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Cobas Bologna: “si conclude oggi il trittico di giornate di mobilitazione contro i quiz-invalsi ed il progetto di s/valutazione della scuola

studenti_04Nelle giornate di sciopero, indetto dai Cobas del 7, 14 e 16 maggio, i quiz invalsi sono saltati in numerose classi tra quelle coinvolte; si contano a decine, nella provincia, le scuole che non hanno potuto svolgere i famigerati quiz sia per le adesioni allo sciopero (che in particolare alle scuole medie hanno superato le più rosee previsioni), sia per la cosciente e ragionata scelta di molti genitori di non voler sottoporre i propri figli a tale assurdità e sia, infine, per l’opposizione di tanti studenti e studentesse che hanno ben capito quale sia il vero scopo e significato di tali quiz, degradanti dal punto di vista dei saperi e della cultura, ma pericolosi per la salvaguardia della scuola pubblica intesa come diritto.

Inoltre va aggiunto che in molte scuole i quiz sono stati “somministrati” (manco fossero supposte) grazie a sotterfugi, forzature ed illegittimità di vari sedicenti dirigenti scolastici che, più realisti del re, non hanno esitato a mettere in campo le pratiche più ridicole ed improprie per cercare di svolgere ad ogni costo i famosi quiz, grazie anche a disdicevoli comportanti di tanti docenti, indegni di tale appellativo, che non hanno esitato a sostituire colleghi in sciopero (vero e proprio crumiraggio), hanno minacciato e forzato alunni ed alunne, intendono utilizzare i quiz come valutazione formale degli alunni nonostante l’invalsi vieti esplicitamente tale ridicola pratica.

Tutto pur di “tenere in piedi il palco” e fingere di svolgere i quiz; diciamo fingere perchè nel loro delirio questi dirigenti e “colleghi/e” hanno costruito situazioni paradossali, assolutamente non valide secondo gli stessi dettami dell’invalsi: hanno sostituito docenti in sciopero (ove questo sia accaduto ne risponderanno davanti al giudice), hanno fatto stare a casa interi gruppi di classi pur di garantirsi personale da concentrare sulle classe oggetto di somministrazione, hanno riunito studenti e studentesse in palestre per “somministrazioni di massa” (peraltro vietate dall’invalsi stesso), hanno fatti distribuire dai docenti stessi della classe (altra azione vietata dall’invalsi), hanno svolto i quiz anche in classi con solo 5 o 6 alunni/e presenti (l’invalsi non considera validi i quiz compilati da meno di mezza classe)…insomma di tutto e di più.

Nel mezzo di questa gigantesca, inutile e dispendiosa farsa, esprimiamo grande soddisfazione in quanto l’obiettivo principale della mobilitazione è riuscito: dell’invalsi oramai si parla ovunque, la stessa neo-ministra Carrozza ha espresso forti dubbi e necessità di ridiscutere il tema, si sta prospettando l’ipotesi di espellere l’invalsi dalla prova di esame della terza media.

Le giornate dell’invalsi non sono passate sotto silenzio; l’opposizione si è palesata in tutta la sua ampiezza ed è apparso ben chiaro che la scuola quiz non potrà passare senza resistenza. Così come sono emersi con chiarezza tanto il disgustoso aspetto discriminante di tali squallidi quiz nei confronti di alunni/e con difficoltà, quanto lo spregio dell’invalsi nei confronti della pratica di integrazione scolastica.

Confidiamo nella crescita di coscienza di tutti i soggetti attivi nella scuola pubblica, docenti e personale ATA, genitori, studenti e studentesse per battere definitivamente tale aberrazione culturale e didattica.

 

(Cobas Scuola Bologna)

















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