sabato, 27 Aprile 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeCarpiResoconto dell'ultimo Consiglio comunale carpigiano (20 Giugno)





Resoconto dell’ultimo Consiglio comunale carpigiano (20 Giugno)

consiglio_carpi_2012Due le interrogazioni a cui è stata data risposta nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 20 giugno: la prima, firmata dalla consigliera PdL Giuseppina Baggio, domandava lumi all’amministrazione sul progetto di riqualificazione di via Fassi e via Galilei chiedendo se “questo esiste o è in fase di preparazione”, con quali tempi “si prevede di presentarlo ai cittadini”, come si colloca “in tale percorso l’abbattimento degli alberi e la pavimentazione di via Galilei”, con quali tempi “si arriverà alla sistemazione definitiva delle due vie”. L’assessore al Centro storico Simone Morelli ha replicato a Baggio che non esiste un piano di riqualificazione ma che quello in corso è solo “un intervento di manutenzione, corposo, che prevede la sistemazione anche dei marciapiedi. Se in via Galilei si è già intervenuti tra marzo e maggio per sistemare le banchine stradali e ripiantumando parte delle piante tagliate per problemi di stabilità delle stesse presto lo si farà anche in via Fassi, anche se lo scenario qui è meno problematico”. Baggio ha replicato che avrebbe dovuto rispondere a questa interrogazione l’assessore all’Ambiente Simone Tosi, il quale “aveva promesso a novembre che entro gennaio avrebbe presentato una bozza del progetto di sistemazione dei due viali, all’interno dei quali inquadrare il taglio dei 45 alberi in via Galilei, e che avrebbe fatto vedere ai cittadini gli interventi da compiere e come sarebbe cambiata la situazione”. Morelli ha controreplicato che le risorse utilizzate per i lavori previsti in queste due strade riguardano la manutenzione, “tanto che non si dovrà andare in Consiglio a presentare il progetto”. Il Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi ha preso a questo punto la parola per proporre, con l’accordo di Morelli, che di via Fassi tratti la Commissione consiliare competente.

Alla seconda interrogazione, presentata dal capogruppo Idv Andrea Bizzarri, e che riguardava i cestini per la raccolta differenziata in centro storico (richiesta per sapere se fosse stato già elaborato un Piano per il posizionamento di questi contenitori nelle piazze e con quali tempi si intendesse adempiere a quanto richiesto da una mozione approvata a fine 2011 sul tema), ha risposto lo stesso assessore Morelli. “Il rapporto con Aimag su questo argomento non si è mai interrotto – ha detto – ma ovviamente a causa del sisma il tema è stato rinviato. Abbiamo comunque definito i punti, tre, nei quali collocare questi contenitori sul rialzato della Piazza, stiamo progettando dove metterli e come saranno. In tempi brevi dovremmo dunque dare una risposta agli impegni contenuti nella mozione approvata dal Consiglio”. Bizzarri ha ringraziato per la risposta sottolineando come il ‘porta a porta’, ovvero la raccolta domiciliare dei rifiuti, fosse una delle iniziative più di successo che la nostra città può mettere in mostra e dunque che il luogo più adatto per fare ciò è proprio il centro storico, vetrina di Carpi.

UN NUOVO REGOLAMENTO PER LE ATTIVITA’ FUNEBRI

La seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 20 giugno ha visto approvare all’unanimità il nuovo Regolamento per la attività funebri, necroscopiche, cimiteriali e di Polizia mortuaria, che è andato a sostituire quello finora in vigore e approvato dal civico consesso nel gennaio del 1995. “Dall’adozione di quell’atto – ha ricordato l’assessore con la delega a queste tematiche Carmelo Alberto D’Addese – si sono susseguite una serie di normative regionali e già nel 2005 abbiamo recepito le novità contenute in particolare nella legge 19, che aveva pure provveduto a suddividere in quattro aree le attività cimiteriali. Visto che negli ultimi anni anche a Carpi ci si è sempre più indirizzati alla pratica della cremazione e in considerazione del fatto che il 31 ottobre di quest’anno scade la convenzione con il servizio cimiteriale e l’affidamento tramite gara necessiterà perciò di un Regolamento comunale, abbiamo pensato di arrivare ad un nuovo atto complessivo per le attività funebri che regolamenti al meglio la gestione delle cremazioni sia sotto il profilo della erogazione del servizio ma soprattutto della gestione degli aspetti burocratici di Stato civile e permetta infine una pianificazione cimiteriale che tenga conto dei cambiamenti in atto”.

