La Corte dei Conti ha ritenuto legittimo il comportamento del Comune di Napoli, la cui delibera di assunzione di 300 maestre a tempo determinato era stata sottoposta a giudizio. Dal capoluogo partenopeo una novità che apre orizzonti di investimento nella scuola pubblica.
La vittoria dell’Amministrazione di Napoli rappresenta una felice notizia per chi crede che i diritti costituzionali non possano essere costretti dentro la “camicia di forza” del patto di stabilità. La delibera è stata ritenuta legittima in quanto il Comune non può esimersi dall’obbligo, previsto dalla Costituzione, di istituire scuole pubbliche, a partire dai tre anni.
Viene così a cadere una delle principali motivazioni dei difensori dello status quo, per i quali, anche se si fosse risparmiato il milione e duecento mila euro che ogni anno il Comune di Bologna destina alle scuole dell’infanzia private paritarie, non lo si sarebbe poi potuto investire per la scuola pubblica, statale e comunale. Viene altresì a cadere la principale motivazione per creare una “Azienda per i Servizi alla Persona”, in cui trasferire scuole materne e maestre.
Questa novità, accompagnata e idealmente unita all’esito del referendum bolognese, rappresenta un’occasione imperdibile per la città di Bologna: ora possiamo invertire la rotta di 180 gradi, ridare priorità alla scuola di tutti e reinvestire in essa.
(Nuovo Comitato Articolo 33)