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UE. De Castro in audizione sulla PAC: “Parlamento Europeo leva formidabile per i territori”

Con uno stanziamento di circa 363 miliardi di euro spalmati su 7 anni la Pac (Politica agricola comune) rappresenta circa il 40% della proposta di Bilancio pluriennale dell’Unione europea e una importante fonte di sostegno per l’agricoltura italiana, cui dovrebbero spettare circa 6 miliardi l’anno tra aiuti diretti agli agricoltori (4 miliardi) e fondi strutturali (2 miliardi). Cifra tuttavia in calo rispetto a quanto destinato all’Italia nel periodo 2007-2013. Si calcola che i fondi diretti subirebbero mediamente una riduzione del 6,8%. In generale, va peggio su scala europea dove la Pac subirebbe una riduzione del 17,5%.

Sono alcuni dei dati riferiti da Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, intervenuto in una audizione convocata in vista della Sessione europea dell’Assemblea legislativa dalle commissioni Bilancio e Politiche economiche, presiedute rispettivamente da Marco Lombardi e Franco Grillini.

Attualmente, ha riferito De Castro, dopo il voto con il quale il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza (pur con differenze di consenso) tutti i quattro dossier della Pac 2014-2020 proposti dalla commissione Agricoltura, che ha apportato oltre 250 emendamenti ai documenti avanzati dalla Commissione europea, si è aperta la fase di negoziato che prevede ancora 34 “triloghi” (oltre ai 7 già avvenuti) tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione, con l’obiettivo di trovare l’accordo entro fine giugno. Nel frattempo, è ormai certo che il nuovo pacchetto di misure avrà decorrenza dal 2015 mentre per il 2014 sarà adottato un regolamento di transizione per i finanziamenti diretti mentre per i fondi strutturali dovrebbe seguire un ulteriore anno con la vecchia programmazione.

Con la nuova procedura di co-legislazione introdotta dal Trattato di Lisbona, il Parlamento europeo, che prima poteva solo adottare pareri consultivi, ha gli stessi poteri del Consiglio. Ecco quindi che il Parlamento europeo “può diventare una leva formidabile per i territori” ed essere davvero rappresentativo delle loro istanze, ha precisato De Castro, sollecitando l’importante interlocuzione con i parlamentari europei: una possibilità di cui i cittadini devono acquisire “sempre maggiore consapevolezza” per poter “sfruttare al meglio” le istituzioni, comunitarie, nazionali e locali.

Dal canto suo, il presidente della prima commissione, Marco Lombardi, ha ricordato come il lavoro della Sessione europea costituisca un filo importante tra le istituzioni comunitarie, le cui direttive ricadono sulla vita degli Stati membri direttamente sottoforma di norme e regolamenti, e i cittadini, che devono iniziare a comprendere e conoscere una realtà sulla quale si può incidere e che non va considerata passivamente.

Politiche di sostenibilità ambientale cosiddette ‘greening’, i criteri di assegnazione degli aiuti comunitari diretti agli agricoltori nell’ottica di un progressivo e graduale alllineamento dei diversi importi assegnati alle coltivazioni (convergenza), sostegno ai prodotti di qualità e criteri per i fondi strutturali sono alcuni dei temi al centro della comunicazione di De Castro, focalizzata sugli aspetti innovativi introdotti nei pacchetti normativi oggetto del negoziato.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, ha sottolineato come le posizioni del Parlamento europeo in tema di politiche agricole siano molto più rappresentative delle aspettative del mondo agricolo e agro-alimentare dell’Emilia-Romagna rispetto alle proposte della Commissione europea e, riferendosi all’attuale mancanza di un nuovo Governo, ha espresso il timore che l’Italia, nella situazione italiana, non riesca a pesare nel negoziato così come dovrebbe.

Il presidente della seconda commissione, Franco Grillini, ha posto l’accento sull’importanza di sostenere la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo digitale del mondo agricolo dal quale – ha detto – dipende in larga parte il nostro futuro. Luciano Vecchi (Pd) ha sollecitato una riflessione europea sul tema dell’accesso alle risorse alimentari e quindi della “sicurezza quantitativa” rispetto alla domanda mondiale, che risulta in continua crescita. Mauro Manfredini (Ln) ha affermato la necessità di innalzare l’attuale limite di età per la concessione di finanziamenti ai giovani che vogliano intraprendere attività in agricoltura. Fabio Filippi (Pdl) ha chiesto risorse dirette per i contadini delle aree montane che – ha sottolineato – sono i veri garanti della sicurezza del territorio contro i disastri idrogeologici. Marco Monari (Pd) ha posto il problema, trasversale a tutte le forze politiche, di come rendere comprensibile ai cittadini il lavoro del Parlamento europeo spesso ignorato e considerato qualcosa di avulso se non ostile alla vita dei cittadini. Per Giovanni Favia (Misto) la crisi non si affronta rimodulando i contributi. C’è un problema enorme legato al prezzo dei prodotti e gli agricoltori non riescono ad avere un reddito adeguato. C’è dunque la necessità di nuove politiche sistemiche con attenzione ai temi dell’ambiente e della salute. Stefano Cavalli (Ln) ha chiesto rassicurazioni sulle politiche per la tutela dei prodotti Igp e ha richiamato l’attenzione sul comparto del pomodoro, tra Piacenza e Parma, per evitare che le nuove norme sui finanziamenti diretti impattino negativamente su questo settore, come già avvenuto per quello dello zucchero. Per Tiziano Alessandrini (Pd) il futuro della nostra agricoltura dipende dalla capacità di dare un’impronta più forte all’innovazione e alla ricerca per cercare risposte sul piano della redditività.

Al termine della commissione il Grillini ha consegnato a De Castro, che ha espresso apprezzamento per l’iniziativa, la domanda di certificazione Stg (Specialità tradizionale garantita) della ‘Sfoglia al mattarello’ già trasmessa al ministero delle Politiche agricole per il riconoscimento comunitario. Lombardi ha colto l’occasione per segnalare la problematica dei miticoltori della nostra regione, che attendono la modifica della Direttiva europea in tema di Yessotossine che permetta loro di riprendere l’attività.

 
















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