Il Direttore generale del Comune Giordano Corradini ha ribadito che sono ormai quasi il 40% le cremazioni a Carpi sul totale dei decessi e che il Cimitero urbano ha accolto temporaneamente le urne di coloro i cui familiari hanno dovuto lasciare la casa causa sisma. “La previsione è quella di dare vita ad un Piano cimiteriale, per fare in modo che i loculi che si liberano via via nei luoghi di sepoltura – ha detto – possano essere utilizzati come spazi per le urne cinerarie. Ci sono comunque almeno due milioni di euro da spendere in fretta per sistemare i diversi camposanti del territorio”. L’assessore D’Addese ha poi spiegato che i rapporti con le agenzie funebri sono ottimi e improntati alla collaborazione, che l’impianto di cremazione di Modena aperto a novembre va bene ma manifesta ancora alcune criticità, che a Carpi si chiede di utilizzare bare ecologiche a differenza di ciò che accade nei comuni vicini, infine che già nel vecchio Regolamento “erano previsti settori particolari per sepolture diverse da quelle previste dalla nostra tradizione, tanto che al Cimitero urbano esiste già ora uno spazio dedicato ai musulmani”.

Numerosi gli interventi dei consiglieri comunali, molti dei quali hanno ribadito di avere avuto occasione di vedere all’opera i servizi di Onoranze funebri comunali avendone ricevuto un’impressione positiva per professionalità e umanità. Il capogruppo del PdL Roberto Andreoli ha invece sottolineato come la tempistica di questo Regolamento fosse singolare “e come l’atto cambi sostanzialmente l’approccio del Comune alle Onoranze funebri, unico servizio che copre sempre oltre il 100% delle spese. Nel 2005 proposi un odg per non fare applicare la privativa dell’ente pubblico sui trasporti funebri, venne bocciato ma poi passò una legge che la toglieva. Il Comune oggi può abbandonare questo servizio, ci sono aziende private che lo fanno; invito dunque l’ente a fare una ulteriore riflessione in nome della sussidiarietà. Siamo sempre in ritardo di dieci anni, vedrete che ce ne libereremo solo dopo questo lasso di tempo”. Critici verso queste affermazioni si sono detti il capogruppo Idv Andrea Bizzarri (“le tariffe del servizio comunale sono più basse di quelle dei privati, ciò aiuta chi ha difficoltà economiche e garantisce più concorrenza”) e la consigliera Pd Daniela Depietri (“sarebbe una giungla questo settore se non ci fosse il Comune, sarebbe un non servizio dato ai cittadini”). E se Roberto Benatti (PdL) ha invece spiegato che il Comune non paga le tasse sui margini ottenuti e il privato sì e che se non ci fosse l’ente locale i prezzi non è detto che raddoppierebbero, affermando in conclusione che “il vostro è un discorso stalinista, contro il libero mercato” il collega di gruppo Cristian Rostovi ha domandato che anche nel campo delle farmacie il Comune punti ad abbandonare le rivendite municipali: i consiglieri Marco Bassoli e Bruno Pompeo (Pd) hanno infine dal canto loro riconfermato la validità del servizio comunale nel campo delle onoranze funebri, “ottimo e con prezzi equi”.

L’assessore D’Addese ha chiuso il dibattito ribadendo come la liberalizzazione del settore venne approvata all’unanimità a suo tempo dal civico consesso e che a Modena ad esempio, dove il Comune non svolge più questa attività di Onoranze funebri, la situazione è molto diversa e anzi si vorrebbe riprenderla. “Ricordo poi che gli utili delle Onoranze funebri finiscono nelle casse dell’ente e servono per finanziare i servizi al cittadino”.

