L’anno scorso abbiamo scritto: “Siamo tutti differenti ed abbiamo bisogno di queste interferenze che rompano la consuetudine e riaccendano nel cuore la speranza”. Ancora una volta la speranza si è riaccesa e questo è accaduto negli incontri inaspettati con alcune persone.
“Interferenza” in fisica è un fenomeno dovuto alla sovrapposizione in un punto dello spazio di due o più onde. Si osserva che l’intensità o l’ampiezza dell’onda risultante in quel punto può essere diversa rispetto alla somma delle intensità associate ad ogni singola onda di partenza: il risultato degli incontri con questi uomini ha generato qualcosa di infinitamente più grande!
Come nello spettacolo “Zigulì”, tratto dal libro di Massimiliano Verga, dove questo padre vive il dramma umano del rapporto col figlio con disabilità oscillante tra la tentazione di un nichilismo disperato e l’eccesso moralista di ragioni: eppure è lì, in piedi, di fronte al dramma della vita cercando instancabilmente la strada per vivere un rapporto vero con suo figlio senza censurare niente. Che coraggio ci vuole!
Ne sanno qualcosa anche Mario e Lucia, over 50, lui con esiti di emorragia cerebrale e lei che lo aiuta. Hanno imparato “un nuovo modo di camminare da soli e insieme, di sostenersi, di vivere nel mondo l’uno accanto all’altro, con una imprescindibile costante: l’amore”. Amore per se stessi e per l’altro. Il coraggio che nasce dal bisogno dell’amore.
Oppure Sandra Gayer, non vedente ma cantante, lieta, sorridente e piena di entusiasmo: “canto sempre” dice “dovunque io sia, casa, scuola, qualsiasi luogo, e se mi dicono di smettere, continuo!”. Il coraggio di rischiare il desiderio del proprio cuore anche quando le circostanze sono avverse.
Coraggio ne hanno mostrato anche gli attori di Manolibera, gli studenti del Liceo Corso, gli Ospiti, provenienti da tutta Italia, che ci hanno onorato della loro presenza all’Open Festival, gli studenti del San Tomaso , ma soprattutto la Band “Scià Scià” e i ragazzi delle scuole Alberto Pio che si sono esibiti insieme ai cantanti lirici della Fondazione Pavarotti nella prestigiosa cornice del Museo Casa Enzo Ferrari a Modena.
Ma, come dice Don Abbondio, “Il coraggio, uno non se lo può dare.”
Tim Mc Callum, australiano, voleva studiare canto, ma un giorno fa un tuffo troppo vicino alla riva, subito dopo un’onda e si rompe il collo. Sedia a rotelle, il suo diaframma che non si muove, addio ai sogni da cantante: “Non ho mai mollato. Mi hanno aiutato i miei cari, i miei amici, mi hanno sempre spronato, aiutato a trovare motivazioni”. Poi la fortuna di incontrare un insegnante che, dice Tim, “mi ha spiegato come cantare senza usare il diaframma”.
Storie di ordinario coraggio e di straordinaria affezione.
Da dove viene questo coraggio? Chi ce lo può dare? Un maestro, un amico, uno che ci vuol bene, un compagno di cammino. Un Altro insomma che può farci riscoprire la nostra vera statura di uomini e la grandezza del nostro cuore che, nell’ordinario della vita, desidera e ricerca la sua