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“RAEE in carcere”, inaugurata la mostra. I manufatti esposti in Regione fino al 22 aprile

lampadapiantanaFili di rame e componenti di schede madri di pc trasformati in monili. Un cesto da lavatrice che rivive in una lampada piantana. Ingranaggi di stampanti utilizzati per la scultura “Pesce all’amo”. Pezzi unici e irripetibili quelli esposti nella mostra “opeRAEE, esercizi artistici di recupero degli apparecchi elettrici ed elettronici”, inaugurata oggi nella Sala Polivalente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. Fino al 22 aprile sarà possibile vedere i manufatti (dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17), frutto del progetto “RAEE in carcere”, che punta a promuovere l’inclusione socio-lavorativa di persone in esecuzione penale o dimesse dal carcere attraverso un processo industriale e formativo nel settore del recupero dei Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE).

“Con questo progetto il recupero delle persone passa attraverso il recupero delle cose – è il commento dell’assessore alle Politiche sociali della Regione, Teresa Marzocchi – . Un progetto importante, sotto più profili: il lavoro, che rappresenta un’opportunità concreta e fondamentale per le persone detenute, per il loro percorso di reinserimento. E poi c’è la forma di gestione: è un progetto di respiro europeo, che vede una forte integrazione tra amministrazione penitenziaria e terzo settore”.

La sostenibilità è l’altro aspetto fondamentale di “RAEE in carcere”. “Il recupero di questi rifiuti – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Sabrina Freda – contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientale che deriva dalla loro gestione e al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla nuova direttiva europea su raccolta, tracciabilità e corretto riciclo dei Raee. Obiettivi recepiti peraltro nel Documento preliminare al Piano regionale di gestione dei rifiuti approvato recentemente dalla giunta regionale, che indica tra le priorità la valorizzazione del recupero di materia dai rifiuti”.

“RAEE in carcere”, i dati

Finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con il Fondo sociale europeo all’interno dell’iniziativa comunitaria “Equal Pegaso”, il progetto prevede il “disassemblaggio” dei rifiuti (provenienti dalle isole ecologiche) da parte delle persone coinvolte, la suddivisione nelle varie componenti e l’avvio, dove possibile, al recupero o riciclo. Numerosi i partner, tra quelli “trasversali” (Regione Emilia-Romagna, Provveditorato regionale del Dipartimento amministrazione penitenziaria, Gruppo Hera Spa, Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Consorzio RAEE Ecodom, Consorzio RAEE Ecolight, Cefal Emilia-Romagna, Enaip Ferrara, Techne scpa Forlì-Cesena) e quelli locali. Dal 2009 sono attivi i 3 laboratori produttivi all’interno o all’esterno delle carceri di Bologna, Forlì e Ferrara.

I risultati: per quanto riguarda il laboratorio interno al carcere di Bologna, dalla data di avvio della sperimentazione (luglio 2009) al mese di febbraio 2013 sono state assunte 6 persone detenute; 12 quelle coinvolte nell’attività, una persona ex detenuta impegnata nel progetto di comunicazione di RAEE in carcere per la gestione e l’aggiornamento del sito (www.raeeincarcere.org); 2, infine, i lavoratori accompagnati all’inserimento in imprese del territorio al termine della pena. Sempre per quanto riguarda l’attività bolognese, ammontano a circa 766 le tonnellate di rifiuti lavorati. Nel laboratorio esterno al carcere di Forlì, dall’inizio della sperimentazione (14 settembre 2009), sono state assunte 6 persone detenute; 24 quelle impegnate nel progetto, una persona ex detenuta impegnata nel progetto di comunicazione di “RAEE in carcere” per la gestione e l’aggiornamento del sito; 493 le tonnellate di RAEE lavorato.

Con il laboratorio interno al carcere di Ferrara, infine, dall’avvio del progetto (febbraio 2010) sono state assunte 5 persone detenute (8 quelle impegnate complessivamente); circa 590 le tonnellate di rifiuti trattati. Dal 2009 è stata istituita una Cabina regionale di monitoraggio del progetto, cui partecipano tra gli altri il Provveditorato per l’Emilia-Romagna del Dipartimento Amministrazione penitenziaria e i rappresentanti dei tre assessorati regionali all’Ambiente, Politiche sociali, Scuola – Formazione professionale – Università – Lavoro.

 

















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