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Per l’undicesimo anno consecutivo in Emilia Romagna aumentano gli studenti ma non i docenti e gli ATA

scuola-bambiniSiamo alle solite: in Emilia Romagna, da undici anni aumenta la popolazione scolastica e anche il prossimo anno, a fronte di 8500 studenti in più (ad esclusione della scuola dell’infanzia i cui dati relativi alle iscrizioni non sono stati comunicati), il Ministero ha assegnato solo 172 docenti per ogni ordine e grado di scuola. Per quanto riguarda l’organico del personale ATA, al momento, non ci sono notizie.

Questi i numeri comunicati dall’Ufficio Scolastico Regionale in un incontro con le OO.SS. avvenuto nei giorni scorsi: 172 posti complessivi per le 9 province dell’Emilia Romagna distribuiti come segue: 34 infanzia, 60 primaria, 13 secondaria I° grado, 65 secondaria II° grado.

Occorre rilevare, dapprima, che la ricognizione dei dati non è omogenea: infatti, mentre da un lato non si dichiarano le iscrizioni dei bambini della scuola dell’infanzia, dall’altro si distribuiscono i posti anche a questo segmento di istruzione.

Anche quest’anno, l’Emilia Romagna mantiene il primato tra le regioni italiane dell’aumento più elevato di studenti: +1,77% contro una media nazionale pari a 0,39%, con punte di incremento che vanno oltre il 2,1% nella scuola primaria, l’ 1,5% nella scuola secondaria di I° grado, l’ 1,61% nella scuola secondaria di II° grado.

L’Emilia Romagna, da sola, rappresenta il 30% dell’aumento complessivo degli studenti a livello nazionale!

E’ altresì la regione con il più elevato rapporto alunni/classe, superando di ben oltre un punto la media nazionale (21,5 contro una media di poco oltre 20).

E allora, se questi sono i numeri non si può barare.

Solo apparentemente può sembrare che non ci siano tagli: 8500 studenti in più equivalgono a 400 classi in più e a 800 docenti in più.

Nella nostra regione, aumentano anche gli alunni disabili: +592 rispetto all’anno corrente, ma aumenta anche il rapporto alunni/docente essendo rimasto invariato il numero complessivo dei docenti assegnati alla nostra regione (rapporto 1 docente ogni 3,09 alunni con disabilità, mentre il rapporto dovrebbe essere 1/2).

Anche il processo migratorio negli ultimi anni ha visto un sostanziale incremento ed è indispensabile che la scuola abbia gli strumenti per poter essere opportunamente accogliente ed efficace, nei confronti degli alunni provenienti da altri paesi.

Si continua a colpire i più deboli e non si dà concreta attuazione alle leggi dello Stato!

Di fronte ai tagli complessivi che hanno devastato il sistema scolastico italiano, l’Emilia Romagna ha pagato un prezzo altissimo, ormai non più sostenibile.

EMILIA ROMAGNA

Il Ministero dell’Istruzione ha dimostrato un’ ottusa cecità nei confronti di un settore determinante come la scuola.

Una scuola che nonostante tutto resiste, ma che è costretta ad arretrare in qualità, in inclusione, in opportunità per i giovani.

Siamo di fronte ad una vera e propria latitanza dei decisori politici, e lo Stato, non è più in grado di garantire l’attuazione delle norme che regolano la formazione delle classi, il diritto allo studio e il rispetto della Costituzione.

C’è la necessità di una scuola sicura, con classi normodimensionate e non di classi pollaio, un tempo scuola lungo e ricco di opportunità e adeguato alle richieste delle famiglie, laboratori funzionanti, l’inserimento degli alunni disabili in classi accoglienti.

L’istruzione non può essere una priorità solo per i tagli: continuare a privarla delle risorse necessarie, significa assumersi la stessa responsabilità di chi l’ha portata al collasso.

L’esigua attribuzione delle risorse attualmente assegnate, determina di fatto un oggettivo impedimento all’attivazione delle sezioni e delle classi necessarie.

Per questo ribadiamo con forza la necessità di:

· un’ ulteriore assegnazione di almeno 600 docenti per dare risposta all’esigenza della costituzione delle classi, dalla primaria alle superiori e al tempo scuola richiesto dalle famiglie, a cui deve seguire anche un’adeguata dotazione di personale ATA;

· un’ assegnazione di almeno 100 docenti dedicata alla generalizzazione della scuola dell’infanzia e all’eliminazione delle liste di attesa, unitamente alla necessità di personale ATA;

· un’ assegnazione di docenti e ATA, finalizzata a sostenere le scuole delle zone terremotate dove l’emergenza non è finita.

Al Direttore Regionale chiediamo di rappresentare con determinazione la condizione allarmante della scuola emiliano-romagnola e di autorizzare, come prima azione, uno spostamento di posti dall’organico di fatto all’organico di diritto.

Le OO.SS. regionali FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA, SNALS Confsal, GILDA, ribadiscono che la questione non può più essere risolta attraverso generiche rassicurazioni e neppure con soluzioni tampone.

Le OO.SS. consegnano questa denuncia al nuovo governo ma anche alle Istituzioni locali, Comuni, Province e Regione affinchè ciascuna dia forza e sostegno alle esigenze rappresentate e assuma quale obiettivo prioritario della propria azione amministrativa, quello di garantire il diritto all’istruzione come valore costituzionale.

Per questo servono investimenti, ora e subito, prima che sia troppo tardi: le OO.SS. non rinunciano a ripetere che investire nel sapere equivale ad investire nella democrazia, scommettere nel futuro e nello sviluppo economico del paese.

 

















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