Importanti novità per i cittadini immigrati da inizio settembre che ampliano i loro diritti: dalla possibilità di partecipare a concorsi pubblici, all’accesso a nuove prestazioni sociali e al permesso di soggiorno per i neo-laureati.
Dal 4 settembre i cittadini immigrati soggiornanti di lungo periodo o titolari dello status di rifugiato/protezione sussidiaria, potranno partecipare ai concorsi pubblici. Lo prevede la Legge Europea 2013 da poco pubblicata.
I titolari dei suddetti requisiti non potranno però accedere a posti di lavoro che implicano esercizio diretto o indiretto di poteri pubblici o che attengano alla tutela dell’interesse nazionale. Non potranno cioè fare i militari, i poliziotti o i magistrati. Potranno però accedere ai concorsi per insegnante, impiegato comunale, medico o infermiere.
Il diritto a partecipare ai concorsi pubblici è una conquista a cui hanno certamente contribuito le battaglie politiche e giuridiche intraprese negli ultimi anni dalla Cgil e altre associazioni, in particolare dall’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione (Asgi).
Sempre dal 4 settembre anche le famiglie immigrate avranno diritto all’assegno Inps per le famiglie numerose (con almeno 3 figli minori e basso reddito), assegno sinora riservato agli italiani e ai cittadini europei.
Si tratta di una prestazione a lungo negata alle famiglie immigrate residenti in Italia, nonostante la previsione sulla parità di trattamento in materia di prestazione di assistenza sociale contenuta nella direttiva europea n.109/2003 e recepita dalla legislazione nazionale (Dlgs n.3/2007).
L’Inps e i Comuni in questi anni hanno però sempre dato un’interpretazione restrittiva delle norme e non hanno mai esteso il beneficio assistenziale gli immigrati.
Con la Legge Europea 2013, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale in questi giorni, dal 4 settembre anche i cittadini immigrati soggiornanti di lungo periodo potranno percepirlo.
In questi anni, si sono susseguiti numerosi contenziosi giudiziari, sostenuti anche dalla Cgil, che nella quasi totalità dei casi si sono risolti nel riconoscimento da parte dei giudici del beneficio e nella condanna dei Comuni e dell’Inps. Rispetto all’importante diritto riconosciuto dalla Legge Europea restano però dubbi sull’esclusione dei cittadini extra UE privi della cosiddetta carta di soggiorno (permesso CE lungo soggiornanti).
Con il Decreto Lavoro, appena convertito in legge, sono previste novità anche per i ragazzi stranieri entrati in Italia con visto per studio che, una volta laureati, potranno ottenere un permesso per attesa occupazione. Finora questo permesso veniva riconosciuto solo a chi, dopo la laurea, avesse conseguito un master o un dottorato di ricerca. Tutti gli altri, in assenza di un datore di lavoro disposto ad assumerli, dovevano invece abbandonare l’Italia senza nemmeno la chance di un periodo per la ricerca di un’occupazione: un vero spreco di cervelli sui quali lo Stato italiano aveva sino a quel momento investito.
(Centro Lavoratori Stranieri Cgil Modena – Inca Cgil Modena)