 

REVISIONE VINCOLI DI RISTRUTTURAZIONE IN ZONA AGRICOLA

La revisione dei vincoli di ristrutturazione parziale, prevista dalla legge 16 del dicembre 2012 per gli edifici danneggiati dal sisma e ubicati in campagna, è stata approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Carpi di giovedì 20 giugno. L’assessore all’Edilizia privata Simone Tosi ha spiegato come su 35 richieste giunte agli uffici comunali da aziende site sul territorio comunale siano state 20 quelle accettate e che il dispositivo della delibera in discussione era stato modificato tenendo conto delle richieste venute dalla Commissione consiliare, dai tecnici e dalle associazioni agricole. Roberto Andreoli, capogruppo del PdL, aprendo il dibattito ha ringraziato l’assessore per la sua disponibilità nel tenere in considerazione le richieste giunte ribadendo come il sisma fosse l’occasione per rivisitare con norme meno stringenti la materia. Ha poi spiegato che fino a ieri sembrava impossibile riuscire ad abbattere e ricostruire vecchi edifici agricoli o mettere hangar posticci, cosa che questa delibera consentirà, auspicando che si possa arrivare anche a permettere di sostituire i vecchi coppi con coperture di lamiera grecata. “Bene poi l’impegno del 31 dicembre fissato dall’assessore Tosi per il Piano della Ricostruzione”. Intervenuti anche i consiglieri Pivetti (ApC) e Alboresi (Lega nord), mentre Daniela Depietri (Pd) si è detta convinta che questo modo di lavorare “è positivo”. E se Roberto Benatti (PdL) ha auspicato che il Piano della Ricostruzione possa evitare situazioni ingiuste garantendo costruzioni con materiali moderni, ecologici e antisismici il capogruppo di Carpi 5 Stelle Andrea Losi ha invece domandato di avviare un percorso partecipato prima di affidare l’incarico al progettista.

L’assessore Tosi in sede di controreplica ha spiegato che per realizzare il Piano è necessaria la massima condivisione “perché i cittadini ci chiedono questo, e lo faremo passo passo nella Commissione consiliare, dove cercheremo di coinvolgere anche la città che vede la prospettiva del rilancio e della crescita. E se lo realizzeremo per stralci il primo di questi sarà dedicato all’agricoltura. Potrebbe inoltre questo strumento urbanistico liberare energie anche per il centro storico anche perché mi chiedo se ricostruire deve significare per forza rifare l’antico tipologicamente o possa essere invece utile lasciare sulle costruzioni un segno del sisma”.

Nella seduta del 20 giugno il Consiglio ha anche approvato all’unanimità il nulla osta al rilascio del permesso di costruire in deroga per la realizzazione di un edificio da destinare a scuola materna in via S.Giacomo, per una superficie di 175 metri quadrati lorda, come ha ricordato l’assessore Tosi presentando in breve la delibera.

PRESENTATO IL NUOVO PIANO DELLE PISTE CICLABILI

Il Consiglio comunale di Carpi nella sua seduta di giovedì 20 giugno ha discusso il nuovo Piano per la ciclabilità, che andrà a sostituire il precedente del 1991. “Il vecchio Piano – ha ricordato presentando la delibera l’assessore ai Lavori pubblici Carmelo Alberto D’Addese – prevedeva la costruzione di radiali principali, il collegamento trasversale di queste alle secondarie nel centro della città, il completamento delle piste periferiche e nuovi percorsi naturalistici. Con la costituzione della Commissione viabilità e traffico nel 2004, in attesa dell’approvazione del Piano Generale Urbano del Traffico e dell’adozione di un nuovo Piano, gli interventi già attuati in questi anni hanno tenuto conto delle nuove normative vigenti nazionali ed europee: interventi di ricucitura delle piste esistenti, di collegamento tra le nuove urbanizzazioni e l’attuale rete e realizzazioni di piste ciclo-pedonali di collegamento verso i quartieri e le frazioni. L’attuale situazione pertanto ci permette oggi di avere più di 34 km di piste nel centro urbano e 9,5 km nelle frazioni, per un totale di km 43,7 di piste che, sommate a quelle provinciali, ci porta ad un totale di km 53,2. Con l’adozione del nuovo Piano per la ciclabilità a Carpi si punta ad avere un elevato grado di mobilità ciclistica con un occhio attento alla sicurezza e con l’obiettivo finale di estendere le piste ciclo-pedonali a tutto il territorio comunale, con una visione che tenga conto dello sviluppo urbano della città dei prossimi anni. Ricordiamo che il nuovo Piano, così come il Piano Generale Urbano del Traffico, non indica nello specifico la tipologia dei singoli interventi, che vengono demandati alle fasi progettuali, ma delineano lo sviluppo che la rete dovrà avere dando indicazioni minime. Oggi portiamo all’approvazione del civico consesso un Piano che parte da una base solida e ha un obiettivo finale di 98 km circa di piste ciclabili sul territorio urbano. Per quanto riguarda invece i tratti provinciali il balzo sarà sicuramente più lungo poiché se si parte da una base di 9.5 km l’obiettivo finale è di circa 123 km. Questi tratti, che prevedono il collegamento con i paesi limitrofi, elaborati e inseriti all’interno del PSC provinciale, potranno rappresentare un’importante opportunità per la Provincia – ha concluso – per promuovere la mobilità alternativa”.

