Con la cancellazione della prima rata dell’IMU è stata compiuta una scelta profondamente sbagliata. Con un colpo solo, il governo è riuscito a realizzare il primo obiettivo del programma elettorale di Silvio Berlusconi e del PDL e ha deluso tutti quegli italiani che in un momento di crisi come quello attuale si aspettavano scelte più eque e misure strategiche per il lavoro e l’economia.
Invece di intervenire per alleggerire la pressione fiscale a chi lavora e a chi produce, una misura che avrebbe realmente aiutato le famiglie e la ripresa economica, il governo ancora una volta ha deciso di fare un favore a quelli che stanno meglio e che i soldi per pagare l’IMU li avrebbero avuti. Il dramma vero, tuttavia, emerge in tutta evidenza se si va a guardare su che cosa il Governo ha deciso di tagliare per compensare le mancate entrate dell’IMU: riduzione dei fondi per le assunzioni dei vigili del fuoco, tagli alla lotta all’evasione, al lavoro nero e alle frodi fiscali. Per non parlare del capitolo di maggior rilievo, trecento milioni in meno per la manutenzione della rete ferroviaria.
A questi provvedimenti che andrebbero assolutamente rivisti si aggiunge poi l’incredibile provvedimento che condona quasi due miliardi di euro alle società che gestiscono le slot machine e che erano state multate per aver evaso miliardi di tasse. Si costruisce in questa maniera un paese moderno? Sono queste le “riforme” che dovrebbero consentire all’Italia di far fronte alla crisi?
Invece di cambiare la legge elettorale e di assumere decisioni che consentano all’economia di ripartire (erano gli obiettivi che secondo i sostenitori delle larghe intese stavano alla base della nascita del Governo, qualcuno lo ricorda ancora?), il governo delle “lunghe attese” ha rinviato tutto il rinviabile, ha “salvato” un vicepremier come Alfano che in ogni democrazia occidentale avrebbe dovuto abbandonare per sempre la scena politica un minuto dopo l’emergere del caso Shalabayeva. Da un mese, poi, è totalmente ingessato dai ricatti del pregiudicato Berlusconi.
Arrivati a questo punto non si può che ammettere l’evidenza: aveva ragione chi fin dall’inizio si diceva contrario al governo, e alla logica stesse delle grandi intese. Con la decadenza di Berlusconi, che vogliamo sperare sia ormai assodata, si cambi la legge elettorale e poi si tiri una riga: l’attuale governo Letta-Alfano – così come annunciano gli esponenti del PDL insieme al loro capo Berlusconi – cessi un’esistenza sin troppo travagliata e contradditoria.
(Thomas Casadei e Antonio Mumolo, Consiglieri regionali PD Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna)