Ad un anno dalla tragica scossa che sconvolse la bassa modenese per la seconda volta nel giro di 10 giorni, Unindustria Servizi invita a riflettere su un aspetto nodale della ricostruzione.
Le normative hanno disegnato una mappa che delimita un’area all’interno della quale sono obbligatori degli adeguamenti sismici, da realizzarsi con finanziamenti statali. Ma cosa accade alla imprese del modenese o di altre zone che sono fuori dalla mappa? Non hanno alcun vincolo e se vogliono adottare misure anti sismiche le devono pagare di tasca propria.
“Chi si prende la responsabilità di eventuali altri danni a capannoni che stanno al di fuori della mappa, e che di conseguenza non sono soggetti al vincolo di adeguamenti sismici? – si chiede Luca Davoli, presidente di Unindustria Servizi-. Su quale coscienza ricadranno i morti di eventuali nuove scosse? Questa mappa divide i vivi dai morti, chi può stare sereno da chi non può stare sereno, come se ci fossero lavoratori di serie A e di serie B. Non è concepibile – prosegue Davoli rivolgendosi al legislatore – che una linea divida in due gruppi dei capannoni limitrofi e ugualmente vulnerabili”.