditta Canova e Clò: “Giorno dopo giorno lavoratori ed imprenditori vivono, assieme, problemi e soddisfazioni della vita aziendale. Come si può pensare che un piccolo imprenditore, non dimentichiamo che è una persona e che intrattiene relazioni sociali nel proprio territorio, possa prendere con superficialità e senza tanta amarezza decisioni estreme? Mi chiedo: se il sistema-paese risultasse efficiente, quale interesse avrebbe un piccolo/medio imprenditore a delocalizzare, quando la propria vita lavorativa, sociale ed affettiva è sul territorio?”

E ancora un’altra voce: “Se è certamente una tragedia quando un dipendente perde il posto di lavoro, è ancora più tragico il fatto di un imprenditore che, disperato, si toglie la vita; come ha già detto Malagoli, fa specie che, a parte il corretto rispetto per la riservatezza e il dolore delle famiglie, si parli sempre meno di episodi che invece continuano a susseguirsi”.

Conclude Canova: “Vorrei lanciare un appello ai tanti lavoratori e imprenditori che onestamente e con fatica hanno contribuito al benessere del Paese, di gridare assieme e con forza che non siamo più disposti ad accettare un sistema così inadeguato in quanto sarà, certamente, la causa di ulteriore impoverimento che purtroppo, già oggi, è fortemente avvertito in buona parte della società”.

Queste solo alcune delle manifestazioni di appoggio pervenute da davvero tanti imprenditori modenesi. Ma la solidarietà, e in qualche caso anche il “ringraziamento per avere coraggiosamente portato alla luce situazioni insostenibili”, proviene anche, attraverso la rete di Confimi, da altri territori che, come il nostro, sono colpiti nel vivo da una crisi che vede i piccoli e medi imprenditori lasciati sempre più soli e disarmati.

 

















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