Ha avuto luogo questa mattina, in Piazza Garibaldi, in prossimità del Monumento ai caduti, la Commemorazione pubblica delle Vittime civili del dopo-guerra tenuta dal Sindaco Luca Caselli che, dopo la posa di una Corona, ha svolto una breve orazione a memoria di quelle vittime su cui “cadde – ha detto il Sindaco – per troppo tempo un colpevole quanto lunghissimo silenzio che abbiamo invece voluto interrompere; “ricordandone e omaggiandone le figure, alla presenza dei familiari delle vittime che ringrazio sentitamente per la loro partecipazione, dei rappresentanti le Forze dell’Ordine, dei cittadini intervenuti. ad una cerimonia – ha auspicato il Sindaco – che spero possa diventare permanente nel calendario delle celebrazioni della nostra città”.
Anche a Sassuolo infatti, nei giorni immediatamente successivi al 25 Aprile, accaddero cruenti e ingiustificabili episodi (con eliminazioni sommarie) che traevano origine da una violenza cieca e vendicativa che era difficilmente riconducibile alle ragioni scaturite dal conflitto che portò alla pur dura lotta di Liberazione.
Attraverso questa semplice quanto simbolica Cerimonia, l’Amministrazione Comunale ha inteso rendere omaggio, per il terzo anno dalla prima commemorazione mai svolta di quei tragici avvenimenti, a coloro che persero la vita, sacrificati da frange violente sull’insensato altare del clima d’odio che pervase i mesi immediatamente successivi all’avvenuta cessazione del conflitto.
“Un odio – ha ricordato ancora il Sindaco Caselli – che non deve trovare mai più spazio alcuno nel normale confronto politico, che è alla base del buon funzionamento delle Istituzione democratiche”
Tra questi, proprio tra il 12 e il 13 maggio del 1945, furono prelevati dalle loro case i sassolesi Umberto Matteotti, Mario Monti Carlo Mucchi, Giuseppe Bonilauri e Battista Prandini. Vennero tutti assassinati barbaramente, senza processo, alcuni abbandonati sul greto del fiume Secchia e per molti anni i loro nomi furono dimenticati e coperti dall’oblio.
Anche Il Dott. Umberto Rubbiani, (veterinario operante e residente nella nostra città) ebbe stessa tragica sorte, seppure con modalità ed in giorni diversi.