Il dibattito è stato aperto dal capogruppo della Lista Carpi 5 Stelle Andrea Losi, che ha chiesto di procrastinare il termine di 60 giorni per la presentazione delle osservazioni, sottolineando poi che non è stata fatta una pianificazione partecipata. “Le osservazioni dovrebbero essere fatte nei mesi estivi di luglio e agosto. L’argomento è importante e merita la massima considerazione e possibilità effettiva dei cittadini di poter effettuare con ponderatezza eventuali osservazioni”. L’assessore D’Addese ha ricordato che sono già state nei giorni scorsi incontrate le associazioni ambientaliste e la Consulta Ambiente per la presentazione di questo Piano e che prima dell’approvazione definitiva passeranno comunque 60 più altri 15-20 giorni. “Le nostre controdeduzioni dovranno poi basarsi su sopralluoghi e il Piano dunque non tornerà in Consiglio prima di dicembre”. D’accordo con Losi si sono detti i capigruppo di Lega nord e ApC Alboresi e Pivetti, non il consigliere indipendente Lamma né il capogruppo Pd Dalle Ave. Losi ha accettato a questo punto di ritirare la sua mozione, riservandosi di presentare un emendamento. Dopo che l’assessore D’Addese ha ribadito a grandi linee le caratteristiche del Piano è toccato al Mobility manager del Comune Paolo Gualdi addentrarsi nello specifico di questo provvedimento, spiegando come da 12 si passerà a 14 piste radiali, che i posti bici in città sono 3000, di cui 900 in centro, che i flussi di ciclisti monitorati in 36 luoghi della città nel 2011 sono risultati maggiori dalle 7.30 alle 8.30 e dalle 10.30 alle 11.30, soprattutto verso il centro storico, la zona industriale ovest e il polo scolastico. Quattro i nuovi sottopassi ciclo-pedonali presenti nel nuovo Piano, 30 invece gli impianti semaforici a chiamata, tantissimi i nuovi collegamenti con le frazioni, la zona industriale e i paesi vicini che il Piano ha individuato, grazie anche ai collegamenti provinciali, con Modena e Novi, Correggio e Campogalliano ad esempio. Il costo totale presunto di tutti questi interventi sarà di 43.5 milioni di euro, a cui si sommano 22,1 milioni per i collegamenti provinciali.

