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Presentato oggi a Mirandola il rapporto su: “Il sistema agroalimentare dell’Emilia Romagna”

agroalimentareSi è tenuta oggi a Mirandola la presentazione provinciale del Rapporto 2012 sul Sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna, pubblicato dall’Osservatorio agroalimentare regionale, e realizzato in collaborazione tra l’Assessorato regionale all’Agricoltura e Unioncamere Emilia Romagna.

L’incontro, organizzato in collaborazione con la Camera di commercio di Modena, è stato aperto dai saluti del presidente camerale Maurizio Torreggiani e del Sindaco di Mirandola Maino Benatti.

I risultati del rapporto sono stati illustrati dal professor Stefano Boccaletti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza. Un particolare approfondimento sulla situazione del settore agroalimentare nei comuni colpiti dal sisma è stato riportato dal professor Roberto Fanfani dell’Università degli Studi di Bologna. E’ intervenuto, infine, Enrico Corsini, vice presidente di Palatipico Modena Srl, per parlare del ruolo della struttura che riunisce i principali Consorzi dei prodotti tipici modenesi.

L’annata agraria 2012: in aumento plv ed export, ma in flessione i redditi aziendali

Il 2012 si è chiuso con un aumento del 3,4% della produzione lorda vendibile regionale, pari a un valore di 4 miliardi 450 milioni di euro, confermando, nonostante due eventi straordinari come il sisma e la siccità estiva (che ha determinato un calo medio delle produzioni vegetali del 20%), l’andamento positivo in atto ormai da alcuni anni.

Non altrettanto bene tuttavia è andata per i redditi aziendali che a causa dell’aumento dei costi di produzione anche nel 2012 sono stati in flessione, con una diminuzione netta del 2%. Bene l’andamento dell’export (+4%), mentre il lavoro dipendente cresce del 24%, un dato riconducibile alla maggiore attrattività che in tempi di crisi può avere il lavoro agricolo. In riduzione del 10% i lavoratori autonomi a conferma di un generale invecchiamento dell’imprenditoria agricola.

Le produzioni agricole: bene il vino. In crescita anche frutta, grano e orzo. In calo: pomodoro da industria, mais, soia e girasole

Tra le produzione che sono andate meglio nel 2012 vi è sicuramente il vino che ha messo a segno un aumento della Plv addirittura del 40%, un risultato questo reso possibile da una riduzione delle quantità più contenuta del previsto (nonostante il cattivo andamento climatico) e da una ottimo andamento delle quotazioni. Il vino d’altra parte costituisce anche una delle voci più importanti dell’export agroalimentare dell’Emilia-Romagna con un aumento di quasi il 15%. Bene anche la frutta (+ 26% le pesche e +34% le ciliegie) e il comparto delle carni (+6,5% le bovine, +6% le avicunicole). Tra i cereali in forte crescita in particolare grano tenero e orzo (rispettivamente +39 e +36%) mentre tra le colture che più hanno risentito della siccità estiva vi sono mais (- 30%) , soia e girasole (entrambe con una riduzione della Plv del 40%). Negativo anche l’andamento del pomodoro da industria (-20,5%). Una riduzione dei valori produttivi intorno al 7,5% ha interessato il comparto lattiero – caseario.

I danni del sisma al sistema agroalimentare

I danni provocati dal sisma al settore agricolo e agroindustriale sono stati quantificati in circa 2,3 miliardi di euro, ma più che la produzione agricola hanno interessato i caseifici e i magazzini di stagionatura; le cantine e le acetaie, le strutture per la lavorazione e la conservazione dell’ortofrutta e dei cereali. Consistenti anche i danni a macchine, attrezzature e scorte. La provincia più colpita è stata quella di Modena con oltre il 91% dei danni totali.

Quella del sisma è una delle aree a più forte vocazione agricola e agroindustriale del Paese, con oltre 14 mila aziende agricole e oltre 1.200 allevamenti, oltre a produzioni di eccellenza come il Parmigiano reggiano, il Prosciutto di Parma e i Salumi di Modena e Reggio, l’Aceto Balsamico di Modena, il Lambrusco.

Crescono gli agriturismi, tiene il biologico

Anche in Emilia-Romagna il turismo in campagna è sempre più apprezzato. Nel 2012, infatti, il numero degli agriturismi è cresciuto del 2% per un totale di 1.042 aziende, con un aumento delle presenze del 4,5%. Bene anche il biologico che tiene attestandosi su un +1,3% rispetto all’anno precedente. Il numero delle aziende bio, considerando anche quelle miste e in conversione, è di 2.759, cui vanno aggiunte 902 aziende di trasformazione per un totale di 3.661 operatori.

I dati della provincia di Modena

Modena, con 600 milioni di produzione lorda vendibile nel 2012, si attesta come la terza provincia in regione dopo quella di Ferrara (619 mln) e Forlì-Cesena (617 milioni). Per quanto riguarda il comparto del biologico, i produttori presenti sul territorio provinciale sono 380 mentre le imprese che si occupano di trasformazione sono 131, per un totale di 511 realtà che rappresentano una quota pari al 14% del totale regionale.

Le aziende attive nel comparto agrituristico sono 117 (29 in montagna, 42 in collina, 46 in pianura) ovvero l’11,2% del totale regionale; offrono nel complesso 830 posti letto e un numero di 467 mila pasti annuali somministrabi.

L’andamento per provincia

La provincia che “pesa” di più in termini di Plv è quella di Ferrara con un valore di 619 milioni di euro. Seguono Forlì-Cesena (617 milioni) e Modena (600 milioni). Per quanto riguarda il comparto biologico Forlì-Cesena si conferma la provincia più “verde” sia per numero di operatori bio (672) che per numero di aziende agricole bio: ben 545.

 

 

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Immagine: Boccaletti – Lenzi – Benatti – Torreggiani

 
















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