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Discorso del Questore in occasione del 161° anniversario della Fondazione della Polizia

Certamente il momento storico non è dei migliori ed ombre recenti, come anche strutturali, coprono di un velo di tristezza questa pur bellissima giornata.

Il mio pensiero va ai lutti umani e materiali che tanto ingiustamente hanno colpito territori della Provincia, ove il coraggio, l’operosità, la passione civile non sono mai stati secondi a nessuno.

Modena, ferita dal sisma recente ma non fiaccata, ha subito rialzato lo sguardo sul futuro. Alle popolazioni provate vanno la nostra vicinanza e il nostro aiuto ma anche i più fraterni sentimenti di sprone e di ammirazione per il miracolo di rinascita che stanno rendendo possibile.

Tutti, se vorrete, invito in segno di rispetto ed affetto a qualche attimo di silenzio in ricordo delle vittime del sisma….

La Festa non ha un contenuto unicamente celebrativo; è anche e proficuamente soprattutto un momento importante di incontro, di partecipazione e di riflessione sul nostro lavoro. Lavoro che è incentrato sul costruire, produrre sicurezza.

La sicurezza, oggi, è un elemento essenziale per ogni stato moderno che fa della democrazia la ragione del suo essere.

Oggi, poi, più che mai essa è in cima alle esigenze individuali e la domanda da parte dei cittadini è forte ed investe tutti i campi: la sicurezza interessa certamente gli ambiti della protezione dell’incolumità fisica e della proprietà, ma punta anche alla salvaguardia di un ampio panorama di interessi civili diffusi.

Ovunque se ne discute. È importante, però, porsi come obiettivo un modello nuovo di ordine e coesione sociale; un modello che non soffochi le emergenze, ma che le sappia governare, considerandole passaggio obbligato dell’evoluzione sociale.

E questo nuovo modello non può prescindere da una pluralità di approcci e di interventi tra loro in sintonia che ne dilatino la nozione e non la restringano al concetto di sicurezza uguale ordine pubblico.

Ne deriva un’ottica più moderna ed attuale: di sicurezza intesa come qualità della vita, sicurezza che garantisca la tranquillità sociale e la vivibilità quotidiana, sicurezza che promuova le condizioni migliori, per il benessere comune, nel rispetto della legalità.

Ma produrre sicurezza, mediante questa grande fabbrica italiana che serve a mettere sul mercato nazionale serenità nella vita quotidiana, ha un costo.

I professionisti di questa materia devono poter disporre di personale e di strumenti legislativi.

Molti sono gli uomini e le donne che in Italia già operano nel campo, tuttavia, la nostra realtà esige forze con numeri più alti.

Per quanto riguarda Modena e quegli aspetti della sicurezza connessi alla vita della città, rilevo come nella nostra comunità siano presenti le dinamiche e le problematiche che in larga misura esistono in realtà metropolitane con anche più del doppio degli abitanti.

La posizione geografica del nostro territorio, il suo avanzato livello economico, rendono la provincia di Modena obiettivo appetibile di una criminalità diffusa che associa principalmente i reati predatori a quelli del traffico della droga.

I reati predatori ed i furti, in particolare, costituiscono purtroppo un fenomeno in evidente aumento, non solo in questa provincia ma in tutto il centro nord, particolarmente esposto per il benessere di cui gode e per la storica pacificità dei suoi cittadini.

Non è del tutto al numero di tali reati estranea la vasta crisi mondiale, nazionale e locale, che con l’economia deprime anche il senso della legalità e della morale e indebolisce le resistenze stesse al fenomeno da parte della

popolazione che ne è vittima negli strati più deboli per età, isolamento e condizione.

Nei confronti di questi crimini c’è stato un nostro forte impegno caratterizzato da nuove linee di contrasto, dalla ricerca di altre strategie operative e diversificate e di nuove sinergie con altre Istituzioni.

