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Fiorano: in memoria di Don Rino Annovi, due anni dopo

don-rino-annoviGiuseppe Verucchi torna a Fiorano, dove è stato parroco prima dell’ordinazione episcopale, per celebrare una Messa in suffragio di mons. Rino Annovi, lunedì 20 maggio, alle ore 19, nella basilica della Beata Vergine del Castello, alla quale parteciparanno i famigliari, numerosi Fioranesi e Modenesi della parrocchia del Duomo, in concomitanza anche con il mese dedicato alla Vergine Maria.

La cerimonia ha luogo nel primo anniversario della inaugurazione della cappella destinata alle confessioni, ricavata alla base della torre campanaria sud, allestita grazie a un lascito di Mons. Rino Annovi e aperta nell’anniversario della sua nascita. Il sacerdote fioranese, indimenticato parroco del Duomo di Modena, morto nell’aprile 2011, era infatti nato il 20 maggio 1941

La sua donazione alla parrocchia ha consentito di allestire la cappella delle confessioni, rifare i finestroni delle cupole laterali, che ne avevano urgente bisogno e restaurare i due dipinti che nella cappella hanno trovato nuova collocazione. Al santuario, Don Rino ha dato un contributo silenzioso ma efficace e insostituibile per ottenere il titolo di ‘basilica’, sapendo che avrebbe rappresentato un aiuto affinché anche il libro di pietra fioranese riuscisse più facilmente a far leggere la sua preghiera, quella preghiera alla Vergine che Don Rino ha iniziato a recitare da bambino, salendo quotidianamente al colle, tornandovi ogni volta che poteva e infine volendo riposare per sempre alla sua ombra, nel cimitero fioranese.

Don Rino Annovi aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 22 giugno 1968 e aveva iniziato la sua missione nella parrocchia del Duomo di Modena, rimanendovi per 45 anni, prima come cappellano e poi, dal 1976, come parroco e arciprete maggiore del capitolo metropolitano.

Da Fioranese, Don Rino è cresciuto vivendo quotidianamente la centralità urbanistica, storica, artistica, visiva, simbolica del Santuario e ha sperimentato la sua forza di attrazione, che non deriva dalle architetture barocche, o dalle opere d’arte, ma dall’essere luogo privilegiato di fede di preghiera, casa ove la Vergine Maria e il suo Bambino ci ascoltano e ci incontrano.

 
















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