Entra nel vivo in questi giorni la discussione sulle scelte dei bilanci 2013 dei Comuni e delle Unioni. Il quadro che si delinea è molto complicato a causa della indeterminatezza delle entrate e della somma di tagli lineari che, insieme al quasi totale annullamento dei trasferimenti dallo Stato, rischiano di tradursi drammaticamente in ulteriore aumento della tassazione o in tagli pesanti dei servizi. In entrambi i casi a subire maggiormente questo tipo di scelte saranno i redditi più bassi ed in primo luogo lavoratori e pensionati.
La Cgil sottolinea l’iniquità delle leve fiscali sulle quali possono agire i Comuni (Imu e Addizionale Irpef ), caratterizzate da esigue possibilità di regolamentazione locale e scarsi elementi di progressività in un Paese in cui il dato della pressione fiscale ha oltrepassato il 50% del Pil pesando in modo inaccettabile soprattutto sui redditi da lavoro dipendente e da pensione.
Questo dato si associa anche nella nostra Provincia, come più in generale nel Paese, all’aumento delle disuguaglianze, della disoccupazione e della difficoltà anche di chi lavora a far quadrare i bilanci familiari.
Il dato del Fondo Salvasfratti che in un mese ha esaurito il proprio budget di risorse (1 milione di euro) rappresenta bene lo stato di emergenza che si registra nella nostra realtà.
In questo contesto la Cgil ritiene fondamentale che anche gli Enti locali rivendichino con maggiore forza allo Stato centrale politiche che favoriscano la crescita, incentivino la spesa sociale e liberino le risorse vincolate dal Patto di stabilità.
Chiediamo inoltre agli Enti locali che assumano decisioni che si improntino ai seguenti orientamenti:
– contenere la pressione fiscale e tributaria sui cittadini intervenendo con scelte che abbiano il segno dell’equità;
– mantenere pressoché invariate le rette dei principali servizi, il cui peso economico potrebbe pregiudicare per le famiglie l’accesso ai servizi stessi
– prevedere risorse per forme di sostegno e incentivo al lavoro
– operare affinché non vengano ulteriormente diminuite le risorse destinate alla spesa sociale, quella per anziani e bambini in primis.
Per questo riteniamo che in questa stagione di bilanci sia essenziale il confronto partecipato con le parti sociali, per avere come obiettivo la salvaguardia della coesione sociale e la tenuta complessiva del sistema dei servizi e non solo la chiusura contabile del bilancio in corso.