“Il Piano Operativo Comunale è stato rinnovato ogni volta che è stata approvata una variante significativa con la riedizione dell’intero Piano, a una cadenza inferiore ai 5 anni; pertanto non lo si può considerare in alcun modo decaduto. Lo ha affermato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi rispondendo nel seduta consiliare di lunedì 3 giugno all’interrogazione di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it). “Per quanto riguarda “le potenzialità edificatorie” relative alle aree F (frase estratta dal Documento di Indirizzi del PSC) alcune sono previste a vario titolo nello strumento urbanistico vigente, altre vengono fissate transitoriamente da accordi intercorsi tra privati e Comune, ma il perfezionamento degli accordi avviene con l’approvazione delle specifiche varianti da parte del Consiglio Comunale. Si tratta di una procedura applicata da molti anni , nel rispetto dei compiti di ciascun organo amministrativo e in particolare quelli del Consiglio Comunale”. Ha precisato l’assessore.
Nell’interrogazione intitolata Potenzialità edificatorie e stralcio delle aree F dal Psc, la consigliera Poppi ha domandato “in che cosa consista la questione delle potenzialità edificatorie quando di fatto gli accordi sospendono l’efficacia dell’impegno per il Comune all’approvazione delle varianti o dei Piani particolareggiati” e come l’assessore interpreti “le dichiarazioni di chi ritiene che il Poc sia decaduto e quindi non poteva essere modificato”. In particolare parlando della aree F, la consigliera ha ricordato il parere espresso dalla Provincia sulle varianti adottate e ha suggerito di prendere in esame altre aree dismesse (come le aree ex Corni, ex Consorzio Agrario, ex Mercato Bestiame) o alloggi invenduti (come nell’intervento della ex Manifattura Tabacchi) in cui destinare una quota di alloggi a edilizia sociale.
Per l’assessore si tratta “di aree dove l’Amministrazione Comunale non ha la possibilità di sviluppare le politiche Peep, sicuramente, ad esempio, non all’ex Manifatture Tabacchi dove l’intervento da parte di soggetti privati e pubblici conduce inevitabilmente a costi che escludono questa possibilità. In questi casi il Comune è “compensato” in altri modi . Per quanto riguarda il parere sulla variante delle aree F, “la Provincia – ha osservato Giacobazzi – non mette in discussione il merito delle modifiche, dice invece che, a suo parere, sarebbe stata preferibile una variante al Psc anziché al Poc. Come in passato il Comune è di diverso avviso e penso abbia il dovere di perseguire la strada che ritiene corretta”.
In sede di replica, Poppi ha sottolineato: “Se non nell’area dell’ex Manifattura ci sono altre ampie zone in cui si possono realizzare gli alloggi. Dobbiamo valorizzare quanto c’è, mentre da 50 anni stiamo costruendo in modo sconsiderato. È all’attenzione di tutti il fatto che occorre ridurre l’urbanizzazione e nelle zone specifiche, oggetto di varianti, ci sono anche altri problemi: dalle falde acquifere in via Cannizzaro ai problemi di rumore in via Santa Caterina. Oltre al discorso sulla decadenza del Poc – ha aggiunto – c’è chi dice che al momento dello spacchettamento, al Prg sono state introdotte modifiche sostanziali che non si potevano fare”.