Solidarietà alla neo ministra Cècile Kyenge, «colpita da attacchi personali, espressione della più greve, vile e becera sottocultura nazista», indignazione per quanto accaduto e condanna «di ogni forma di razzismo e discriminazione di genere» sono state espresse dal Consiglio provinciale di Modena attraverso un ordine del giorno sottoscritto da Pd, Pdl, Idv, Udc e gruppo Misto e approvato nella seduta di mercoledì 15 maggio.
Contestualmente è stato respinto un altro ordine del giorno presentato dal gruppo della Lega nord per inviare alla neo ministra «i migliori auguri di buon lavoro» ed esprimere la «ferma contrarietà della Lega a qualsiasi pratica o dichiarazione ispirate al razzismo e alla discriminazione». Il documento, che ha avuto il voto favorevole del solo gruppo leghista, è stato respinto con il voto contrario di Pd e Idv e l’astensione del Pdl perché, come ha spiegato il capogruppo Dante Mazzi, «non è accettabile che non contenga alcun riferimento a solidarietà a Kyenge e condanna di quanto avvenuto».
Il documento approvato, illustrato dal capogruppo Pd Luca Gozzoli, evidenzia in modo particolare le dichiarazioni del deputato europeo della Lega nord Mario Borghezio che «hanno come riferimento il colore della pelle e il genere» segnalando che queste violano il divieto di ogni discriminazione e i principi di giustizia, pluralismo e parità tra uomini e donne che sono alla base della stessa Unione europea. «È utile rimarcare con forza la gravità di questi fatti» ha affermato Gozzoli che si è detto «preoccupato per il livello che esprimono certi insulti». In risposta, Denis Zavatti presentando l’ordine del giorno della Lega nord, ha sostenuto che «si cerca di lucrare sulla vicenda: le dichiarazioni di Borghezio sono state esagerate, contestabili ma non razziste e criticavano la politica della ministra e la nascita di un ministero dell’Integrazione che per ora non è prioritario». «Prendo atto che il gruppo della Lega sta con Borghezio» ha replicato Fausto Cigni (Pd).
Dante Mazzi (Pdl) si è detto dispiaciuto perché il Consiglio «non è riuscito a produrre un documento unitario: si poteva e doveva trovare un punto di incontro dando un segnale forte di solidarietà e condanna di quanto avvenuto e lasciando i distinguo a una discussione successiva». Secondo Sergio Pederzini (Idv) invece «bisogna dire chiaramente chi fa cosa. Mi vergogno di avere un europarlamentare come Borghezio». Per Roberto Vaccari (Pd) «gli attacchi a Cècile e agli stranieri neri nascono in seguito alla Bossi-Fini che ha creato forti criticità e dimostrato carenze».
Anche Luca Ghelfi (Pdl), come Mauro Sighinolfi (Pdl) che ha chiesto di «trovare una mediazione», ha commentato che sarebbe stato meglio trovare il modo di uscire con un ordine del giorno unitario, aggiungendo che «sarebbe opportuno aprire un dibattito su quanto proposto dal ministro perché l’integrazione è un tema sul quale bisogna investire». Monica Brunetti (Pd) ha sottolineato che «il primo attacco a Cècile, ancora più grave perché proveniente da un rappresentante delle istituzioni, è arrivato subito dopo la nomina e prima delle sue proposte sullo ius soli, evidentemente solo perché è nera e donna». Secondo Stefano Corti (Lega nord) però «Borghezio ha usato un linguaggio molto colorito ma non ha detto nulla di particolarmente grave, per questo nel nostro documento non ci siamo riferiti a lui e abbiamo fatto gli auguri a Cècile auspicando che faccia rispettare le leggi tuttora vigenti in Italia».