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Hobbisti, Defranceschi (M5S): “una legge che, così com’è, non contrasta il sommerso e tutela l’esenzione fiscale”

“La legge sugli hobbisti è stata approvata e certo è un piccolo passo nella regolamentazione del settore. Se non fosse però che, così com’è, non contrasta realmente il sommerso. Partendo dal presupposto che un hobbista non è un commerciante, e che se lo è deve rispettare le regole e pagare le tasse, la contraddizione esistente fra commercianti, regolarmente iscritti e fiscalmente penalizzati rispetto ai finti hobbisti, permane indisturbata. Una contraddizione in termini, che non a caso emerge dalla stessa denominazione della legge: “commercio in forma hobbistica”.Nei fatti e’ stata fatta una scelta di presunto equilibrio: si è deciso di limitare di fatto l’hobbismo, introducendo il limite massimo del prodotto e soprattutto del bancone, mantenendolo però come una forma di commercio.

Resta una zona franca di soggetti che commerciano a tutti gli effetti: non a caso nella legge si utilizza il termine “vendere” riferito all’attività dei mercatini in questione.

Attività che dal punto di vista remunerativo niente ha a che vedere con l’hobby di chi vende 20 candele all’anno, o l’origano in barattolo del proprio giardino, restando ben al di sotto dei budget di attività commerciali.

Questa legge quindi, da un lato non tutela chi paga le tasse, mentre dall’altro appesantisce burocraticamente quelle che sono i veri hobbisti, ovvero le persone che e così facendo attraggono turismo e producono piacevoli atmosfere e momenti di scambio con i mercatini incoraggiati dalle proloco.

In sostanza: così com’è non fa che legalizzare un commercio inspiegabilmente esentasse.

C’è poi un altro problema: la attuazione dei controlli e dunque, dell’efficacia della legge stessa. I comuni, chiamati a vidimare tesserini e a verificare l’elenco dei beni che l’hobbista dovrebbe fornire ogni volta, hanno mezzi, personale e risorse da impegnare, in particolare nei giorni festivi? Ma soprattutto: come fare a controllare che i limiti introdotti vengano rispettati? Un esempio: la reale corrispondenza fra il valore dichiarato e il prezzo successivamente proposto al momento dell’acquisto. E, non da ultimo: chi controlla quanto effettivamente a fine giornata un bancone porterà a casa?

Visto che questa legge è dichiaratamente provvisoria, mi auguro che quella di riforma del commercio su area pubblica, finalizzata a estirpare l’evasione fiscale e dunque a incoraggiare e sostenere i commercianti – al momento strozzati da questa competizione sleale – arrivi presto”.

(Andrea Defranceschi, capogruppo Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna)

 

















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