Il 29 maggio verrà inaugurata la prima chiesa non provvisoria del post terremoto nella bassa fra Modena, Mantova e Ferrara: la nuova parrocchiale di Medolla, progettata dall’architetto Davide Marazzi, 38 anni. Marazzi è nato a Medolla e la sua famiglia vive ancora lì. “Il progetto – dichiara l’architetto – è stato concepito per rispondere all’esigenza della Parrocchia di dare una risposta tempestiva, sia funzionale che simbolica, al dramma di una comunità, la nostra, privata tragicamente sia delle proprie case che delle proprie chiese”.
Già tra la prima e la seconda scossa, aggiunge Davide Marazzi, “ci incontrammo con Don Davide Sighinolfi, parroco di Medolla, per riflettere su possibili soluzioni al problema della forte compromissione della chiesa parrocchiale; apparve subito evidente come, sia per ragioni tecniche che per ragioni economiche, la soluzione non fosse da ricercare in un intervento di recupero della stessa vecchia chiesa, quanto meno non nell’immediato. Infatti, il vincolo di affrontare il recupero del manufatto storico con i criteri rigorosi del restauro scientifico e la simultanea esigenza di pervenire ad un livello di consolidamento tale da garantire l’assoluta sicurezza sismica non paiono conciliabili, se non forse a costi molto elevati fuori dalla portata della Parrocchia”.
La particolarità della struttura è data dalla sua versatilità: pur essendo un luogo di culto concepito per essere definitivo, esso potrà facilmente essere riconvertito in altro spazio per uso collettivo, qualora si dovesse pervenire in futuro al recupero della vecchia chiesa.
Elemento caratterizzante dell’edificio è la struttura in legno, che ha permesso di coniugare rapidità esecutiva, elevati standard di sicurezza sismica, comfort interno e contenimento dei costi di gestione.
“Dal punto di vista del disegno – precisa Marazzi – la contingenza drammatica da cui aveva origine il progetto ci spinse fin da subito verso un’architettura contemporanea sobria e misurata, in grado di facilitare l’appropriazione della nuova chiesa da parte della comunità”.
Così il progetto è caratterizzato da linee semplici in cui risulta evidente il riferimento ad alcuni dei temi classici dell’architettura sacra; elementi centrali sono la luce naturale e la trasparenza, non solo per evidenti ragioni simboliche ma anche per favorire ed accentuare quel senso di apertura ed accoglienza che la casa contemporanea della comunità deve avere.
L’iniziativa, promossa e guidata dal Don Davide Sighinolfi con grande determinazione e fiducia, è stata condivisa fin da subito dalla Diocesi che, pur garantendo sostegno, confronto e riferimento continuo, ha lasciato grande autonomia decisionale al Parroco stesso.
Il costo dell’opera è pari a circa un milione di euro e dal punto di vista finanziario l’investimento sarà tutta a carico della Parrocchia; è ovviamente possibile contribuire mediante donazioni.