“Sul territorio provinciale è in costante aumento l’apertura di sale da gioco e slot rooms e oggi in Italia l’industria del gioco d’azzardo muove circa 80 miliardi di fatturato, pari al 4% del pil nazionale, ed è la terza industria italiana (circa il 10% del fatturato torna allo Stato)”. Sono queste le premesse dell’ordine del giorno, proposto da Claudia Rubini-Pdl e votato ieri all’unanimità in Consiglio, che invita il Governo ad “approvare una normativa nazionale quadro finalmente completa sotto il profilo contenutistico e dispositivo affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività dell’intero comparto dei giochi e pertanto anche su quello dei giochi d’azzardo”. L’odg sollecita inoltre il Governo a “completare il percorso normativo intrapreso con il D.L. 158/2012 in materia di ludopatia e a dare tempestiva attuazione al decreto attuativo di definizione delle distanze minime dei punti di gioco dai luoghi sensibili”. Il testo sottolinea infatti “i rischi e i danni conseguenti al gioco d’azzardo quando questo diventa patologico ed irresponsabile, nonché i rischi legati a fenomeni contrari all’ordine pubblico (criminalità organizzata, riciclaggio, usura, furti e scippi) che si possono organizzare intorno ai luoghi del gioco d’azzardo”.
Il riordino del settore del gioco, ricorda l’odg, è stato affrontato a più riprese senza però approdare a una normativa quadro, ma – a parere del Consiglio provinciale – “la tutela della salute e dell’ordine pubblico impongono interventi tempestivi anche da parte delle autorità locali preposte”.
La Corte Costituzionale (con sentenza n. 300/2011) riconosce ai Comuni e alle Regioni la legittimità ad intervenire sulla materia e, ricorda l’ordine del giorno, la Regione Emilia-Romagna a fine 2012 ha approvato all’unanimità una risoluzione con la quale si chiede al Governo una legislazione quadro completa che, da un lato, garantisca omogeneità di interventi su tutto il territorio nazionale e dall’altro, consenta poi alle singole Regioni di dotarsi di strumenti legislativi inseriti in un ambito normativo più chiaro e definito. “Attualmente, sul territorio della provincia di Bologna – ricorda il documento – sono pochi i Comuni che si sono dotati di una normativa specifica sulla materia”.
Al testo originale, presentato in Aula lo scorso 8 aprile e successivamente discusso in Commissione consiliare, è stato aggiunto un capoverso su richiesta di Maria Grazia Baruffaldi del Pd che chiede di “destinare una parte delle entrate derivanti dal settore alla prevenzione e alla cura delle patologie da gioco”.