Rispondendo alle domande dei consiglieri comunali D’Addese ha spiegato che i tempi necessari a completare il Piano “dipenderanno dalle risorse disponibili ma l’obiettivo è raggiungibile in 8-10 anni, utilizzando fondi regionali, nazionali ed europei. Stiamo poi lavorando per fare in modo che le bici elettriche si possano ricaricare in centro ai pali dell’illuminazione pubblica mentre il tracciato del Metrobus sulla ex tratta ferroviaria per Correggio, per il quale è stato chiesto un contributo, non impatta la nuova pista ciclo-pedonale in previsione”. A questo punto Andrea Losi ha illustrato un emendamento al testo della delibera, con il quale chiedeva di aumentare da 60 a 90 giorni i termini per il deposito dell’atto per la libera visione e l’eventuale formulazione delle osservazioni: Giliola Pivetti ha invece preso la parola per sottolineare la positività dell’inserimento in questo nuovo Piano del collegamento con le frazioni, per ribadire come nel reggiano le piste siano magari una semplice striscia di asfalto “ma sono più numerose e costano forse anche meno”, che in centro storico le piste sono inutili e infine per chiedere lumi su un progetto di 9000 euro per convincere i dipendenti comunali a venire a lavorare in bici di cui si era parlato tempo fa. Positivo il giudizio espresso sul Piano dalla consigliere Pd Maria Grazia Lugli, che ha illustrato le peculiarità di provvedimenti simili a favore della mobilità dolce presi dalle città vicine, auspicando infine che si diano ai cittadini più informazioni possibili su questo provvedimento. Il collega di gruppo Roberto Arletti ha fortemente criticato il tratto di pista ciclabile di via Focherini, definita “pericolosa”. Un altro esponente del Pd, Paolo Zironi, ha invece sostenuto come questo Piano “lo consegneremo alla prossima amministrazione, che dovrà sostenere questo orientamento viabilistico che dovrà comunque dare priorità alla sicurezza”. Roberto Benatti (PdL) ha dal canto suo proposto di pensare a strade ciclabili, senz’auto o con limitazioni, per favorire l’uso della bici, e ha sottolineato il prezzo al chilometro delle piste inserite nel Piano 2013, 400 mila euro. “E contro i furti in stazione dei treni non serve una gabbia come quella prevista, basta un vigile fisso. Questo Piano è comunque irrealizzabile, facciamone qualcuna subito tirando magari due linee sulla strada…”. Paolo Gelli (Pd) ha invece affermato che i dati ricavati dai flussi monitorati di ciclisti sono molto bassi e che dunque questo progetto deve far sì che venga coinvolta una fascia maggiore di popolazione. “Va fatta più attenzione ad esempio agli spostamenti dei ciclisti verso la zona industriale ovest, magari mettendo a senso unico via San Giacomo tra la Tangenziale e via dell’Industria”. Dopo un breve intervento di Losi il capogruppo del PdL Roberto Andreoli ha chiesto la parola per sottolineare come presentando questo nuovo Piano per la ciclabilità non si sia detto niente sul Piano del 1991: “se non sono stati allora compiuti degli errori perché non lo si è portato a compimento? La novità più importante sono i quattro sottopassi, compreso quello di viale Peruzzi finora sempre bocciato. Sui tempi e sulle risorse ci giochiamo la credibilità di questo progetto, che comunque non attua scelte radicali: i ciclisti invece avrebbero bisogno di zone dedicate”. E se il consigliere della Lega nord Mauro Morellini si è chiesto se in questa fase di crisi non sia un costo eccessivo quello previsto da questo Piano il collega del Pd Marco Bagnoli ha invece affermato come il provvedimento in discussione possa e debba essere meno rigido del PGTU, anche per ascoltare i cittadini e conoscere quello che pensano.

In sede di replica l’assessore D’Addese ha detto che rispetto al materiale utilizzato per le piste ciclabili l’asfalto “ha un costo di gestione sì minore dell’autobloccante ma costa di più per la sua manutenzione, che in centro storico il limite dei 30 all’ora c’è già e in piazza dei Martiri è addirittura dei 15 all’ora”, mentre il progetto dedicato ai dipendenti dell’amministrazione citato da Pivetti è “ormai quasi completato e presto verrà presentato”. Dopo aver risposto a numerose altre domande, spiegando che avrebbe tenuto conto delle sollecitazioni giunte dal dibattito, D’Addese ha concluso ribadendo che il Piano 2013 è in continuità con quello del 1991, operando un’opera di ricucitura tra varie tratte e spiegando che non si tratta di cifre, quelle presentate, che prevedono un esclusivo esborso a carico delle casse dell’ente locale, ma in compartecipazione con altre istituzioni.

L’emendamento presentato da Losi è stato alfine votato all’unanimità, la delibera invece ha ottenuto l’ok di Pd, PdL e Luca Lamma e l’astensione di Carpi 5 Stelle, ApC e Lega nord.

 

 

 
















Ultime notizie