Per fronteggiare meglio queste emergenze, accanto ai servizi di prevenzione sono state, comunque, accentuate le attività investigative che consentono di acquisire più consistenti elementi di prova da sottoporre al vaglio della Magistratura per l’emissione di provvedimenti di custodia cautelare.

Questa forma di delittuosità, in aumento, non ci scoraggia, anzi ci sprona a proseguire nell’iniziativa, ormai consolidata ed efficacemente entrata nel modello operativo della Questura, che è di portare la Polizia tra la gente, moltiplicando i servizi nelle strade e in altri ambiti, in modo da garantire ovunque la rassicurante presenza dell’uomo e della donna in uniforme. È un modo, anche questo, di fare solidarietà concreta, di avvicinare le Istituzioni ai cittadini, specie a quelli più deboli; è un modo per ridurre le paure e ricondurre il problema della sicurezza dalla dimensione della sua percezione a quella della realtà effettiva.

In merito alla diffusione della droga, che permane una dolorosa piaga sociale ancora troppo presente nella nostra realtà, c’è stata una grande attenzione. Ad iniziare dal versante culturale e formativo per giungere alle recenti attività di contrasto che dimostrano l’impegno concreto con cui si sta affrontando il problema. La nostra aggressione al fenomeno non ha avuto né avrà la minima flessione.

Per quanto concerne la criminalità organizzata, la stiamo contrastando con serietà, professionalità e determinazione. Le nuove strategie investigative, realizzate con l’apporto imprescindibile della Guardia di Finanza e con la guida autorevole e significativa della Magistratura, stanno fornendo i giusti risultati. Abbiamo modificato anche un atteggiamento professionale e culturale che evidenziava qualche necessità di adeguamento migliorativo.

Un fenomeno negativamente rimarchevole, a livello nazionale, è l’emergenza stalking. Negli ultimi tempi si è sempre più focalizzata l’attenzione e sono stati promossi provvedimenti legislativi verso uno dei più odiosi e vili crimini contro la persona – consistente per lo più nella violenza sulle donne -. Le cronache purtroppo vedono un crescendo del fenomeno, anche se solo, sperabilmente,

per il suo venire alla luce mediante il coraggio dell’uscita allo scoperto delle vittime.

Noi, sensibili e tempestivi, abbiamo attivato una squadra di “pronto intervento” con le professionalità idonee e con l’interazione con gli Enti e gli Operatori esterni per dare aiuto, sicurezza e riconoscimento del pieno diritto alla libertà personale di chiunque, soprattutto delle persone deboli, di quelle perseguitate, delle vittime.

Tuttavia, col doveroso ottimismo della volontà e facendo una valutazione sul nostro territorio, posso affermare che la situazione quanto a sicurezza e ordine pubblico è migliore di come spesso è stata descritta e ciò è il risultato di un lavoro onesto e intenso, programmato ed attuato con metodo. I positivi risultati sono giunti grazie ad una costante azione di integrazione nel territorio, più che a una sua saturazione precettiva e di controllo. La Polizia, da braccio armato dello Stato, è divenuta oggi una istituzione servente che si alimenta e  si legittima garantendo, nella società civile, l’esercizio dei diritti e la salvaguardia delle libertà fondamentali, difendendo le minoranze da ogni forma di discriminazione.

Ma dobbiamo fare di più, soprattutto nei confronti dei reati predatori, e la mia promessa è che noi ci saremo, sempre, con abnegazione e determinazione.

Ci potete contare.

Difatti, il presidio più sicuro per la città di Modena e per la provincia è costituito dall’impegno civile della Polizia di Stato integrato dal contributo irrinunciabile dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, della Polizia Penitenziaria e delle Polizie locali che saluto con grande riconoscenza e con sentimenti di grande affetto.

L’azione sinergica di tutte queste Istituzioni offre la garanzia della legalità, mantenendo alta la tradizione di efficienza, di efficacia e di affidabilità.

Sento forte il bisogno di ringraziare tutti coloro che in qualche modo hanno condiviso il nostro impegno e quanti ne hanno facilitato la corrispondenza alle molteplici richieste di sicurezza.

