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Morti sul lavoro, Osservatorio Vega Engineering: maggio il mese più luttuoso tra i primi cinque del 2013

ambulanza_6“E’ stato il mese più drammatico del 2013, uno dei peggiori degli ultimi tre anni”. Questo il commento d’esordio degli esperti dell’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering ai dati relativi all’ultima indagine effettuata sulle morti bianche nei primi cinque mesi dell’anno. In maggio, in effetti, sono state registrate 60 vittime. Un tragico bilancio in cui pesa moltissimo la tragedia al porto di Genova nella quale il 7 maggio sono morti nove lavoratori. Ma non solo. Sempre in maggio in un solo giorno hanno perso la vita sei lavoratori da Nord a Sud del Paese.

E i primi cinque mesi si chiudono con 186 vite spezzate nei luoghi di lavoro. Ancora nel settore agricolo si rileva oltre il 40 per cento degli infortuni mortali, al settore delle Costruzioni, invece, si fa ricondurre il 20,4 per cento degli infortuni mortali.

Mentre nella graduatoria delle regioni in cui è stato registrato il maggior numero di decessi da gennaio a maggio, al primo posto troviamo la Lombardia con 24 vittime (10 in più rispetto ad aprile), seguita dall’Emilia Romagna (19), dalla Sicilia (17), da Piemonte e Liguria (15), dalla Campania (13) e dalla Puglia con il Veneto (12).

Dopo agricoltura e costruzioni il terzo settore coinvolto nel dramma è quello dei Trasporti, magazzinaggi e comunicazioni (8,6 per cento).

La causa principale di morte è quella dovuta al ribaltamento di un veicolo/mezzo in movimento (25,3 per cento dei casi), mentre lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti è stata la causa di morte nel 24,7 per cento dei casi. La caduta dall’alto nel 22 per cento.

Cambiando approccio nell’analisi e spostandoci dai numeri assoluti all’indicatore del rischio di mortalità per regione – ovvero l’incidenza della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa – la maglia nera in questi primi cinque mesi spetta alla Liguria (con un indice di incidenza pari a 23,7 contro una media nazionale di 8,1); il secondo posto alla Calabria (15,9) e il terzo ad Umbria e Abruzzo (13,8). Sotto la media nazionale solo gli indici di Lazio, Veneto, Lombardia, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Valle D’Aosta. (Tutti i dati sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com).

Rispetto ai primi cinque mesi del 2012 nel 2013 si rileva un decremento della mortalità pari all’11,4 per cento.

Ma la situazione appare peggiorata ad esempio rispetto al 2010 quando da gennaio a maggio si contavano 172 vittime del lavoro.

Guardando alle classifiche provinciali per la prima volta emerge il record negativo di Genova (12 vittime); seguita da Foggia (7), da Chieti (6), Cosenza e Brescia (5), Trapani, Ferrara, Frosinone, Reggio Emilia, Cuneo, Perugia, Salerno, Napoli e Roma (4).

Ma il rischio di mortalità più elevato appartiene ad Oristano (indice pari a 54,1), seguito da Chieti (42,5), da Foggia (40,1) e Genova (34,5).

L’Osservatorio Vega Engineering tiene poi ancora a precisare come nei primi 5 mesi del 2013 siano già 10 le donne che hanno perso la vita al lavoro. “Dato allarmante – precisano – dal momento che in tutto il 2012 erano decedute 9 lavoratrici”.

La fascia d’età più coinvolta nell’emergenza morti bianche continua ad essere quella che va dai 55 ai 64 anni e nella quale si registra il maggior numero di vittime (50 su 186), seguita da quelle degli ultrasessantacinquenni (45 casi). Sempre gli ‘over 65’ quella a maggior rischio di mortalità considerando la popolazione lavorativa.

Dati-Nazionali-Osservatorio

















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