I danni provocati dal sisma alle opere idrauliche dei consorzi di bonifica e le forti piene di questi ultimi anni hanno cambiato gli scenari relativi al rischio fiumi e corsi d’acqua nel territorio modenese. Per questo la Provincia ha provveduto ad aggiornare il Piano provinciale di protezione civile relativo a questo tipo di rischio. Il documento, approvato all’unanimità nei giorni scorsi dal Consiglio provinciale, «tiene conto – ha illustrato Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena con delega all’Ambiente – delle esperienze maturate sul campo in questi ultimi anni, caratterizzati da eventi climatici estremi, oltre a recepire il decreto del presidente Errani che nel novembre scorso ha approvato il Piano interregionale di emergenza per il rischio idraulico nei territori interessati dal sisma del maggio 2012 allo scopo di garantire interventi sempre più efficaci, quindi più sicurezza».
Sulla base dell’analisi degli eventi di piena di questi ultimi anni che hanno superato le soglie definite in precedenza, la Provincia ha deciso di aggiornare i livelli idrometrici di pericolosità, confermando le ormai collaudate procedure di diffusione degli avvisi di criticità, delle allerta di protezione civile e la gestione delle fasi di monitoraggio, sorveglianza, prevenzione del rischio ed emergenza. A seguito della fase di allerta, diramata dalla Regione, sono individuate, a seconda della gravità della situazione, le fasi di attenzione, preallarme e allarme. E per ogni fase sono definiti i compiti dei diversi enti coinvolti tra cui, oltre la Provincia, Prefettura, Consorzi di bonifica, Agenzia interregionale del fiume Po, Servizio tecnico di bacino, Comuni, presidi sanitari, aziende di servizio e volontariato.
Per quanto riguarda i territori colpiti dal sisma, sulla base degli scenari indicati nel Piano interregionale e delle criticità indotte dal sisma sul reticolo di fiumi e canali e sul sistema di scolo di pianura, la Protezione civile provinciale, in collaborazione con gli altri enti, ha inserito nuove procedure operative specifiche aggiornando, anche attraverso indagini e sopralluoghi, il censimento degli elementi a rischio: privati cittadini fragili (come anziani e disabili), attività produttive e allevamenti a rischio evacuazione in caso di emergenza.
La Provincia si era già dotata di un Piano di emergenza per il rischio idraulico, elaborato nel 2001 e aggiornato nel 2006 e nel 2010, con il quale sono stati gestiti in 12 anni oltre trenta eventi di piena.