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Quando l’impresa fa innovazione “responsabile”

foto_forlLa capacità competitiva è un vincolo con cui ogni impresa deve fare i conti, ma non è lo scopo ultimo dell’innovazione. Occorre parlare anche di qualità della vita come risultato di un’interazione positiva tra i prodotti e i bisogni, i servizi e le aspettative, gli oggetti e gli individui, la cultura e l’economia, l’arte e la tecnologia, l’uomo e l’ambiente.

La responsabilità dell’innovare sta nel mantenere in equilibrio queste relazioni.

Quando l’innovazione è “responsabile”, in grado di rispondere alle esigenze dell’uomo moderno, diventa di maggiore interesse per le imprese che ne possono fare una leva vincente sui mercati.

E’ possibile apprendere le modalità che possono condurre verso una forma migliore di innovazione, in grado di generare benefici per la collettività e per la qualità della vita delle persone, come è stato sottolineato nel corso del seminario “Innovazione Responsabile – miglioramento della qualità della vita come obiettivo delle imprese” che si è svolto a Bologna organizzato da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Cise (Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico), azienda speciale della Camera di commercio di Forlì-Cesena.

“Per le imprese – ha detto Luca Valli, direttore del Cise – significa connettere la ricerca del nuovo, del meglio, del più efficiente e del più efficace sul mercato, con la capacità di assumersi la responsabilità di sondare e gestire gli effetti che l’innovazione può avere per la società e per i cittadini. Un’azienda capace di innovare in maniera responsabile ha prospettive di durata e di successo nel tempo migliori”.

All’esigenza di governare l’innovazione con l’obiettivo di coniugare nel modo più adeguato la competitività al miglioramento della qualità della vita vuole rispondere “Ugo”, il nuovo standard di certificazione su base volontaria, ideato dal Cise, che è stato illustrato nel corso del seminario. Come evidenziato da Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna

Ugo è uno strumento flessibile e modulare che permette una interazione con gli stakeholder, ossia i portatori di interesse nei confronti dell’impresa, che comunica il proprio impegno nell’innovazione fatta responsabilmente”.

Il “modello Ugo” vuole ridurre il rischio di insuccesso che è sempre dietro l’angolo per l’innovazione.

L’aspettativa– ha aggiunto Valli – è di orientare un sempre maggior numero di organizzazioni verso un’innovazione con finalità condivise, in grado di incrociare le performance aziendali con l’interesse della collettività. Ugo non è un bollino, ma un meccanismo di gestione dei processi di innovazione nelle imprese”.

Ai principi sottostanti all’idea della “certificazione Ugo” che può essere applicata da qualsiasi organizzazione è dedicato il primo di una serie di tre volumi sull’Innovazione Responsabile. Il secondo sarà sugli ambiti applicativi (impresa, pubblica amministrazione, settori emergenti), il terzo sui metodi attraverso i quali l’innovazione responsabile può essere gestita.

Nel corso del seminario sono stati anticipati i contenuti dell’evento “L’innovazione Responsabile“S-legàmi” sarà il tema portante della kermesse di due giorni (venerdì 17 e sabato 18 maggio) e una notte (tra sabato e domenica 19) nel centro storico di Forlì.

Le parole chiave della due giorni saranno “innovazione responsabile, creatività e sostenibilità”, declinate attraverso più di 140 eventi tra conferenze, testimonianze, presentazioni di libri, dibattiti, spettacoli, installazioni ed eventi di animazione. Il programma completo è sul sito della manifestazione: www.innovazioneresponsabile.it.

















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