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Terremoto: il Consiglio comunale modenese discute come ricordare il dramma

chiesa-votoForse non sarà la sfera di pietra precipitata dalla Chiesa del Voto in seguito ella forte scossa del 29 maggio scorso il monumento che la città erigerà a ricordo del drammatico evento, ma è probabile che anche Modena scelga di commemorare i danni del terremoto e soprattutto l’impegno di migliaia di volontari accorsi per aiutare le popolazioni più duramente colpite. È quanto emerso nel Consiglio comunale di lunedì 13 aprile durante il dibattito che ha accompagnato l’interrogazione presentata da Salvatore Cotrino del Pd. A un anno dal sisma, il consigliere ha suggerito di “posizionare la sfera precipitata dalla facciata barocca nelle zona antistante la chiesa, facendone un monumento commemorativo, simbolo della solidarietà e del coraggio dimostrati dal nostro territorio che si è adoperato a favore delle zone terremotate”.

L’assessore alla Cultura Roberto Alperoli, accennando anche “ad altre sollecitazioni o manifestazioni in programma per commemorare l’evento” e al progetto esistente “di ricollocazione delle sfere di pietra sulla facciata della Chiesa del Voto attraverso un sistema di ancoraggio per garantirne la tenuta”, ha lasciato la decisione al Consiglio. Due gli aspetti che Alperoli ha comunque raccomandato all’Aula: da una parte, che qualsiasi sia la decisione, “venga valorizzato lo sforzo dei volontari, senza per questo sottovalutare i danni materiali e morali subiti anche in città” e, dall’altra, la necessità di prendersi tutto il tempo necessario per decidere senza lasciarsi vincolare dalla data del 29 maggio”.

Eugenia Rossi di Etica e Legalità ha quindi chiesto la trasformazione in interpellanza ed è intervenuta per far presente che, essendo la sfera parte della chiesa, il Consiglio non può decidere in autonomia senza Sovrintendenza e Ministero dei Beni culturali. Soprattutto, per la consigliera: “Le risorse devono essere tutte utilizzate per il ripristino dei danni causati dal terremoto, questo è il vero riconoscimento che il Consiglio deve pretendere, affinché tutto possa tornare alla funzione originaria”. Ha detto di “ritrovarsi molto nell’intervento della consigliera” il capogruppo di Sel Federico Ricci, che ha anche ringraziato l’assessore per aver chiesto il parere del Consiglio e lo ha sollecitato a fare la stessa cosa in futuro”.

Per Stefano Rimini del Pd e per Gian Carlo Pellacani dell’Udc “lo spirito dell’interrogazione è positivo”. Per Rimini, che ha sottolineato la tempestività con cui è stata presentata l’istanza, occorre agire “considerando che quanto è accaduto necessita di risposte in termini di solidarietà e di memoria” e quindi “pensare a come commemorare attraverso iniziative che possano avvicinare le persone all’arte e alla memoria”. Pellacani ha però espresso perplessità “sulla possibilità di fare della sfera di pietra, semplice motivo ornamentale che avulsa dalla facciata barocca della chiesa rischia di perdere senso, un monumento. Il monito – per Pellacani – è semmai a controllare che le decorazioni degli edifici siano sicure, ma vale la pena dedicare un pensiero a ricordare il terremoto e tutti quelli che ne sono stati coinvolti, tra terremotati e volontari”.

In sede di replica, Cotrino ha ricordato che la Chiesa del Voto venne edificata nel 1630 dalla comunità modenese in occasione della fine della peste, mentre la sfera, di circa 400 chilogrammi di peso e un metro e 20 di diametro, era già caduta nel 1944 sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale. “La sfera diventa un simbolo perché è caduta”, ha osservato, avanzando anche la possibilità di farne una copia per non impoverire la facciata dell’edificio.

 

















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