I cantieri più importanti della Provincia di Modena nell’area del cratere, quelli per ricostruire il polo scolastico Luosi/Galilei di Mirandola gravemente danneggiato dalle scosse del terremoto, dovrebbero partire entro l’anno. Nei giorni scorsi è arrivato il parere positivo di congruità antisismica dalla Regione Emilia Romagna, e l’obiettivo è quello di partire al più presto con le gare d’appalto. La copertura finanziaria per l’intervento è assicurata: per quanto riguarda il Galilei, che dovrà essere parzialmente demolito, ad affiancare la Provincia saranno Barilla e le fondazioni bancarie di Modena, Mirandola e Vignola, per un investimento complessivo di 10 milioni di euro. Per quanto riguarda invece il Luosi, il costo di 2 milioni di euro sarà interamente sostenuto da Eni.
La seduta del Consiglio provinciale di mercoledì 29 maggio – in concomitanza con il primo anniversario del sisma che ha colpito l’area nord del Modenese – è stata l’occasione per fare il punto sugli interventi messi in campo dalla Provincia nell’area del cratere. Ai lavori del Consiglio, moderati dal presidente del Consiglio Demos Malavasi e chiusi dal presidente della Provincia Emilio Sabattini, hanno partecipato l’assessore regionale alle Attività produttive Giancarlo Muzzarelli e i presidenti delle Unioni dei Comuni colpiti: Alberto Silvestri (Area Nord), Giuseppe Schena (Terre d’Argine) e Sandro Fogli (Comuni del Sorbara).
Gli interventi della Provincia per le zone colpite, illustrati in un video proiettato in apertura di seduta e visibile online all’indirizzo www.provincia.modena.it, sono riassumibili in tre grandi ambiti: protezione civile, cantieri per le infrastrutture danneggiate e misure per il sostegno delle imprese.
Per quanto riguarda gli interventi di protezione civile la Provincia ha coordinato, attraverso il Centro unificato di Marzaglia, l’intervento di soccorritori e volontari – 790 squadre e 3.282 volontari – per l’assistenza a 9 mila sfollati sistemati nei 46 centri di accoglienza e 1.700 persone trasferite negli alberghi. Ha coordinato inoltre la gestione dei campi, tutti chiusi a 5 mesi dalle prime scosse. Con 600 unità di personale ha dato supporto ai Comuni per la gestione dei Contributi per l’autonoma sistemazione (12.400 pratiche) e del Programma casa, che ha assegnato 647 moduli abitativi. Supporto ai Comuni anche in diverse attività, quali ad esempio le opere provvisionali urgenti (1.375), i sopralluoghi per le schede Aedes (21.366), la gestione delle reti e servizi e lo smaltimento delle macerie (mille cantieri, 255 mila tonnellate).
Per quanto riguarda i cantieri della Provincia per la infrastrutture danneggiate, oltre alla viabilità – la riparazione dei ponti sulla tangenziale di Finale e sul cavalcaferrovia di San Felice e la progettazione del nuovo ponte di Sorbara – la parte più significativa riguarda l’edilizia scolastica. Trentuno i cantieri, dentro e fuori dal cratere, per la riparazione di danni minori, tutti chiusi entro la fine dell’estate scorsa. A questi si aggiungono interventi di ripristino sul polo Calvi/Morandi di Finale, finanziati con il conto corrente di solidarietà della Provincia, e dei laboratori e officine del Galilei, con il contributo del Fondo Vicenza per il terremoto, oltre all’allestimento di sedi provvisorie per il Venturi di Modena, la cui sede storica è inagibile. Quindi i progetti di ricostruzione del polo Galilei/Luosi e di ripristino del Calvi/Morandi, insieme alla progettazione dei lavori di ricostruzione della palazzina Bidinelli dell’istituto Fermi a Modena e del recupero della sede di via dei Servi del Venturi.
Infine le misure per il sostegno alle imprese: oltre al tavolo per estendere la cassa integrazione alle imprese interessate da fermo produttivo a causa del sisma – 30 mila lavoratori e tremila aziende – la Provincia ha gestito il bando regionale per il trasferimento temporaneo delle imprese commerciali e di servizi in 14 aree attrezzate predisposte dai Comuni, per l’erogazione di 750 contributi per complessivi 10 milioni di euro di risorse europee. Gestione provinciale anche per il bando regionale che ha finanziato con 14 milioni di euro 200 aziende agricole e agroalimentari per l’acquisto o il ripristino di macchine, attrezzature e impianti danneggiati.
