La parte iniziale della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 9 maggio è stata riservata al ricordo del Giorno della memoria, dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi nel 35°anniversario della morte di Aldo Moro. Dopo il minuto di silenzio richiesto dal Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi per commemorare questa ricorrenza lo stesso Taurasi, utilizzando immagini e filmati di repertorio, ha inquadrato storicamente il fenomeno delle stragi terroristiche, il periodo della cosiddetta ‘strategia della tensione’, trattando per brevi cenni il percorso delle principali organizzazioni terroristiche di destra e sinistra che hanno insanguinato il nostro paese tra la fine dei Sessanta e l’inizio degli Ottanta, soffermandosi infine sulla vicenda del sequestro e dell’assassinio di Aldo Moro. L’attrice Sara Gozzi ha intervallato l’esposizione di Taurasi con la lettura di lettere dello statista democristiano ai congiunti e di interventi di parenti di altre vittime del terrorismo come Tobagi, Bachelet, Calabresi.
Ha aperto il dibattito il consigliere Paolo Zironi (Pd), che ha ricordato il ruolo svolto dal sindacato e dal movimento dei lavoratori contro il terrorismo oltre alla figura di Guido Rossa mentre Luca Lamma (indipendente) ha invece raccontato all’aula del civico consesso il suo 9 maggio del 1978, rammaricandosi per la scarsa presenza di cittadini in aula e rammentando i propri personali dubbi sulla strage di Bologna. Giliola Pivetti (capogruppo ApC) dal canto suo ha invece sottolineato la non ritualità della serata: “importante contro il terrorismo è non ragionare per schemi, mantenere un confronto”. Andrea Losi (capogruppo Carpi 5 Stelle) ha ricordato come la figlia di un’altra vittima del terrorismo, Carlo Galli, sia magistrato oggi a Milano occupandosi delle vicende giudiziarie di Berlusconi stigmatizzando “attacchi alla magistratura che non andrebbero fatti”, e una possibile recrudescenza del fenomeno che “in un contesto di crisi simile ha portato al terrorismo in passato”. Ha preso poi la parola il consigliere del PdL Cristian Rostovi definendo ‘normale delinquenza’ coloro che si nascondevano dietro la difesa di certi ideali, costruendosi così un alibi per i loro gesti omicidi. “Il terrorismo è stato sottovalutato all’inizio. Le posizioni personali devono essere messe in secondo piano di fronte al bene comune da perseguire”. Anche il capogruppo della Lega nord Argio Alboresi ha voluto ricordare, confutando le parole di Zironi, che il sindacato non prese subito posizione contro il terrorismo. Secondo il consigliere Antonio Russo (Fratelli d’Italia) invece il terrorismo comprende anche mafia e camorra, organizzazioni che destabilizzano il sistema democratico. “Non ci sono morti di destra o di sinistra. Bisogna fare luce sulle stragi” ha concluso ricordando infine il caso Battisti. Andrea Bizzarri (capogruppo Idv) si è poi chiesto perché non si è riusciti ad evitare che si arrivasse alla violenza da parte di quelli che poi sono diventati terroristi in quell’epoca di contrasti. “E’fondamentale parlare, scavare, trovare nuovi elementi abolendo i segreti di Stato per accedere finalmente alla verità”. Roberto Arletti (Pd) infine ha chiuso il dibattito inquadrando la sua vicenda personale di giovane militare di leva nel periodo storico che ha visto il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro.