Uno studio condotto da ricercatori dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha messo in evidenza la relazione fra l’acutizzarsi dell’incidenza di crisi epilettiche e l’uso di un farmaco, la finasteride, utilizzato per contrastare i fenomeni come la perdita dei capelli e l’irsutismo.
La ricerca dal titolo “Temporal lobe epilepsy exacerbation during pharmacological inhibition of endogenous neurosteroid synthesis” a firma del prof. Giuseppe Biagini, del dott. Stefano Meletti, della dott. ssa Giulia Monti e dott. Matteo Pugnaghi, pubblicata recentemente sulla rivista scientifica BMJ Case Reports e oggetto di una comunicazione al recente meeting internazionale Steroids and the Nervous System tenutosi a Torino, è frutto dell’osservazione del caso di una paziente con epilessia in cura presso la Clinica Neurologica del Nuovo Ospedale Sant’Agostino-Estense di Baggiovara, che ha evidenziato la correlazione fra le manifestazioni epilettiche e l’uso della finasteride.
Un primo caso analogo era apparso nella letteratura medica dieci anni fa, quando venne segnalato il caso di una paziente epilettica curata con l’ormone progesterone, la quale aveva dimostrato un peggioramento del quadro clinico dopo aver iniziato ad assumere finasteride per curare una calvizie progressiva. La paziente era migliorata con la sospensione dell’assunzione di finasteride che, di fatto, si era dimostrata in grado di bloccare gli effetti antiepilettici del progesterone.
Nel caso più recente descritto dai ricercatori dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia la paziente, che di partenza non presentava un quadro grave di epilessia, ha visto il manifestarsi di gravi crisi convulsive in concomitanza con l’assunzione di finasteride, utilizzata per curare la crescita di peluria. Solo la sospensione di questo farmaco ha consentito la cessazione delle crisi epilettiche.
“Questo nuovo caso dimostra – hanno commentato i ricercatori Unimore – che la finasteride contrasta la produzione di molecole antiepilettiche denominate “neurosteroidi” da parte delle cellule del cervello. Nei modelli di epilessia che stiamo studiando da quasi dieci anni, i neurosteroidi giocano un ruolo chiaramente antiepilettico e la finasteride, bloccandone la sintesi, sbilancia fortemente l’attività dei neuroni verso una maggior probabilità di innesco della crisi epilettica. Questo nuovo caso – hanno concluso i ricercatori – deve consigliare prudenza nel sottoporre a terapie mediche incontrollate pazienti che soffrano di epilessia e, per altri aspetti, incoraggia lo studio dei neurosteroidi per consentire lo sviluppo di nuovi farmaci antiepilettici”.