GLI INTERVENTI IN CONSIGLIO PROVINCIALE. MUZZARELLI: A LUGLIO NUOVO BANDO PER L’AGRICOLTURA
Si è aperta con la lettura dei nomi delle 19 vittime modenesi del terremoto del maggio scorso, seguita da un minuto di silenzio, la seduta del Consiglio provinciale di mercoledì 29 maggio dedicata all’anniversario del sisma. Aprendo i lavori, il presidente del Consiglio Demos Malavasi ha sottolineato «il valore e la forza della solidarietà», ringraziando «tutti i volontari ma anche il personale delle Amministrazioni locali, che è stato ammirevole».
«Molto abbiamo fatto, molto dobbiamo fare» ha detto l’assessore regionale alle Attività produttive, Giancarlo Muzzarelli, ripercorrendo gli interventi messi in campo in questi 12 mesi dalla struttura Commissariale della Regione Emilia Romagna e delineando quelli futuri, quale ad esempio «il bando per lo sviluppo delle imprese agricole, che si apre a luglio e mette a disposizione 65 milioni di euro». Così come «il bando per lo sviluppo delle imprese, per il quale sono arrivate 500 domande, e questo è un dato straordinario, perchè significa che gli imprenditori guardano già oltre il terremoto: allargano gli stabilimenti, investono in tecnologie, assumono nuovo personale».
«Continueremo a operare con la disponibilità totale al confronto – ha concluso Muzzarelli – per migliorare i nostri provvedimenti tutti insieme».
Nel sottolineare come «affrontare l’emergenza sia tuttora molto difficile», il presidente dell’Unione Comuni Area Nord, Alberto Silvestri, ha illustrato «i tre obiettivi sui quali da subito abbiamo concentrato gli sforzi. Primo fra tutti il lavoro, per mantenere la possibilità di un futuro. Va dato atto alle imprese e ai dipendenti – ha aggiunto – di aver fatto tutto il possibile per restare». Quindi la scuola, «e questo obiettivo può dirsi raggiunto, con le scuole nuove o riparate entro lo scorso ottobre». Infine «la ricostruzione, che ci impegna in un percorso difficilissimo, anche a causa della crisi che rende complicato trovare le risorse necessarie. I nostri centri storici sono ancora chiusi, e il commercio soffre in modo particolare. Siamo consapevoli delle difficoltà – ha concluso – ma non possiamo sprecare l’opportunità, che può nascere da questa tragedia, di rendere più sicuri e funzionali i nostri paesi».
Per Sandro Fogli (Comuni del Sorbara) «bisogna avere il coraggio di guardare in faccia la realtà: non tutto è andato liscio». Ma «l’impegno quotidiano per uscire dall’emergenza e ‘guarire’ è sempre stato affiancato dalla partecipazione» ha aggiunto, citando l’esempio delle iniziative culturali «importantissime per rendere più bello e più fruibile quello che abbiamo».
Giuseppe Schena, presidente dell’Unione Terre d’Argine, ha osservato come «la ricostruzione non è cosa di qualche anno, e 12 mesi sono pochi per fare dei bilanci. E’ importante tenere il passo rispetto al patto che abbiamo fatto con i cittadini, perchè la coesione sociale scricchiola e va recuperata la capacità di relazione all’interno delle comunità. Il lavoro fatto – ha aggiunto – è importante ma parziale, e la complessità delle procedure non necessariamente è funzionale alle esigenze di tutela della legalità. Bisogna semplificare, perchè la legalità deve convenire». Parlando di tutela dell’identità, infine, ha invitato a una riflessione su «quale sia l’identità che vogliamo tutelare: quella storica o quella di oggi? Dobbiamo deciderlo, soprattutto in relazione agli edifici storici, perchè le scelte che facciamo oggi condizionano il futuro delle nostre comunità. Siamo in ritardo sul patrimonio abitativo privato, ma non si può più aspettare per il recupero degli immobili produttivi e per i servizi».