«A un anno da un sisma devastante, che per la prima volta ha colpito un sistema produttivo di primaria importanza e che ci ha costretto a muoverci su un terreno sconosciuto, i problemi ci sono e sono complessi ma molte cose sono state fatte». Lo ha detto il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini nell’intervento che ha chiuso il Consiglio provinciale di mercoledì 29 maggio dedicato interamente all’anniversario del terremoto. «Ci eravamo dati – ha proseguito il presidente – m un ordine di priorità: prima le scuole, che sono tutte ripartite in tempo per l’inizio dell’anno scolastico; poi le imprese, che si stanno riavviando, ci sono ancora difficoltà, ma il processo per ricominciare è avviato. Oggi è il momento di pensare alle case, e lo stiamo facendo. Ci manca il pezzo dei beni culturali, ma si lavorerà con il Governo per far arrivare le risorse necessarie. Faremo fino in fondo il nostro dovere – ha concluso Sabattini – lo dobbiamo alle vittime del sisma che sono eroi civili morti perché stavano lavorando per far ripartire le loro aziende».
La prima parte del Consiglio è stata dedicata agli interventi dell’assessore regionale Giancarlo Muzzarelli e dei presidenti delle Unioni, Alberto Silvestri per l’Area nord, Giuseppe Schena per le Terre d’argine e Sandro Fogli per il Sorbara. Il dibattito è stato aperto da Giorgio Siena (Pd) che ha focalizzato l’attenzione sulla scuola «per la quale non sono necessari solo gli interventi sull’edilizia, occorre anche intervenire sui contenuti creando una sorta di “governance” della filiera della formazione perché oggi, con la ripartenza, abbiamo molte opportunità che possiamo sfruttare al meglio solo con investimenti efficaci e innovativi». Secondo Fabio Vicenzi (Udc), nonostante «gli sforzi di tutte le istituzioni, oggi i cittadini faticano ancora a vedere risultati, anche a causa delle tante norme e procedure che a volte stentano a coordinarsi. Dovremmo tornare a fare il punto della situazione e riflettere sulle cose che ci servono davvero». Anche per Enzo Rinaldi (Pd) sarebbe necessario «accompagnare cittadini e commercianti con azioni concrete perché non perdano la fiducia». Per il consigliere di Medolla inoltre servirebbero anche «azioni adeguate per il recupero psicologico delle persone». Lorenzo Biagi (Lega nord) dopo aver riconosciuto che tanto è stato fatto ha però affermato che la Regione «avrebbe dovuto trovare il modo di rivendicare il diritto del nostro territorio a essere aiutato, di sostenere il rilancio delle nostre imprese e la zona franca, che per noi era indispensabile, soprattutto visto che il Governo, proprio pochi giorni fa, ha deciso di concederla a oltre quaranta Comuni del Mezzogiorno».
Patrizia Cuzzani (gruppo Misto) ha osservato che, «pur tra mille difficoltà la ricostruzione è ben avviata ma, anche in coda a tutto, è necessario trovare il modo di ricostruire i beni storici e culturali che sono il centro identitario delle comunità colpite». Sergio Pederzini (Idv) ha sottolineato «gli enormi problemi dei cittadini e delle imprese» per affermare che «ora non abbiamo bisogno di elogi ma di attenzione concreta da parte dello Stato, di aiuto, di risposte precise, di tempi certi e soprattutto dei soldi necessari». «Non siamo noi come comunità che dobbiamo chiedere ma è lo Stato che ha il dovere di darci quanto ci spetta» ha replicato Marc’Aurelio Santi (Pd) per il quale «conta anche il modo in cui vengono fatte le cose: nell’ascolto da parte delle istituzioni, nella vicinanza ai cittadini e nella volontà dei tecnici di aiutarli il più possibile pur restando nelle regole». Mauro Sighinolfi (Pdl) ha invitato a riflettere sul «lavoro essenziale e indispensabile svolto dalla Provincia nell’emergenza e in tutto quest’anno» chiedendo contemporaneamente allo Stato «risposte valide e concrete che invece non vedo». Le «ferite sono ancora aperte» per Ivano Mantovani (Pd), ci sono velocità diverse nella ripresa e lo dimostrano «i nostri centri storici, ancora abbandonati nonostante l’apertura delle zone rosse. Sappiamo che non potrà essere più come prima ma, insieme a diverse facoltà universitarie, abbiamo avuto l’occasione di ripensare le modalità della ricostruzione e dell’ampliamento e abbiamo l’opportunità di creare piani che possano dare una vivibilità migliore e più adatta ai tempi. Non dobbiamo lasciarla sfuggire».
Dante Mazzi (Pdl) ha rilevato che «a livello nazionale e perfino locale si sono spenti i riflettori sul sisma: molti pensano che sia tutto risolto e forse anche per colpa nostra che abbiamo contribuito a creare l’idea che gli emiliani non si fermano. Ma è nostro dovere come istituzioni avanzare richieste in maniera più decisa perché il nostro territorio deve ancora fare i conti con una serie di intralci che non fanno bene alla ripresa ma soprattutto si ha la sensazione di non essere ascoltati: bisogna invece rispettare la nostra voglia di ricominciare perché porterà benefici a tutta la nazione».