Un cordiale pensiero rivolgo a coloro che hanno cessato la loro collaborazione attiva, ma mantengono inalterati i sentimenti di appartenenza riuniti nell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato.

Alle Organizzazioni Sindacali della Polizia di Stato e del personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno di Modena un sentito grazie per la collaborazione che hanno voluto offrirmi dimostrando un grande senso di responsabilità nel saper coniugare la tutela degli interessi degli operatori con le esigenze sostanziali del servizio.

Ma speciali sentimenti di riconoscente gratitudine ed apprezzamento sento di esprimere a Voi, Donne e Uomini della Polizia dello Stato, al Personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno, per la professionalità, lo spirito di sacrificio l’indefettibile senso del dovere con cui svolgete il Vostro compito costante ed oneroso, senza calcolo e senza risparmio, per il bene di noi tutti.

Siete una squadra in gamba ed ogni giorno sento forte nei vostri confronti il favore e la stima della gente.

Ed io sono molto orgoglioso di voi.

E a Voi almeno ad emolumento morale, vada, per quanto fate, il ringraziamento di noi tutti.

E ciò insieme all’augurio di serenità alle vostre famiglie che con pari tempra condividono gioie, trepidazioni ed entusiasmi di questa professione di cui siamo e saremo sempre fieri.

Un commosso e riverente sentimento dedico ai caduti in servizio per la difesa del diritto, della libertà, della Patria.

Ho, infine, con dolore ed emozione l’onore di ricordare e con un moto della mente e dell’anima commemorare, la recente scomparsa del Capo della Polizia, il Prefetto Antonio Manganelli, prematuramente tolto alla nostra guida da un morbo invincibile.

Non sta a noi e a me significarne il valore né da suo Funzionario arrogarmi l’ardire di un giudizio. Altri e ben più in alto l’hanno fatto sottolineandone i meriti e esaltandone le qualità di impareggiabile e sensibile Servitore dello Stato, ma ho ed abbiamo l’umano diritto di dire che la nostra perdita è stata grande e che di lui ci mancherà la particolare attitudine a farci sentire singolarmente e collettivamente importanti. Collaboratori in cuor nostro quasi, oserei dire amici, in cui il dovere si sapeva trasformare in piacere di servizio con il premio anche dell’umano apprezzamento. Il dottor Manganelli è stato per noi un vero capo; un sicuro punto di riferimento e di indirizzo (Qualche giorno prima di morire, ad un incontro pubblico, disse: solo se….).

Così ci piace ricordarlo e dedicargli lo spirito costruttivo di questa giornata, con un istante di raccolto pensiero.

A conclusione del mio saluto, ringraziando tutti i presenti e formulando i migliori voti per un futuro di speranza, voglio ricordare che il nostro compito è garantire la vita democratica di tutti e che tutti, noi in primis, possiamo adempiere al meglio alla nostra missione nella società facendo bene il proprio mestiere, costruendo un’etica di correttezza professionale e civile che è, come si legge in Albert Camus, nel suo più famoso romanzo La Peste “profonda umanità all’altezza del compito” .

Nella vita e della propria vita bisogna lasciare una traccia, facendo e facendo bene, come le Vittime del sisma hanno fatto, come il dottor Manganelli fino all’ultimo e come le troppe vittime del lavoro continuamente testimoniano. Un alto, quanto anonimo poeta ha scritto in una lapide nella città di Fermo, nelle mie Marche, in loro ideale riconoscimento ed in significativa sintesi di quanto ad essi tanto, dobbiamo ha scritto questi versi che sono perla di civiltà e di sentimento:

“Agli umili eroi del lavoro…

vissuti per produrre,

caduti per costruire

ai mille martiri operosi…

che la storia dimentica

e che il progresso consacra”

cui, assai immodestamente, io aggiungerei:

e che la nostra memoria terrà nel cuore dell’umana gratitudine”. Grazie.

















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