Lamandini, in qualità di assessore all’istruzione dell’Unione Terre di Castelli da nove anni, precisa:
“L’affermazione della collega di Guiglia ‘…Sono contenta che il buon senso abbia prevalso sull’accanimento assurdo di Lamandini.…’ mi sembra una caduta di stile istituzionale, una mancanza di rispetto verso un collega con cui condivide da 4 anni il lavoro all’Unione e uno stravolgimento della realtà”.
“Ovviamente non esiste nessun ‘accanimento’ di Lamandini, ma un percorso condiviso dal 2001, anno della fondazione dell’Unione e confermato con la delibera di Giunta dell’Unione n. 63 del 16 maggio 2013”.
“Ho ormai la certezza che il Sindaco di Guiglia pensi all’Unione come ad un ‘service’ che deve fornire servizi a misura delle richieste di ogni Comune e non accetta la logica della gestione unionale, che è l’unica legittima se si trasferisce la funzione come Guiglia ha fatto e come hanno fatto gli altri Comuni quando hanno costituito l’Unione o ci sono entrati”.
“Altro tema è l’attenzione ai territori, sempre presente, a problemi particolari e a richieste specifiche; ma senza una gestione unitaria crolla il sistema creato in dieci anni: dei Nidi, degli Sportelli sociali, della PM, delle Assistenti Sociali, delle Mense, del Trasporto scolastico, dei servizi di Pre e Post scuola, dell’Ufficio del personale, dell’Assistenza ai bambini disabili, della gestione delle Case protette, etc”.
“Come pure crolla l’idea degli investimenti strategici per il territorio: Tecnopolo, Polo della Sicurezza, Canile intercomunale, per adesso; ma vengono anche messe in discussione le scelte del passato: la creazione di una rete di Case protette per anziani, di Centri diurni, di centri semiresidenziali per disabili adulti”.
“Se ogni Comune decide solo seguendo l’interesse ‘piccino’ e del breve periodo – conclude Lamandini- salta alla radice l’idea di Unione; di Ambito ottimale; di Distretto Socio sanitario”.