Il Consiglio Comunale di Fiorano Modenese si è riunito ieri sera, lunedì 10 giugno 2013, per la presentazione del bilancio di previsione 2013, con la volontà di approvarlo entro la fine del mese. La seduta, aperta da un minuto di silenzio per commemorare il capitano Giuseppe La Rosa, 53 militare italiano caduto durante la missione di pace in Afghanistan, è poi proseguita con l’illustrazione finanziaria del ragioniere capo Amalia Ficarelli.
Le spese correnti ammontano a 20.417.466 euro, con un aumento rispetto allo scorso anno perché comprendono anche i 3,8 milioni di euro del costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Gli investimenti ammontano a 1.977.208 euro.
Fra le voci di spesa più significative sul fronte della tutela alle persone e alle famiglie, il Comune di Fiorano Modenese, nel 2013 ha preventivato di spendere: 682.627 euro per l’assistenza domiciliare e il trasporto assistito, 398.458 euro per contributi a sostegno dell’abitare, 175.000 per le rette di strutture residenziali e diurne, 473.000 euro come quota parte per l’Ufficio Comune Distrettuale, 474.742 euro per contributi economici.
Per garantire il diritto all’educazione Fiorano spende 995.579 euro per il funzionamento dei servizi per la prima infanzia; 851.445 euro per le spese di gestione degli edifici scolastici e di funzionamento delle direzioni didattiche e delle segreterie; 2.261.208 euro per il diritto allo studio e la qualificazione scolastica, con mense, trasporto, servizi estivi, contributi libri testo, prolungamento orario, inserimento scolastico portatori di handicap, 1.476.048 euro per i servizi, istituzioni e attività culturali (Bla, Castello di Spezzano, Astoria, Casa Corsini, Progetto Giovani, ecc.), 469.863 euro per gli impianti e le manifestazioni sportive e dell’associazionismo. 189.050 euro sono destinati ai progetti per lo sviluppo del distretto, per i prestito sull’onore a sostegno dell’autoformazione e dell’autoimprenditorialità, per il fondo innovazione imprese.
Come spiega il sindaco Claudio Pistoni citando la Relazione Previsionale e Programmatica allegata al bilancio: “L’impossibilità di programmare le entrate, in particolare dell’Imu e della Tares, hanno costretto il nsotro comune e tutti gli enti locali italiani a rimandare l’approvazione del bilancio di previsione 2013 e a fare ricorso all’esercizio provvisorio, penalizzante per l’ente, burocraticamente più rigido e, di conseguenza, maggiormente oneroso. Dopo cinque mesi non sono ancora intervenuti elementi di chiarezza, ma è necessario comunque dare concretezza alle volontà e alle scelte politiche dell’amministrazione comunale per contrastare la crisi, sostenere le famiglie in difficoltà, promuovere lo sviluppo economico e culturale della città. L’Amministrazione Comunale ha scelto perciò di approvare un bilancio ‘aperto’, in grado di rendere attuabili i progetti dell’amministrazione comunale, ma comunque in grado di adeguarsi, nelle variazioni di assestamento, alle decisioni che saranno assunte dal governo nazionale”.
“Anche nel 2013 applicheremo le aliquote dell’Imu al livello base, favorendo in questo modo le famiglie e le ditte del territorio, che già hanno potuto nel 2012 e negli anni precedenti avere significativi risparmi, rispetto agli abitanti degli altri comuni. Le adegueremo in fase di assestamento soltanto se costretti da una maggiore quota incamerata dallo stato, e/o da minori trasferimenti. Avrebbe infatti effetti pesantissimi, se non ci saranno forme di compensazione, la decisione del governo di lasciare agli enti locali l’Imu sulla prima casa, ma di introitare totalmente quella degli stabilimenti industriali. Per Fiorano significa una insostenibile riduzione di entrate, che rispetto all’Ici è valutabile in 5 milioni di euro, ma significa anche la rottura del ‘patto fiscale’ che ha consentito negli ultimi trent’anni, sviluppo e qualità di vita per Fiorano. Attraverso l’Ici, le aziende hanno sostenuto la propria gente e la propria comunità, rendendola in grado di potenziare i servizi, realizzare infrastrutture, investire nell’istruzione, nella cultura e nel tempo libero, programmare lo sviluppo del territorio. I proventi dell’Ici sono stati nuovamente immessi nell’economia locale, contribuendo al suo benessere, mentre, con l’Imu incamerata dallo stato, questo patto si rompe; si tolgono risorse all’economia locale e le aziende sono costrette a pagare l’ennesimo tributo senza uno ‘scopo’ chiaro e verificabile”.
“Il Comune di Fiorano Modenese, rispetto al 2012, non può sopportare ulteriori significativi tagli, che si aggiungano alle manovre già previste dai governi Berlusconi e Monti per i bilanci del 2013 e del 2014, alle quali deve comunque ulteriormente farsi carico di supplire alle crescenti carenze dello stato, che, ad esempio, ha statalizzato la scuola dell’infanzia Villa Rossi, ma ad oggi non sappiamo se sarà in grado di garantire il personale, con un aggravio di oneri per il comune che potrebbe arrivare a 720.000 euro in tre anni”.
Il sindaco poi sottolinea le priorità per il 2013: “Sostegno alle famiglie in difficoltà; percorsi educativi per garantire una formazione di qualità e sostegno economico nei percorsi scolastici per dare al merito pari opportunità; partecipazione alle politiche di sviluppo culturale ed economico per creare e facilitare l’accesso al lavoro, in particolare ai giovani; pianificazione urbanistica del territorio comunale nell’ottica della sostenibilità e della qualità di vita, facilitando l’innovazione economica e l’insediamento di nuova imprenditorialità; innovazione del ruolo dell’ente ‘comune’ e nuova organizzazione dei servizi, basata sulla semplificazione burocratica e in ottica di unione dei comuni, per rispondere alle esigenze dei cittadini e del sistema distretto”.
Sono cinque facce di un’unica strategia che garantisce i bisogni primari delle persone, ma interviene contestualmente a livello urbanistico, di servizi e di relazioni con altri istituzioni e associazioni, per favorire la creazione di lavoro e di impresa, in particolare attraverso l’innovazione dei sistemi, dei progetti, delle infrastrutture, delle politiche di territorio vasto. Per fare questo il Comune deve interpretare un nuovo ruolo che richiede l’evoluzione della sua struttura, dei servizi che eroga, dei rapporti con le altre istituzioni e con le forme organizzate della comunità”.